Locarnese

Locarno, i vertici si declinano al maschile

Un'interrogazione, una mozione e ora le considerazioni di Fabrizio Sirica (Ps) sui dati relativi al personale della Città

14 gennaio 2020
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«Locarno non è una città per donne, verrebbe da dire. Perlomeno se prendiamo Locarno come datore di lavoro». Sono considerazioni di Fabrizio Sirica, consigliere comunale Ps, primo firmatario di un’interrogazione sul tema, presentata al Municipio lo scorso 30 settembre. La risposta dell’Esecutivo è di alcuni giorni fa: una serie di tabelle da cui emergono dati interessanti che si prestano a un’analisi approfondita.

A proporla è lo stesso Sirica: «Il nostro gruppo voleva sapere se tra donne e uomini ci sono pari opportunità a Locarno. Più precisamente chiedeva di avere i dati riguardanti la ripartizione per genere nella scala salariale e tra i funzionari dirigenti», spiega l’intervistato.

«Quel che emerge è chiaro: le donne nell’amministrazione cittadina sono in maggioranza tra le retribuzioni più basse (dalla classe salariale 1 alla 4), sostanzialmente si eguagliano con gli uomini tra i salari medio bassi (dalla classe 5 alla 13), mentre scompaiono letteralmente tra le classi più alte, dalla 14 alla 26. Per prendere un buon salario a Locarno bisogna essere uomo?».

Ma c’è una altro aspetto che Sirica definisce deplorevole: «In alcuni settori vi è una maggioranza di donne. Ma poi, inspiegabilmente, negli stessi settori i ruoli dirigenziali sono affidati agli uomini. È il caso dell’istituto San Carlo, dove il 78 per cento del personale è di sesso femminile, ma tra i 10 funzionari dirigenti solo il 30 per cento sono donne. Proporzioni simili le ritroviamo nel settore educazione, cultura e sport: 73 per cento di donne al lavoro, solo il 25 per cento al comando».

‘Ai concorsi partecipano più uomini’

Una spiegazione la fornisce il Municipio nella risposta all’interrogazione: negli anni 2018-2019 ai concorsi pubblici di assunzione del personale a Locarno hanno partecipato soprattutto uomini (1185 contro 886). Di più: “In alcuni ambiti professionali si evince una presenza più marcata degli uomini (operai, sicurezza, tecnico, informatico, quadri) o delle donne (cure, educazione, servizi di pulizia, amministrativo), probabilmente ancora a seguito di stereotipi che perdurano”.
Per Sirica il fatto è un altro: «La Città, come ogni datore di lavoro, dovrebbe dotarsi di un’organizzazione maggiormente attenta alla necessità famigliari e alla parità. Delle semplici misure, attuabili nel corto termine, sono ad esempio permettere che i ruoli dirigenziali possano essere ricoperti in co-conduzione, favorendo il lavoro percentuale per tali cariche, permettendo così a donne e uomini di poter pensare alla carriera, ma anche alla conciliabilità con gli impegni familiari. Oltre a queste azioni puntuali occorre riconoscere il problema, che oggi pare ancora banalizzato e sottostimato».

Una mozione di Sirica, che chiede un impegno concreto per la parità, con pubblicazione annuale di un bilancio e delle misure concrete per debellare le discriminazioni, è ferma nei cassetti di una commissione da circa due anni. «È triste – conclude il consigliere comunale socialista –. Un chiaro sintomo di disinteresse, per altro irrispettoso dei termini legali stabiliti dalla Legge organica comunale. La parità non è una questione femminile, riguarda anche noi uomini, innanzitutto per una questione di giustizia sociale, in secondo luogo perché la società fondata sul modello patriarcale fa male pure agli uomini».

Il sindaco: ‘Tema da approfondire’

Sulla questione abbiamo interpellato il sindaco Alain Scherrer, che ribadisce come da parte del Municipio non ci sia mai stata discriminazione di genere nelle scelte del personale: «Siamo sensibili alla questione e anche per il futuro avremo un occhio attento. Non è però sempre facile, ad esempio, frammentare i posti di lavoro dirigenziali. Sono comunque temi importanti che affronteremo nuovamente e in modo approfondito nel corso prossima legislatura».