Interventi a favore della nidificazione di colonie delle specie migratorie: ultimo in ordine di tempo, la posa di nidi all'esterno dell'istituto elementare
Un garrito stridulo squarcia l'azzurro terso inondato dal solleone che scalda il campanile, baricentro di un turbinio d'ali orbitanti. Tutto sfuma; era un ricordo estivo. L'immagine è classicissima e pare rispondere a una legge naturale: una torre campanaria chiama sempre a sé rondini e rondoni. Lasciamo “le campane al loro cerchio di rondini” (ci torneremo in seguito con un'anticipazione), ma teniamo d'occhio le specie. Semplificando – non ce ne vogliano gli esperti –, nei mesi fra maggio e agosto questi uccelli nidificano nella nostra come in altre regioni, stabilendovi colonie (protette dall'autorità) che tornano ogni anno, come a Muralto.
Come mai, seppur fuori stagione, scriviamo di questi migratori? E che cosa c'entra Muralto? Perché, da circa un mese, su alcune pareti esterne dell'edificio scolastico elementare è comparsa una serie di casette in legno: nidi, appunto. La loro posa è stata fatta in ottobre ed è stata l'ultima tappa di un'iniziativa del Comune di Muralto nata poco più di un anno fa che ha coinvolto l'istituto scolastico, come raccontano la promotrice Anna Maria Sury (vicesindaca dell'ente, nonché capodicastero Opere pubbliche) e l'ex direttore dell'istituto scolastico Emilio Pozzi, ancora in carica quando è stata lanciata; oggi – fra gli altri impegni – è presidente dell'Accademia ticinese di musica.
L'avventura dei nidi, racconta la vicesindaca, vede più puntate: la prima riguarda la storia della torretta. «Tutto è partito con l'abbattimento di una casa ospite di una colonia di rondoni, a Muralto ce ne sono diverse. Volevamo che, una volta tornati dallo svernamento, gli uccelli trovassero ancora le loro case. Avevamo quindi apposto nidi e richiamo alla costruzione, grazie anche al sostegno del proprietario dell'abitazione». Allora, spiega l'interlocutrice, «avevamo pure notato che il tema suscitava notevole interesse; senza dimenticare che è una specie che si nutre quotidianamente di una cospicua quantità d'insetti, fra cui la zanzara tigre». Quindi, i rondoni sono alleati ideali per fare la lotta in maniera naturale all'insetto che da anni sta infestando diversi Comuni della regione. «Da lì, l'idea è stata dunque trovare soluzioni che permettessero di ospitare più rondini e rondoni nel nostro Comune».
A Muralto sembra quindi prendere forma una rete di postazioni sicure per la nidificazione di queste specie, soprattutto dei rondoni che nel loro volo ininterrotto si posano solo per nidificare, in genere nello stesso posto in cui sono nati. Gli interventi di messa a punto di case sicure per rendere ospitale Muralto sono infatti diversi, come spiegato da Anna Maria Sury.
Oltre alla torretta – dietro il Cinema Rialto, in via G. Mariani –, anche la chiesa di San Vittore offre casa a diversi esemplari. Torniamo così al binomio quasi indissolubile campanili-rondini. «In questo periodo, si stanno facendo lavori al tetto dell'edificio sacro, ma si stanno anche sistemando tutti i buchi nelle facciate, dove solitamente i rondoni costruiscono il loro nido. Molti di questi fori in passato sono stati chiusi per evitare che vi entrassero piccioni, distruggendo i nidi e creando altri problemi. Tuttavia, la riduzione di questi buchi non era idonea alla nidificazione dei rondoni, anzi costituiva un pericolo», chiarisce la vicesindaca. Ora, «con questi lavori alla chiesa, si sta procedendo anche alla sistemazione dei fori affinché quegli uccelli possano nidificare in sicurezza. Un intervento oculato – sottolinea – e stabilito seguendo le direttive dei Beni culturali, poiché San Vittore è parte del patrimonio protetto». La soluzione permette ai rondoni l'ingresso nei buchi, ma non ai piccioni.
All'elenco dei numerosi interventi in favore dei volatili, ecco aggiungersi l'iniziativa che coinvolge le Elementari muraltesi che in futuro offriranno diversi tipi di nido, per rondini e rondoni. «Gli allievi hanno mostrato grande interesse per il tema», quindi anche l'istituto scolastico è stato coinvolto con la posa dei manufatti, che saranno punto privilegiato per l'osservazione da parte degli scolari, andando a soddisfare anche la didattica naturalistica.
Facciamo allora un passo indietro e torniamo al 2019, a cavallo fra agosto e settembre, quando una quarantina di vecchi banchi (degli anni Sessanta) non più a norma, delle Elementari è stata messa all'asta a offerta libera, partendo da una base di venti franchi. Il ricavato guadagnato – più una donazione – è stato quindi utilizzato per acquistare nidi per rondini e rondoni progettati e realizzati ad hoc. «Un'iniziativa che inaspettatamente ha suscitato successo e ha visto una grande adesione», ricorda Pozzi con entusiasmo. «I banchi scolastici andavano cambiati, perché vecchiotti. Qui è entrata in gioco Anna Maria Sury che ha proposto di metterli in vendita e sono andati inaspettatamente a ruba».