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Crepa di Mesocco, scongiurata un’onda di piena fino a Roveredo

La profondità della fessura indica un rischio di crollo pari a un decimo di quello temuto all’inizio: non 300mila metri cubi ma al massimo 50mila

La fessura è lunga circa 180 metri
(Ti-Press/Golay)
1 luglio 2024
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La crepa di Mesocco formatasi nel terreno a sud dello svincolo autostradale Castello per una lunghezza di 180 metri e una larghezza di 30-50 centimetri, non solo non si è allargata, come emerso nei giorni scorsi, ma nemmeno presenta una profondità tale da ritenere che in caso di crollo possa verificarsi lo scenario peggiore ipotizzato dagli specialisti intervenuti per il monitoraggio.

Lo scenario peggiore – ci spiegano Giovanni Cadlini, capo dello Stato maggiore di condotta regionale, Marco Fioroni, direttore dell’Ufficio federale delle strade per l’area sud, e il sindaco Mattia Ciocco – indicava un rischio di scivolamento di una porzione molto importante di terreno, pari a circa 300’000 metri cubi. Ciò che avrebbe comportato la formazione di uno sbarramento naturale alto una cinquantina di metri e molto instabile, il quale cedendo a sua volta avrebbe originato un’onda di piena del fiume Moesa con effetti pesantissimi fino a Roveredo. A farne le spese, fra le altre cose, specialmente le vie di comunicazione e le aree ai margini della Moesa. Fra cui il tratto di A13 crollato il 21 giugno fra Lostallo e Soazza e attualmente in fase di ripristino da parte di Ustra.

Considerata la profondità della fessura, che non è quella che si è temuto in un primo tempo, i geologi hanno spiegato alle autorità che se vi sarà un crollo, questo avrà un volume di circa 30mila metri cubi, al massimo 50mila. Un decimo dello scenario peggiore. Abbastanza, tuttavia, per mantenere alta la guardia. «Abbiamo predisposto un sistema d’allarme che consente l’evacuazione tempestiva dell’area cantiere e la messa in sicurezza delle squadre di operai impiegate 24H nel ripristino autostradale», assicura Fioroni. Anche Cadlini, al comando del Corpo pompieri bassa Mesolcina oltre che dello Stato maggiore, tira un sospiro di sollievo. E con loro, logicamente, un po’ tutti.