Il Municipio risponde all'interrogazione di Fabrizio Sirica (Ps): ‘Se ci sarà richiesto, faremo la nostra parte’
A Moria sull’isola di Lesbo si trova il più grande dei centri creati dall’Ue per “arginare” i movimenti migratori verso l’Europa. In un campo previsto per tremila persone, se ne trovano ammassate 13mila, bloccate per la quarantena imposta dopo la scoperta di alcuni casi positivi al coronavirus. Il recente incendio che ha distrutto il campo ha reso la situazione assolutamente disperata: i rifugiati si ritrovano senza riparo, senza acqua. “È importante per la nostra dignità umana non chiudere gli occhi davanti a questa tragedia, chiedere l’evacuazione immediata dei profughi di Moria e accogliere nel nostro paese una parte di loro”, scriveva lo scorso 10 settembre il consigliere comunale di Locarno Fabrizio Sirica (Ps), nella sua interrogazione “Accogliamo i rifugiati di Moria. Possiamo restare a guardare senza far nulla?”.
Nei giorni scorsi è arrivata la risposta del Municipio cittadino: “La competenza in materia di asilo è federale. Il Cantone e i Comuni non hanno la possibilità di decidere di accogliere i richiedenti asilo o i rifugiati. Solo la Confederazione ha l'autorità per trattare domande d'asilo e dare accoglienza. La situazione di Moria non è una novità, anche se è stata portata all'attenzione pubblica dai recenti fatti tragici; assumiamo quindi che sia conosciuta e valutata dalla Confederazione, al di là dell'emergenza acuta delle ultime settimane”.
Sirica ha chiesto al Municipio se “è disposto a dichiararsi pronto ad accogliere a Locarno un numero adeguato di profughi, specialmente famiglie con bambine e bambini, giovani non accompagnati e malati”.
L'esecutivo spiega che la Confederazione non ha ancora sviluppato un progetto nazionale per i rifugiati di Moria. “In caso questo fosse realizzato, il Cantone sarà chiamato ad accogliere i rifugiati secondo una chiave di riparto, che è fissa ed è calcolata ogni anno in base a criteri ben specifici. Per il Ticino è del 4,1 per cento del numero totale. In quel caso il Comune, se chiamato dal Cantone, farà la sua parte. Nel frattempo la Città svolge una serie di attività per rafforzare l'integrazione delle persone straniere sul suo territorio, per esempio attraverso l'Ufficio dell'operatore sociale o promuovendo progetti d'integrazione e di socializzazione”.