Locarnese

‘Immissioni ideali’: e la prostituzione è out

Ascona ottiene l’avallo del Consiglio di Stato per la variante di Piano regolatore che... spegne le ‘lucciole’

26 aprile 2019
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Proibire l’esercizio della prostituzione e bloccare sul nascere le richieste di licenze edilizie per la creazione di postriboli. Ascona ha trovato la soluzione e recentemente il Consiglio di Stato l’ha approvata.

Il problema per quella che viene considerata la località turistica per eccellenza in Ticino non era poca cosa. Negli ultimi anni le autorità comunali hanno dovuto fronteggiare la questione senza avere gli strumenti adatti. Da una parte c’era il fenomeno di “lucciole” pronte ad esercitare in appartamenti affittati a settimana, facendosi passare per turiste. Dall’altra c’erano le richieste ufficiali per insediare attività a luci rossi.

Ascona ha quindi deciso di dotarsi delle armi necessarie a contrastare il fenomeno, introducendo nel Piano regolatore un concetto di molestia allargato: non legato unicamente alle immissioni materiali (in particolare rumori), ma anche alle “immissioni ideali”. Il Consiglio comunale ha approvato la proposta lo scorso mese di settembre. Ora arriva il nullaosta da parte del Consiglio di Stato.

In particolare il governo ricorda che a livello cantonale è stata approvata una legge che entrerà in vigore il prossimo mese di luglio e che vieta l’esercizio della prostituzione di strada e nelle zone residenziali.

In attesa i Comuni possono disciplinare la questione attraverso la loro pianificazione. Il governo, in sostanza, condivide le misure di Ascona, che definiscono e assegnano i gradi di molestia. Nella fattispecie, la prostituzione è stata considerata dal Borgo un’attività con un alto grado di molestia e quindi è vietata nelle zone residenziali o residenziali-commerciali (praticamente sull’intero territorio comunale). La decisione del Consiglio di Stato è attualmente in pubblicazione all’albo di Ascona e sul Foglio ufficiale. Ma a questo punto dell’iter solo il Comune è legittimato a ricorrere. Se così non sarà, la variante del Piano regolatore entrerà in vigore a tutti gli effetti quando sarà cresciuto in giudicato l’ok cantonale.