In un'interpellanza, primo firmatario Fabrizio Sirica (Ps), si accusa l'Esecutivo di decisione 'ingiusta'. Le lunghe assenze 'dipese da infortuni professionali'
Fabrizio Sirica (Ps) è il primo firmatario di un'interpellanza diretta al Municipio di Locarno nella quale si chiede di rivalutare la situazione di due ex colleghi licenziati dal Municipio stesso lo scorso anno, il cui reintegro era stato chiesto tramite un appello sottoscritto da 61 altri dipendenti. L'interpellanza parla di licenziamento "ingiusto", a proposito dell’applicazione dell’articolo 81 a, cpv. 1 e 2, del “Regolamento organico dei dipendenti Comune di Locarno” (Rod) che disciplina il numero massimo di assenze oltre il quale si è licenziabili.
"Sentiamo di dover dare alla faccenda un’interpretazione etica e comprensiva dal lato umano" scrivono Sirica insieme a Pier Mellini e Damiano Selcioni (Ps), Simone Beltrame e Mauro Cavalli (Ppd), Matteo Buzzi (Verdi) e Marko Antunovic (Plr). "Non vogliamo addentrarci su questioni tecniche, come il fatto che sono stati conteggiati come giorni interi di assenza anche giornate in cui i lavoratori hanno operato nella misura del 50% (per reintegrare il lavoro dopo periodi di infortunio) gonfiando di molto il dato totale. Desideriamo soprattutto sottolineare che il Municipio riconosce a questi nostri ex dipendenti che le loro assenze erano corredate da certificati medici validi, comprovati e che non sono stati messi in discussione. Non si tratta pertanto di assenteismo o scarsa propensione al lavoro".
Gli interpellanti rimarcano come i giorni d'assenza, seppur numerosi "sono dovuti ad infortuni professionali! In altre parole, nell’ambito della loro professione, che comprende mansioni fisicamente logoranti, essi hanno subito degli infortuni. Invece di offrire riconoscenza per le tante ore impiegate in favore dei servizi per la città, invece di loro la possibilità di reintegro oppure di evitare di conteggiare quei giorni nel computo delle assenze, il Municipio li liquida!". Inoltre, criticano il non aver messo, da parte del Municipio, "in discussione il curriculum professionale e il lavoro svolto per quasi due decenni dagli operai. Non vi è traccia di rimproveri, ammonimenti, nulla. Anzi, in uno dei due casi c’è pure una valutazione positiva dell’operato professionale, ancora pochi mesi prima del licenziamento".
Nell'interpellanza si parla di "freddezza", quella con la quale il Municipio avrebbe trattato le due persone e che sarebbe dimostrata dall'estratto di una presa di posizione firmata dal Sindaco a nome dell'esecutivo: “La disdetta non è da ricondurre ad un comportamento reprensibile, ma a cause oggettive di natura valetudinaria e quindi indipendenti dalla volontà del dipendente (…) in altre parole, è licenziato per causa e non per colpa (…) Poco importa che le sue prestazioni di lavoro fossero buone o scadenti".
Concedendo ragione all'esecutivo "sul piano legale", Sirica a nome suo e degli altri sei firmatari, definisce questo comportamento "ingiustificabile a livello morale", un gesto "privo di gratitudine". Considerata l’età degli ex dipendenti, inoltre, "il Municipio con questa scelta sottopone queste persone ad un elevato rischio psicosociale. La frustrazione derivata dall’ingiustizia subita, il sentimento di totale irriconoscenza del datore di lavoro per il quale per quasi 20 anni si sono spesi, sommato alle oggettive difficoltà di trovare una nuova soluzione lavorativa, costituiscono fattori di rischio non indifferenti". Da cui, un rischio boomerang che potrebbe ripercuotersi sulla collettività "in termini di spesa sociale" e "compromettere pesantemente la qualità della vita dei lavoratori e delle loro famiglie".
I firmatari si chiedono se "questo drastico cambio di rotta, questa strategia, rappresenti un metodo di gestione portato dal nuovo direttore del personale. Serpeggia infatti, comprensibilmente, l’idea che questi licenziamenti siano atti dimostrativi, per far vedere che la musica è cambiata e per scoraggiare le assenze. Una sorta di punirne alcuni per educarli tutti". E concludono con 5 domande: