Locarnese

Locarno, ‘no ai tagli salariali al personale del CBR!’

Interrogazione al Municipio sulla decisione del CdA di ridurre i salari al personale della struttura a causa delle difficoltà economiche generate dalla pandemia

20 dicembre 2020
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La pandemia globale del coronavirus non ha risparmiato il Lido di Locarno (CBR) che, nonostante un’estate migliore delle previsioni che si potevano fare in primavera, ha comportato minori entrate economiche. Ne è consapevole Fabrizio Sirica, consigliere comunale di Locarno che, al riguardo, ha inoltrato un'interrogazione al Municipio cittadino. Sirica richiama l'attenzione dell'autorità sul comportamento del CdA della Cbr, che, “spinto dalla difficoltà finanziaria riscontrata e dalle previsioni incerte per il primo periodo dell’anno 2021, forse ancora caratterizzato da una situazione pandemica irrisolta e quindi a restrizioni di movimento e attività, ha optato per contenere i costi”. Sin qui tutto bene, verrebbe da pensare. Se non che lo stesso CdA, aggiunge il legislatore “ha proposto ai dipendenti e alle dipendenti la rinuncia del 20% dell’attività lavorativa e del salario per il periodo dal primo gennaio al 30 aprile del prossimo anno”.

Opzione lavoro ridotto non considerata

Sirica si chiede innanzitutto come mai non si sia fatto capo allo strumento del lavoro ridotto: “uno strumento per l’appunto pensato per evitare licenziamenti per quelle attività colpite da un momentaneo e congiunturale abbassamento della mole di lavoro. La risposta è semplice, in quanto azienda composta da azionisti pubblici ha la copertura del deficit e il rischio aziendale deve essere preso in carico dagli stessi. Tuttavia, con questa decisione, il Consiglio di Amministrazione sceglie di far pagare la pandemia all’ultima ruota del carro, all’anello più debole e indifeso: i lavoratori e le lavoratrici! Tutto ciò è semplicemente inaccettabile, con questo trattamento siamo nella paradossale situazione per la quale queste persone hanno meno tutele e diritti di persone assunte in un’azienda privata (che in una tale situazione sarebbero al beneficio, su una % di lavoro parziale, della copertura del salario da parte del lavoro ridotto)”.

“La Città, quale principale azionista, intervenga!“

“Come principale azionista il Comune di Locarno (così come gli altri comuni azionisti) ha una responsabilità verso queste persone e non può permettere un tale trattamento. Non deve essere chi lavora ad assumersi il rischio e a pagare!“ – prosegue l'esponente socialista, che biasima pure la gestione dei rapporti tra i vertici della CdA e il personale – “I dipendenti sono stati convocati sabato 12 dicembre e hanno avuto 4 giorni per decidere se accettare o meno la proposta. È stato chiesto loro di rispondere in maniera individuale alla consultazione. Certo, si scrive che non ci sarebbero state ripercussioni per chi non accettava, ma nella testa dei dipendenti pesa come un macigno la paura del licenziamento, che non è stata scartata nero su bianco. Una consultazione di questo tipo andava fatta in maniera collettiva e coinvolgendo i partner sociali. Un’ultima considerazione (e annesso messaggio di solidarietà) va nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori a ore e su chiamata. Loro saranno inevitabilmente i più colpiti da questa inaccettabile proposta qualora vedesse la luce. Gli ultimi, i più precari e con meno diritti pagano un’altra volta più di tutti. È questo che vuole, o che avvalla, il Municipio?”

All'Esecutivo di Palazzo Marcacci il consigliere comunale chiede, quindi, un intervento a tutela dei dipendenti e una presa di posizione sui tagli proposti al personale della struttura.

 

 

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