A Locarno cerca terreno adeguato un ambizioso progetto di formazione e terapia che mette il cane al centro
Certi progetti nascono dal cuore, prima ancora che dalla disponibilità finanziaria o da particolari visioni tecniche. È fra questi “Life”, una sorta di centro di competenza del cane, con finalità sociali e legate alla salute fisica e mentale delle persone. “Life”, vita, non a caso è il nome del cane “primigenio” da cui in qualche modo è partita la strada verso la realizzazione del progetto; così si chiama l’amico a quattro zampe di Danilo Mocchi, istruttore cinofilo che unitamente a Carla Zaro ha elaborato l’idea. “Life" che tra l'altro (il cane) è stato immortalato in una scultura da Gabriela Spector; con la speranza, v'è da credere, che il pregevole gesto artistico possa essere di buon auspicio.
«Gli obiettivi dell'iniziativa sono aiutare e indirizzare bambini, giovani e persone di qualsiasi età o situazione sociale verso una nuova, sana attività propedeutica, terapeutica e sportiva che permetta di instaurare un rapporto stretto e affettivo con dei cani, come insegna la Pet-Therapy». Dalle parole di Carla Zaro e Danilo Mocchi emergono il trasporto e la volontà di concretizzare il grande sogno. «Con l’aiuto dei cani – proseguono – possiamo affrontare e risolvere problemi di comunicazione o disabilità motorie con il divertimento o la semplice responsabilizzazione verso un essere vivente. L’espressione delle loro emozioni, diceva Charles Darwin, è come la nostra, e rapportarsi con essi può essere di grande giovamento».
In concreto, ciò che i due pionieri ticinesi nel campo vogliono realizzare è un padiglione multifunzionale in legno – con spazi buvette, toelettatura e l’ipotesi di uno studio di veterinaria – che funga da centro nevralgico per una serie di attività che legano il mondo cinofilo al benessere delle persone e possano essere terapeutiche per chi ne ha bisogno. Gli esempi sono innumerevoli, come si può leggere nel progetto di massima elaborato e già presentato alle autorità. Parliamo da una parte di istruzione di cani da catastrofe, per la ricerca delle persone o per la ricerca olfattiva delle malattie, ma anche di cani utilizzati dalle forze dell’ordine; e dall’altra di quadrupedi che possano entrare in relazione ad esempio con i bambini autistici (Contatti in questo senso sono già stati creati con una psichiatra e psicoterapeuta esperta del settore), iperattivi o con disabilità motorie. Sempre nell’ambito terapeutico, viene ipotizzata una collaborazione con una fondazione che si occupa di disabili adulti, i quali potrebbero venire coinvolti nei lavori di manutenzione e di cura del sedime e dei suoi contenuti.
Un’altra realtà è quella degli anziani, e un’altra ancora quella dei bambini e dei ragazzi delle scuole: tutti contesti che, a diversi livelli, possono trovare giovamento e nutrimento per lo spirito entrando in contatto con il mondo cinofilo. Oltre a questo, il progetto comprende una vasca per la riabilitazione dei cani e l’usufrutto degli ampi spazi per corsi e concorsi di “agility”.
Quanto all’ubicazione, una, considerata perfetta dai promotori ma poi purtroppo rivelatasi inadeguata dal punto di vista pianificatorio, è quella detta del Piano al Marcio: si tratta di una superficie boschiva di 17mila metri quadrati – in zona agricola – situata sul Piano di Magadino, in territorio giurisdizionale di Locarno, non lontano dall’aeroporto di Magadino, a ridosso del Ticino. Terreno che, naturalmente con l’accordo dei proprietari, potrebbe venir preso in affitto con un contratto a lungo termine.
Secondo nostre informazioni, un primo abboccamento positivo c’era stato a suo tempo con il Comune di Locarno, che aveva invitato gli ideatori di “Life” a tradurre l’idea in un progetto di massima poi elaborato dall'architetto Franco Moro. Purtroppo – per motivi essenzialmente legati all’edificazione nei “fuori zona” – era arrivata l’opposizione del Cantone, coinvolto con due Dipartimenti: quello del territorio e, per quanto riguarda la Sezione dell’agricoltura, il Dfe. Al momento Città e promotori del progetto sono in attesa di un esperimento di conciliazione. La speranza è che, tenendo conto delle finalità e dello scarso impatto delle strutture previste, si possono trovare degli spiragli. In caso contrario, si intensificherebbe la ricerca di un’altra superficie che renda possibile, nel prossimo futuro, trasformare “Life” in una bella e grande nuova realtà.