I due dipendenti di Locarno lasciati a casa nel 2018 per le troppe ore di assenza l'hanno, in parte, spuntata. Un'interpellanza ne chiede ora la riassunzione
Dipendenti licenziati, “nossignori!”. Il Municipio di Locarno dovrà tornare – almeno in parte – sui suoi passi. Lo ha deciso il Tram, che ha accolto il ricorso di uno dei due operai lasciati a casa a causa di un numero eccessivo di ore di assenza dal posto di lavoro. I fatti, lo ricordiamo, risalgono al gennaio 2018, quando l’Esecutivo cittadino decise di disdire il rapporto di impiego con un cinquantenne, da 20 anni al servizio della Città e il suo collega, pure lui con due decenni di servizio alle spalle. Vi fu, come si ricorderà, una mezza insurrezione tra i dipendenti dell’amministrazione (61 dei quali firmarono una lettera per chiedere la riassunzione). Non servì, tuttavia, a nulla. Anche la politica si mosse. Il consigliere comunale socialista Fabrizio Sirica, spalleggiato da diversi esponenti della sua corrente e di legislatori di altri gruppi, firmò un’interpellanza per ridare, ai due, il loro posto, ipotizzando lacune nel computo delle ore e puntando sul lato umano della vicenda. Anche in questo caso, però, il Municipio rispose picche. Ritenendo il licenziamento illegittimo, come detto, i due ex dipendenti si rivolsero al Tram. Quest’ultimo, in novembre, ha definito ingiustificato il licenziamento del cinquantenne sotto tutti i punti di vista. Discorso diverso per il collega, che a causa di un infortunio era andato ben oltre la soglia delle 540 giornate di assenza dal posto di lavoro. Motivo per cui l’agire dell’autorità di Palazzo Marcacci risulta legittimo. Stando così le cose – osservano Sirica e cofirmatari in un nuovo atto parlamentare al Municipio – l’Esecutivo è invitato a fare retromarcia, scusarsi con l’interessato e riassumerlo. Per il suo collega, invece, provato da questa triste storia, i firmatari chiedono venga almeno aiutato a trovare un impiego altrove. Non da ultimo il Comune dovrà risarcire alla controparte le ripetibili e il dipendente potrà chiedere un indennizzo per il licenziamento abusivo e i danni morali subiti. Sempre che Palazzo Marcacci non abbia deciso, nel frattempo, di appellarsi al Tribunale federale per chiedere di annullare la sentenza del Tram.