Per il 53enne del Locarnese dieci mesi da espiare, il resto sospeso. Il giudice: 'Ha agito per soddisfare le proprie pulsioni'
Coazione sessuale in parte tentata e tentata violenza carnale. Il 53enne del Locarnese a processo oggi alle Criminali di Lugano è stato condannato a tre anni di detenzione, di cui 10 mesi da espiare in carcere e 26 mesi sospesi condizionalmente per due anni. Alla vittima, all’epoca dei fatti (marzo 2015) 19enne cliente del suo albergo, andranno 10mila franchi per risarcimento del torto morale. Parzialmente accolto, dunque, l’atto d’accusa. L’unico elemento che mitiga la colpa, alla fine, è che sia l’atto sessuale completo che il tentativo di fellatio portato dall’uomo non sono stati portati a termine.
“Non si è fatto scrupoli nei confronti di una giovane donna che ha avuto la malaugurata sorte di accettare l’ospitalità di un albergatore, e che nulla aveva fatto per provocarne il desiderio». Questo il commento del giudice Manuela Frequin Taminelli prima della lettura del dispositivo. «Ha agito per il puro soddisfacimento delle proprie pulsioni, tramite imposizione della forza fisica, intimando il silenzio e incutendo paura nella vittima». È pesata, nel computo della pena, anche «la totale indifferenza dell’imputato al fatto di sapere che la ragazza era stata abusata in passato dal proprio padre».
La difesa si riserva di ricorrere in appello.