Il bando per l’adeguamento del progetto pubblicato dall’Ustra estromette il Consorzio Tarabusino, da anni impegnato con la Bozza verde. Incredulità e critiche.
Incredulità e smarrimento. Sono i sentimenti che emergono dall’interno del Consorzio Tarabusino di fronte al “comma 5” del punto 4.5 dell’ormai famoso bando di concorso pubblicato da Ustra per l’adeguamento del progetto generale “Bozza verde” di allacciamento autostradale A2-A13, ovverosia lo stesso bando che ha fatto sobbalzare il Consiglio di Stato vista la prospettiva di ulteriori 30mila ore di lavoro (2 anni) su un progetto generale che si considerava ormai quasi pronto per il Consiglio federale. Ebbene, il punto 4.5 del bando sancisce l’esclusione in blocco di tutto il Consorzio Tarabusino – e delle singole ditte che lo costituiscono – “in quanto hanno elaborato il Pg 2019”. Tradotto: chi ha lavorato, su mandato del Cantone (e in stretta collaborazione con Ustra Ticino) al progetto generale, è stato estromesso d’ufficio dall’adeguamento del suo proprio progetto, ora in procinto di finire nelle mani di Ustra Svizzera. Un’eccezione è stata fatta per lo studio Neuenschwander Consulting Engineers e lo studio d’architettura Jachen Könz, che hanno funto da consulenti per il Cantone per il progetto generale; pur essendo “preimplicati”, si legge, “possono tuttavia partecipare al concorso presentando l’offerta come singola ditta o in consorzio”.
Tutti i tecnici del Tarabusino raggiunti dalla “Reione” per un commento sull’esclusione dal bando chiedono di non essere nominati. Ma l’incredulità, come accennato, è unanime. Un primo interlocutore sostiene di «non avere nessunissima idea del perché vi sia stata questa esclusione. È stata una sorpresa perché siamo tranquillissimi sul lavoro fatto – constatato anche da Ustra – e avremmo potuto ancora essere utili. Può darsi che vogliano avere un altro parere sul tracciato per capire se sia veramente fattibile così com’è stato presentato. È l’unica risposta che posso darmi. Sono anche stupito dalle polemiche che emergono ora sul progetto: vivendola dall’interno sembrava che tutto andasse bene. C’è anche da aggiungere che non è che ci siano mille varianti, per attraversare il Piano di Magadino».
In termini generali, quando Ustra fa dei bandi può escludere chi ha fatto studi precedenti, ma è raro, aggiunge un secondo tecnico: «Solitamente accade il contrario. La giustificazione di una scelta simile è che chi ha già partecipato a studi precedenti dispone di informazioni aggiuntive rispetto a chi non lo ha fatto. È ovvio che gli interessi, le finalità e i compiti di Ustra non sempre combaciano con priorità e interessi dei Cantoni». Inoltre, «questo progetto così com’è oggi contiene molti interventi che regolano il traffico regionale, che alla base non sono di competenza di Ustra. Si può credere che le priorità poste dal Cantone per lo sviluppo del progetto forse non sono esattamente le stesse rispetto a quelle poste dall’Ustra. Ciò non significa che il progetto generale verrà modificato in modo sostanziale – 30mila ore di lavoro su un progetto da 1,6 miliardi sono un’entità relativamente modesta –, ma forse il finanziamento federale non sarà sulla totalità degli interventi di carattere regionale». Un terzo tecnico si dice «incredulo. Una cosa del genere non si è mai vista. Se si trattava solo – come inizialmente ci era stata venduta – di prendere il progetto, cambiare i titoli e metterlo nel formato Ustra, non c’erano problemi ad essere esclusi. Quando però emerge che sono previste altre 30mila ore di lavoro, allora si capisce che in ballo c’è altro e che quanto sta succedendo non ricalca la prassi». La logica, conclude un quarto membro del Consorzio Tarabusino, «suggerisce che se ci sono richieste di approfondimento se ne occupa chi ha portato avanti il progetto e lo conosce bene. Non so cosa sia successo fra Cantone e Ustra, ma ritengo che buttare all’aria tutto con due anni di adeguamento del progetto sia un grossissimo errore per le moltissime riflessioni e i grandi cambiamenti verificatisi in un contesto progettuale veramente molto ma molto complesso».