Il consigliere nazionale inoltra un'opposizione al centro polisportivo di Sigirino. Hockey, pattinaggio e curling uniti per rivendicare più spazi
Il Luganese ha fame di ghiaccio. Non è una novità: la carenza di spazi per allenamenti e partite degli sport di ghiaccio è manifesta da decenni. A sfamare quest'esigenza è arrivato un po' a sorpresa a metà dello scorso anno Gianni Ochsner. L'imprenditore attivo nell'ambito dei rifiuti ha proposto infatti un progetto stimato in 48 milioni di franchi per costruire a Sigirino – ai piedi del dosso di Taverne, nei pressi del cantiere AlpTransit – un maxicentro sportivo, contenente anche tre piste di ghiaccio. Un'iniziativa privata dalla portata rivoluzionaria per la regione e sostenuta dai principali attori sportivi del settore. Il Piano di quartiere posto in pubblicazione a dicembre ha tuttavia suscitato un'opposizione, quella di un altro imprenditore attivo nella zona: il consigliere nazionale del Partito liberale-radicale Rocco Cattaneo.
Tre le obiezioni sollevate, non tanto legate ai contenuti quanto piuttosto procedurali. C'è una questione pianificatoria legata all'azzonamento, poi vi è la richiesta di produrre uno studio relativo all'impatto sul traffico e infine un aspetto idrogeologico, inerente alla falda freatica, ci confermano dal Comune. «Sono molto dispiaciuto per l'opposizione – ci dice Ochsner –. Io non c'entro con il mondo dello sport e le mie intenzioni erano differenti all'inizio. Poi, parlando con amici e conoscenti, ho capito quali sono le esigenze degli sportivi, dei ragazzi, e mi sono appassionato. Ho anche visitato 5-6 centri simili a quello che vorrei realizzare e sono tuttora convinto della bontà dell'opera». In origine, l'idea di Ochsner in effetti era un'altra: realizzare sullo stesso sedime unicamente un centro dove poter ampliare le esistenti attività industriali e commerciali legate al mondo delle stoviglie riutilizzabili, già esistente a Lamone. È solo in un secondo momento, siamo all'inizio dell'estate dello scorso anno, che prende forma l'ambizioso progetto attuale: un centro per la formazione dei giovani agli sport di ghiaccio.
Nella struttura le piste sarebbero tre. Una principale e una d'allenamento – di dimensioni rispettivamente di 60x30 e 31,5x17,5 metri – e poi una per il curling, di 52x26 metri. Molti gli altri spazi: spogliatoi, uffici, magazzino al piano interrato. Poi cucina e ristorante al pianterreno. Al primo piano è invece prevista una palestra tripla multifunzionale, mentre al secondo e al terzo piano il progetto contempla una zona alloggio: camere con bagni, salette multiuso e altri spazi da definire, fra i quali delle palestre dove potersi allenare per gli sport invernali – utilizzando ad esempio la neve artificiale nel caso dello sci alpino e di quello nordico –, ma non solo. Completa poi il centro un'area parcheggio dotata di 140 postazioni, coperte da pensiline dotate di impianti fotovoltaici. Oltre a partite e allenamenti, il centro potrebbe specializzarsi nel recupero dagli infortuni sportivi.
Un progetto ambizioso, che piace al Municipio di Monteceneri. «Il potenziale del progetto è di respiro regionale – commenta Carlo Soldini, capodicastero Edilizia privata –, ma che può essere interessante anche per noi». Il Comune ha messo infatti gli occhi sulla possibilità di utilizzare delle sale riunioni e soprattutto sull'opportunità di utilizzare le piste di ghiaccio a prezzi di favore per gli allievi delle proprie scuole. «Vorremmo instaurare una convenzione prima della domanda di costruzione vera e propria» anticipa il municipale.
L'area – poco meno di due ettari, oggi occupati dalle serre dell'attività vivaistica Manetti e da piccole costruzioni industriali –, ricorsi permettendo, dovrebbe andare incontro a una seria riqualifica per diventare un centro polisportivo di grande interesse e a coprire delle necessità innegabili. Il tutto, in una posizione strategica: centrale ma fuori dai centri urbani, a circa un chilometro dal previsto svincolo autostradale di Sigirino. Ne abbiamo parlato con alcuni rappresentanti dell'hockey, del pattinaggio e del curling luganesi.
«Il centro ci darebbe grossi vantaggi – osserva Marco Werder, responsabile del settore giovanile dell'Hockey Club Lugano (Hcl) –, permetterebbe una riorganizzazione e quindi un aumento della quantità e della qualità degli allenamenti. Ci darebbe un mano enorme. Utilizziamo le strutture sette giorni su sette, anche fino alle 21.30 di sera. E come noi il pattinaggio artistico, c'è una forte densità di ragazzi che fanno sport alla Cornèr Arena». Fra Resega e Reseghina a Lugano le piste sono solo due, mentre fra Hcl e pattinaggio i ragazzi e le ragazze che vi fanno capo sono almeno 700. E il problema è che tutti hanno l'esigenza agli stessi orari. «A causa degli orari scolastici gli allenamenti si possono fare generalmente dopo le 17. Questo vale per tutte le discipline sportive, certo, ma a differenza degli altri noi abbiamo poche strutture e siamo in tanti. Si crea quindi un orario d'imbuto, che ci obbliga a dover cercare soluzioni alternative». «Fin da quando sono arrivato io nel 2007 si parla di una terza pista ed era un tema anche ai tempi del mio predecessore. Da anni abbiamo installato una collaborazione anche con la pista di ghiaccio di Chiasso ma, anche a causa del traffico durante gli orari di punta, è una soluzione sempre meno praticabile. Avere dell'altra superficie ghiacciata per questi sport sarebbe fondamentale. Siamo al limite delle capacità».
«Giustamente la precedenza ce l'hanno loro, ma siamo al limite anche noi», aggiunge Fausta Alberti. Come ci spiega la presidente del Club Pattinaggio di Lugano (Cpl), non sono solo i ragazzi dell'Hcl a stare stretti. «Una squadra di tale portata ha evidentemente molti giocatori (circa 400, ndr) e noi dobbiamo convivere con loro. Ma nemmeno noi siamo pochi: abbiamo circa 300 soci e siamo fra i club più grandi in Svizzera. Grazie al nuovo allenatore, l'ex olimpionico italiano Paolo Bacchini, è arrivato anche un nuovo modo di lavorare e stiamo raggiungendo risultati non indifferenti, ad esempio abbiamo sei ragazze nei quadri nazionali. Siamo quindi sempre alla ricerca di ulteriore ghiaccio». Pur avendo una «buona collaborazione», la coesistenza con l'Hcl non è sempre delle più semplici. «Sul mezzogiorno abbiamo la possibilità di usufruire di entrambe le piste, ma non abbiamo la massa critica – a quell'orario, perché molte ragazze studiano e lavorano – per occuparle. Poi abbiamo il venerdì sera, ma quando l'Hcl gioca non possiamo pattinare, perché lo spessore del ghiaccio è differente. Alcune vengono alle 7 di mattina, ma non è il massimo».
Il legame con l'Hcl porta il Cpl alla costante ricerca di spazi durante i mesi più caldi. «Il centro di Sigirino sarebbe aperto quasi tutto l'anno (per undici mesi, ndr) – nota Alberti –. Sarebbe importantissimo, perché con l'hockey vanno avanti fino a fine aprile e poi la pista riapre a inizio agosto. Tra maggio e luglio siamo costretti ad andare a destra e a sinistra per allenarci. L'anno scorso siamo dovuti andare a Coira, i mercoledì pomeriggio, i sabati, le domeniche. Ma logisticamente e finanziariamente si tratta di sacrifici. Ci sono poi gli stage estivi, però sono costosi e non tutti possono permetterseli». E il problema è anche fuori pista: «Con gli spogliatoi siamo strettissimi. I pulcini ad esempio devono cambiarsi nei corridoi. È poi ci sono le palestre. Quelle alla Resega sono a uso esclusivo dell'hockey. Ci arrangiamo come possiamo, ma a Sigirino ci sarebbe la comodità di avere spazi adeguati per allenarsi anche fuori dal ghiaccio».
Va da sé quindi che il sostegno di Hcl e Cpl al progetto di Ochsner è ampio. «Chi costruisce spazi a favore dei giovani per fare sport penso vada sempre elogiato – sottolinea Werder –. Penso si stia facendo una cosa molto bella a livello sociale, investendo oltretutto fondi privati». «Una pista in più sarebbe davvero preziosa, come il pane. Permetterebbe anche a un maggior numero di giovani di avvicinarsi agli sport di ghiaccio – secondo Alberti –. La struttura a Sigirino significherebbe avere un polo attrattivo durante l'estate, verrebbero qui da altri cantoni e dall'estero, permettendo ai nostri sportivi di confrontarsi con altri. Si potrebbero invitare allenatori dall'estero per organizzare stage e workshop. Ci sono altri centri in Svizzera e all'estero che hanno delle offerte così belle, averne uno in casa sarebbe l'optimum».
Caso a sé, lo rappresenta poi il curling. «In tempi normali, avremmo a disposizione due ore di allenamento alla settimana alla Resega, dove siamo accettati e la collaborazione è buona ma se ci sono partite o allenamenti dell'Hcl da spostare, giustamente hanno la precedenza rispetto ai nostri» spiega Fabrizio Albonico, vicepresidente del Curling Club Lugano. Per ovviare a questi limiti, l'associazione aveva trovato un accordo con la Città per trasferirsi al polo sportivo al Maglio, ipotesi poi caduta per una questione di costi. «Ma poi è stata trovata a Sigirino questa soluzione ancor più vantaggiosa». Albonico, che è anche segretario della Federazione Curling Ticino (Fct), ci spiega che l'idea è di crearvi un «centro regionale che raggruppi tutte le associazioni ticinesi: è una zona perfetta, molto centrale e ben servita dai mezzi. L'opposizione ci rammarica molto, anche perché il progetto è molto incentrato sulla formazione dei giovani».
La valle del Vedeggio potrebbe ospitare inoltre un polo di interesse nazionale. «Swiss Curling, la Federazione svizzera, ha costituito un concetto di formazione nazionale dei giovani istituendo sei centri. Uno nazionale a Bienne e cinque di carattere regionale: Ginevra, Losanna, Berna, San Gallo e il quello per il Sud, che sarebbe stato al Maglio e quindi ora invece a Sigirino – chiarisce Albonico –. Significa che Swiss Curling invierebbe le squadre nazionali, soprattutto gli juniores, per i campi di allenamento». Una grossa opportunità, anche per «lanciare una campagna rivolta ai giovani che in questo momento in Ticino non può prendere piede perché gli spazi sono limitatissimi». I giocatori attivi, che si allenerebbero quindi a Sigirino, nel cantone sono circa 150, «ma il margine di crescita è grosso, lo vediamo regolarmente con le porte aperte. È uno sport che secondo me ha un potenziale inespresso molto grande: è adatto a tutte le età, con i dovuti accorgimenti anche a persone con diverse disabilità».
E sebbene in queste fasi preliminari e con oltretutto un'opposizione pendente parlare di costi sia prematuro, Albonico svela che vi sarebbe la possibilità di accedere a importanti fondi. «Trattandosi di un progetto di valenza nazionale, la Federazone potrà contare sulla Cisin (Concezione degli impianti sportivi di importanza nazionale, ndr). Il progetto della Fct è già stato accettato e ciò significa che avremmo diritto fino a un massimo del 40% del costo di costruzione e a una partecipazione ai costi di gestione». E su fondi cantonali e nazionali si augura di poter contare anche l'Hockey Club Ceresio (Hcc). «Non solo siamo interessati al progetto (di Sigirino, ndr), ma vogliamo anche essere partecipi alla costruzione – anticipa il presidente Mauro Osenda –. Come associazione sportiva potremmo accedere a fondi da parte del Cantone e della Confederazione. Già solo con il nostro club l'utilizzo delle piste sarebbe interamente garantito». Il club con sede a Rivera, fra professionisti, giovani e veterani conta oltre una dozzina di squadre.