Locarnese

In difesa dello Stradonino

Collegamento A2-A13, più perplessità che soddisfazioni per il sindaco Gianni Nicoli

(Lo Stradonino Gudo-Cadenazzo (Ti-Press))
14 luglio 2018
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La risoluzione è la 2’376. È quella nella quale sono elencate alcune perplessità riscontrate dall’Ufficio tecnico comunale di Cugnasco-Gerra sul progetto di collegamento A2-A13, il tracciato autostradale tra Bellinzonese e Locarnese con il quale si vorrebbe e dovrebbe porre rimedio alle condizioni di mobilità e sicurezza della circolazione sul Piano di Magadino. Non è il già noto miliardo e mezzo di franchi a preoccupare Gianni Nicoli, sindaco di Cugnasco-Gerra, bensì «i tempi di realizzazione. I vent’anni che abbiamo davanti sono un tempo un po’ lungo per avere soltanto certezze. In un tale arco di tempo tante cose possono cambiare», dichiara alla ‘Regione’.

Incrociando le dita, e accogliendo con una certa soddisfazione la tesi di chi ritiene che tra vent’anni potrebbero pure non esserci più le automobili (il pessimista cosmico già immagina auto volanti in coda sullo stesso tratto, ma in aria), il Cantone prevede che intorno all’anno 2040 si potrà disporre di 11 nuovi chilometri di autostrada, dei quali 8 sotterranei, e quattro svincoli ad est e ovest (Riazzino e Bellinzona Sud quelli completi). Risultato finale: l’alleggerimento degli assi di sponda destra e sinistra. Ben venga l’alleggerimento, ma a quale costo? Detto del ventennio di lavori, dato per scontato l’incremento del traffico durante la fase di costruzione e detto pure della «estrema soddisfazione per un’opera che attenua il transito dalla nostra parte», continua Nicoli, «un altro punto è la chiusura dello Stradonino, il collegamento tra Gudo e Cadenazzo dove già alcuni anni fa Cugnasco s’inserì in un gruppo di lavoro finalizzato a mantenere aperto questo tratto. Al tempo il Cantone aveva deciso di chiudere il tragitto compreso tra i comuni di Gudo, Cadenazzo e Sant’Antonino per lavori di rifacimento della base stradale, che si fecero poi tra il 2007 e il 2008».

‘Non ci sono altre possibilità. Se non, per assurdo, recarsi fino a Bellinzona e tornare indietro’.

Per quanto la chiusura totale non ci sarà («resterà utilizzabile da confinanti autorizzati e traffico agricolo, al quale era già destinata»), e per quanto il tragitto sia importante «anche per i navigatori», l’eventuale limitazione aprirebbe problematiche «per tutti i nostri cittadini che di questo tratto fanno un uso principale e quotidiano». Chi si sposta verso la sponda sinistra dovrebbe andare verso Riazzino e fare tutto il giro. L’alternativa è questa, o prendere per Riazzino, il Gambarogno, entrare nella futura galleria e uscirne a Sant’Antonino. Non ci sono altre possibilità. Se non, per assurdo, recarsi fino a Bellinzona lungo la sponda destra e poi tornare indietro...».

Rotonde sì, rotonde no

Sarà che è qualche tempo che non se ne parla (una settimana, non di più), il dialogo si infila per un attimo anche nelle rotonde, declassate dai semafori intelligenti che, l’intelligenza, non la possono esprimere. Almeno non per ora. «Arrivano ancora segnali di una rimessa in discussione delle rotonde. Non riesco tecnicamente a capire come mai una vecchia soluzione metterebbe a posto tutto. Nemmeno ho compreso quanto si risparmi. Ma non sono un ingegnere del traffico e su questo quesito hanno già risposto altri». Nella chiosa di Nicoli c’è almeno metà della verità di tutta l’annosa questione: «È che qui in Ticino abbiamo questa pessima abitudine di girare tanto in auto...».