Locarnese

Microonde liceo Locarno: ‘Il problema non sono le schiscette’

Il Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti sostiene la richiesta e aggiunge: giù i prezzi nelle mense scolastiche

L'azione di protesta di venerdì scorso
1 febbraio 2021
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Il Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti (Sisa) ha osservato l’azione di protesta organizzata al Liceo di Locarno dagli alunni, che chiedono di poter riscaldare il proprio pasto nella sede, senza dover aspettare ammassati per oltre 30 minuti, bruciandosi la pausa pranzo. Venerdì scorso negli spazi esterni della sede è pure stata proposta un'azione dimostrativa, con un generatore e alcuni microonde portati da casa. 

Stando al Sisa ”è del tutto legittimo” che uno studente voglia consumare un pasto portatosi da casa, la classica “schiscetta”, per risparmiare. “Purtroppo la storia a cui assistiamo a Locarno non presenta nessun elemento di novità: in altre sedi scolastiche cantonali la musica è periodicamente la stessa – indica il sindacato in una nota inviata ai media –. Difatti, per non introdurre dei microonde supplementari, le ragioni che vengono presentate dall’Ufficio della refezione e dei trasporti pubblici (Urts) sono sempre le stesse in tutte le scuole e mettono in contraddizione l’interesse degli studenti con quello dei dipendenti pubblici. Infatti secondo l’Ufficio, l’introduzione dei microonde metterebbe in discussione la sostenibilità finanziaria dei suoi servizi e di conseguenza la posizione dei dipendenti pubblici. Questa retorica non fa altro che sviare il discorso ed eludere il problema affinché non si trovi una soluzione reale, mettendo oltremodo gli interessi degli studenti contro quelli dei dipendenti della mensa”.

Il Sisa sostiene la protesta messa in atto al Liceo di Locarno “nell’attesa di una risposta seria da parte del Decs, a cui l’Urts fa capo. L’interesse del corpo studentesco e dei dipendenti pubblici non sono in contraddizione. Se gli studenti progressivamente ricorrono alle schiscette, bisogna introdurre più microonde e significa, come abbiamo già segnalato nel 2014, che il costo dei pasti a scuola non è sostenibile per tutte/i: affinché la refezione scolastica resti un punto di riferimento per le studentesse e gli studenti, si abbassino i prezzi dei pasti offerti”.

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