Così il responsabile del Dicastero sicurezza del Comune di Maggia. Due anni fa, atti di pari violenza. Il sindaco Piezzi: 'Vicinanza al giovane e alla famiglia'
La violenza ottusa del branco, un copione già visto due anni fa, nello stesso posto e con dinamiche ancor più drammatiche di allora. Un passo indietro. Giumaglio, luglio 2017. È domenica da poco più di un’ora e una selva di calci e di pugni colpiscono un giovane della Vallemaggia poco fuori il perimetro della festa. Li hanno sferrati due ventenni locarnesi, affiliati a una banda di picchiatori seriali noti come ‘Gpp’, acronimo ispirato a ‘Gpl’, giovani picchiatori losonesi che imperversavano tra gli anni ‘70 e ‘80.
Due anni dopo «c’è grande delusione» dice alla ‘Regione’ Aron Piezzi, sindaco di Maggia, commentando i fatti dello scorso sabato. «La prima cosa è la vicinanza nei confronti del giovane e della famiglia coinvolta. La seconda è che è inaccettabile che una festa finisca così». A confronto con le parole del padre della vittima, che accusa di inefficienza l'apparato di sicurezza della manifestazione, il sindaco invita a non puntare il dito contro gli organizzatori. «La sicurezza c’era. E finché non ci sono versioni dei fatti confermate, non è possibile esprimersi. Ora è il momento della solidarietà e della vicinanza».
Sono più pesanti i toni usati da Marcello Tonini, responsabile del Dicastero sicurezza del Comune di Maggia, che ai microfoni della Rsi arriva sino a mettere in dubbio una prossima edizione del carnevale estivo. "In questo caso la situazione è più grave, perché a differenza del 2017 i fatti sono avvenuti all’interno”.