Locarnese

Coazione sessuale, condannato il frate cappuccino

Tre anni, di cui uno da espiare, al religioso di origine indiana che (anche alla Madonna del Sasso) voleva liberare dal demonio una donna schizofrenica, ma ne abusò

Ti-Press
18 dicembre 2019
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È stato condannato pochi minuti fa dal giudice Amos Pagnamenta il frate 44enne, di nazionalità indiana, dell'ordine dei Cappuccini, che viveva alla Madonna del Sasso di Orselina. L'uomo è stato riconosciuto colpevole di coazione sessuale e atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere. La pena complessiva: tre anni di carcere, di cui 12 mesi da espiare e 24 mesi sospesi con la condizionale per un periodo di prova di due anni. Al termine della carcerazione sarà espulso dalla Svizzera per sette anni.

Il giudice ha definito la colpa commessa dal 44enne “media dal profilo oggettivo”, perché gli atti sessuali non sono stati eccessivamente invasivi (toccamenti sui seni e sugli organi genitali, ma mascherati da benedizione) ed “estremamente grave dal profilo soggettivo”, poiché ha agito per il suo appagamento sessuale con una persona gravemente malata". La vittima è stata ritenuta credibile, mentre per Pagnamenta l'imputato ha sempre mentito.

Nella sua requisitoria la procuratrice pubblica Valentina Tuoni aveva rilevato che i toccamenti sono da considerare a tutti gli effetti atti sessuali. Una colpa gravissima – l'ha definita Tuoni – poiché come frate ha abusato della fiducia e della confidenza accordategli da un fedele. Ben sapendo, inoltre, che la donna era affetta da gravi turbe psichiche.

La difesa per contro ha chiesto il proscioglimento. L'avvocato Stefano Pizzola ha ammesso un comportamento censurabile da parte del suo assistito, ma ciò – ha affermato – non basta per una condanna penale; non ci sarebbero gli estremi per configurare il reato di coazione sessuale visto che l'imputato non ha mai forzato la sua vittima.