Locarnese

A2-A13, il progetto in galleria raccoglie consensi

È terminata la fase di consultazione. Il bilancio (positivo) in un'intervista al direttore del Dt Claudio Zali

29 settembre 2018
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Si è conclusa la fase di consultazione del progetto “Bozza verde” per il futuro collegamento veloce tra il Locarnese e il Bellinzonese (A2-A13). Una strada che – come ricorda il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali –, per 8 chilometri (degli 11 totali) viaggerà in galleria. Non mancheranno «importanti opere compensatorie che migliorano ulteriormente il bilancio ambientale».
A bocce ferme il consigliere di Stato – intervistato sul tema da laRegione – non esita ad affermare che «il progetto nel complesso è piaciuto».

Come giudica il risultato della consultazione?

La consultazione ha dato esito positivo; le osservazioni che abbiamo ricevuto da parte dei vari enti sono state interessanti e utili. Ora procederemo ad affinare il progetto di massima, dopodiché lo invieremo a Berna.

Quando sarà trasmesso il progetto definitivo a Berna? La tempistica che prevedeva la consegna del dossier completo all’Ustra nel 2019 sarà rispettata?

L’obiettivo è quello d’inviare il progetto generale completo, migliorato sulla scorta delle osservazioni che abbiamo raccolto, entro la fine del prossimo mese di gennaio, per fare in modo che soprattutto l’Ufficio federale dell’ambiente possa prendere posizione in merito. Dopodiché – indicativamente a partire dalla prima metà dell’anno prossimo – potremo disporre del tempo necessario per perfezionarlo ulteriormente. L’obiettivo è quello di consegnare il progetto definitivo entro la fine del 2019. La tempistica sarà pertanto rispettata.

Il costo dell’opera, stimato attualmente a circa 1,45 miliardi, è confermato?

Sì, ma nonostante il costo importante, riteniamo che il rapporto prezzo-prestazioni potrà essere reputato favorevole. Con questo progetto cerchiamo infatti di lenire le ferite inferte al territorio in passato e di promuovere un inserimento paesaggistico il più corretto possibile.

Nel frattempo siete intenzionati a proporre nuove misure per cercare di snellire il traffico sull’attuale strada?

La situazione viaria sul Piano di Magadino è sotto gli occhi di tutti. Riteniamo pertanto necessario – per evitare un ulteriore peggioramento della situazione – introdurre il prima possibile un sistema di regolazione attiva dei flussi di traffico, che può essere ottenuto unicamente con la semaforizzazione dei nodi principali. Anche il Gran Consiglio, dopo che la relativa richiesta di credito lo scorso 18 giugno non ha raggiunto la necessaria maggioranza qualificata, sembra intenzionato a tornare sulla propria decisione.

Con il previsto miglioramento dei collegamenti ferroviari, non c’è il rischio che quando sarà inaugurata la galleria risulti già superata dagli eventi?

No. La documentazione relativa al progetto di massima del nuovo collegamento veloce A2-A13, è stata allestita sulla base del modello di traffico 2040 che tiene già in considerazione tutta la nuova rete delle strade e del trasporto pubblico, compresa la messa in esercizio, a partire dal 13 dicembre 2020, della Galleria di base del Ceneri, grazie alla quale potremo disporre del cosiddetto “Metrò Ticino”.

Il capoprogetto Nicola Guidotti: il materiale di scavo per il lago, tra passeggiate e rinaturazioni

La consultazione del progetto “Bozza verde” è durata un mese, dal 6 giugno al 6 luglio 2018. Un periodo che ha permesso agli enti pubblici, alle associazione e ai privati interessati direttamente dal tracciato di esprimere la propria opinione, come conferma Nicola Guidotti, capoprogetto A2-A13. La proposta ha raccolto consensi, ma sono pure state sollevate alcune questioni; nodi che Cantone prima e Confederazione poi sono chiamati a sciogliere.

Quanti fra enti pubblici, privati e associazioni sono stati coinvolti in questa fase?

Sono stati coinvolti i Municipi di Bellinzona, Cadenazzo, Cugnasco-Gerra, Gambarogno, Locarno, Monteceneri e Sant’Antonino, la Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese e Vallemaggia, la Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese, Wwf Ticino, Agrifutura, l’Unione contadini ticinesi e la Sezione Ticino del Tcs. Abbiamo inoltre ricevuto delle osservazioni da parte di alcuni privati direttamente toccati dal nuovo tracciato del collegamento veloce A2-A13.

Quante sono le prese di posizione giunte al Dipartimento del territorio?

Sono in tutto una trentina.

Sono emerse anche delle criticità? Quali?

Una prima critica riguardava la non completa informazione relativa al progetto. In realtà, per il collegamento veloce Bellinzona-Locarno abbiamo fatto molto in questo senso: due serate informative rivolte ai cittadini (l’11 giugno a Sant’Antonino e il 12 giugno a Magadino) e due pomeriggi di approfondimento pure aperti alla popolazione (il 19 giugno a Bellinzona, nella sede del Dt, e il 22 giugno a Magadino). Abbiamo inoltre incontrato tutti gli uffici tecnici dei Comuni interessati e provveduto a presentare il progetto ai privati più toccati dallo stesso, contattandoli direttamente. Un’altra problematica concerneva il semisvincolo di Sant’Antonino, che in un primo momento era stato considerato come uno svincolo completo (variante 2012). Per ragioni d’impatto ambientale e per arrecare il minor disturbo possibile alla popolazione, l’abbiamo ridotto, appunto, a semisvincolo, considerato anche che quasi l’80 per cento del traffico diretto ai centri commerciali di Sant’Antonino proviene dall’area di Bellinzona (quindi da nord). Grazie al semisvincolo, invece, riusciamo a fare in modo che vi sia una riduzione del traffico parassitario che si sposta verso nord, in direzione dei centri commerciali. Nei prossimi giorni incontreremo il Municipio e il Patriziato di Sant’Antonino per presentare le migliorie che abbiamo apportato al progetto. Andremo così ad illustrare una soluzione che si prospetta meno invasiva rispetto alla precedente. Un’ulteriore criticità sollevata in sede di consultazione riguardava la segnalazione relativa alla presenza massiccia (la più importante sul territorio cantonale) di chirotteri sull’attuale ponte che attraversa il fiume Ticino a Quartino in zona aeroporto. Anche in questo caso faremo in modo di mettere in atto tutte le misure possibili per far sì che, prima dell’avvio dei lavori, possano essere adottate delle soluzioni efficaci volte a preservare questi mammiferi e il loro habitat.

Ci sono state delle osservazioni che vi spingeranno a modificare il progetto?

In generale, tutto ciò che arriva lo recepiamo in maniera positiva e, laddove è possibile farlo, apportiamo le modifiche suggeriteci. Per contro, quanto alla richiesta di mantenere il collegamento Gudo-Cadenazzo (lo “Stradonino”), non sarà possibile darvi seguito poiché l’Ufficio federale dell’ambiente ha posto quale condizione la sua eliminazione. In altre parole: sopprimiamo questo collegamento trasversale tra le due sponde del Ticino sul Piano di Magadino e ne realizziamo uno nuovo a Quartino per l’attraversamento del collegamento veloce.

I tempi di realizzazione del progetto (ipotesi di apertura della galleria tra il 2033 e il 2038) sono confermati o si potrebbero in qualche modo accelerare?

Una data fondamentale sarà l’inizio del 2021, quando il Consiglio federale potrebbe dare luce verde al progetto. A quel punto, qualora questa decisione dovesse essere maturata, i lavori potrebbero essere avviati al più presto nel 2027/2028, per una durata prevista di otto anni. Pertanto, ciò premesso, i tempi di realizzazione del progetto sono confermati.

L’idea lanciata tramite un’interrogazione al governo (Nicola Pini Plr e cofrimatari) di utilizzare il materiale di scavo per sistemare il lungolago di Locarno-Muralto, ridisegnando la riva, è proponibile?

Il Dipartimento ha previsto di riutilizzare questo materiale per progetti virtuosi legati a passeggiate/ciclopiste a lago e a rinaturazioni lacustri, in particolare nel Gambarogno e nel Locarnese. Con i comuni interessati sono iniziate negli scorsi anni delle verifiche degli approfondimenti a livello di pianificazione. In questo senso, attraverso un apposito studio di fattibilità, abbiamo approfondito la possibilità di valorizzazione integrata delle rive del lago e dei fondali del Verbano mediante apporto di materiale di scavo pulito. Gli approfondimenti svolti confermano che quanto da noi previsto in collaborazione con i Comuni è fattibile e i possibili benefici di un intervento di questo tipo sono molteplici.