'Uniti per Brissago' ha sottoposto al Municipio un piano di rilancio del tessuto economico locale basato anche su fondi di aiuto per agevolare gli acquisti
Aiuti per le microimprese, i ristoranti, i negozi, i bar, gli artigiani e gli hotel, come pure alla popolazione locale. Non pensati unicamente come "antidoto" al Covid-19, bensì intesi come un vero e proprio piano di rilancio del tessuto economico di un Comune, quello di Brissago, da tempo confrontato con difficoltà congiunturali di vario genere. Misure che, se adottate, a detta del gruppo Uniti per Brissago che le ha di recente sottoposte al parere del Municipio, consentiranno di migliorare l'attrattività del borgo di confine, accrescere i consumi interni, stimolare ulteriori investimenti. In altre parole, a dare una bella boccata di ossigeno al paese nel brevissimo periodo, senza vuotare il forziere comunale e mettere in ginocchio i cittadini contribuenti. «All'interno del nostro gruppo, rispondendo all'appello dell'esecutivo, abbiamo fatto alcuni ragionamenti su come attuare un piano di rilancio interno che andasse oltre la grave emergenza Covid-19 - spiega Spartaco Jotti, consigliere comunale - Pure il gruppo Ps e il Plr hanno preparato le loro rispettive proposte d'azione, consegnate al Municipio. Nell'attesa di una risposta, ci siamo spinti oltre, formulando, sulla base di quanto avevamo allestito per l'occasione, il nostro progetto in maniera più dettagliata e precisa». Il documento è stato recapitato all'Amministrazione proprio lunedì scorso.
Emergenza sanitaria ed emergenza economica, due concetti mai così legati come nel periodo storico in cui stiamo vivendo. Lo hanno capito anche i paracarri; secondo Uniti per Brissago, è dalla forza produttiva locale reale che bisogna ripartire, senza lasciare indietro nessuno. Come? Non elargendo semplicemente aiuti pubblici una tantum, bensì aumentando il potere di acquisto della gente all'interno dei confini brissaghesi. Per farlo, il gruppo politico chiede, quale presupposto, la creazione di un fondo di 500mila franchi (una tantum per il 2020) atto a erogare aiuti sotto forma di prestiti o di concedere facilitazioni alle piccole e medie aziende, come pure l'adozione di uno specifico regolamento per le prestazioni in ambito economico.
La prima domanda che sorge spontanea, a questo punto, è dove reperire il mezzo milione auspicato. In primis, agenda alla mano, passando da una rivalutazione degli investimenti previsti che, in questo momento, non danno indotto al Comune e che possono benissimo essere posticipati di qualche anno. A preventivo 2020, ad esempio, figurano 2,26 milioni. "Sfoltendo" la lista delle opere da mettere in cantiere, si possono risparmiare 1,28 milioni, limitando quindi la spesa a 987mila franchi. Va precisato, a scanso di equivoci, che si tratta di un riposizionamento delle opere pubbliche previste negli anni a venire, dopo attenta pianificazione e la presentazione di un piano degli investimenti e finanziario che abbraccino più anni. Una parte del capitale sarebbe così già trovata. Altra sorgente da sfruttare, quella delle continue sopravvenienze d'imposta registrate a consuntivo. Andrebbero a costituire la linfa necessaria ad alimentare ulteriormente il fondo.
Il discorso si fa più intrigante quando si entra nel campo dell'incremento del potere d'acquisto e dell'indotto commerciale, che tocca, indistintamente, cittadini di Brissago, possessori di residenze secondarie e pure gli albergatori. Qui le proposte partono da buoni d'acquisto del valore di 100 franchi per domiciliati e "ospiti" da spendere unicamente nei negozi del paese. Ogni acquisto effettuato con i buoni può però corrispondere al massimo del 30% di ogni spesa. Così facendo, secondo i calcoli, si crea un indotto di circa 1,89 milioni per il solo 2020 (idem per l'anno successivo). I commercianti che verranno pagati con i buoni, previo la presentazione della ricevuta, otterranno un rimborso dal Comune. Agli albergatori, invece, i buoni d'acquisto destinati ai loro ospiti avranno un valore di 30 franchi. Varrà sempre lo stesso principio applicato per i privati (le agevolazioni saranno da consumare a Brissago e non altrove). Anche in questo caso l'investimento massimo previsto per i buoni non dovrà oltrepassare i 570mila franchi annui.
Il piano Marshall di Uniti per Brissago chiama in aiuto i suoi cittadini "benestanti", ai quali si suggerisce di chiedere - dopo valutazione legale e fiscale con le competenti autorità tributarie - dei contributi straordinari poi compensati da deduzioni sulle imposte a loro vantaggio (come avviene con le donazioni a favore di associazioni benefiche o altro).
Se i calcoli del progetto strategico troveranno conferma, ripercussioni positive potrebbero interessare anche il moltiplicatore d'imposta (da riportare possibilmente all'80%). Mossa che consentirebbe di rendere più appetibile il Comune a potenziali nuove famiglie. "Elemento fondamentale per la costruzione di questo sviluppo che sappiamo si può ottenere senza compromettere le risorse dell'ente, in maniera sostenibile dal punto di vista economico - conclude Jotti - è uscire dalla situazione di difficoltà nel più breve tempo possibile, passando all'azione con il coinvolgimento di tutti gli operatori istituzionali territoriali ".