Centinaia di persone presenti alla chiesa di San Giorgio di Lostallo per l'ultimo saluto ad Aldo Bianchi morto nella frana di Sorte
Due bandiere, quella di Lostallo e quella di Obersaxen, due lingue, tedesco e italiano si udivano sul sagrato della chiesa, due liturgie funebri, quella cattolica e quella protestante, ma un unico dolore. Quello causato dal nubifragio che abbattutosi una settimana fa sulla Mesolcina si è portato via case, strade e vite umane. Una di queste è quella di Aldo Bianchi, 83enne ex municipale di Lostallo, di cui si è celebrato il funerale questa mattina nella gremitissima chiesa di San Giorgio, troppo piccola per accogliere le centinaia di persone presenti, tra cui autorità locali, parenti e operai della ditta di famiglia provenienti da Obersaxen, a dimostrare vicinanza e solidarietà. Due comunità si sono strette in un intimo abbraccio, in un clima di recondito silenzio e si sono fatte forza a vicenda, Bianchi era infatti molto conosciuto in paese ma anche a Obersaxen dove aveva trascorso una vita e aveva creato un’impresa di costruzioni oggi diretta dal figlio. Un uomo pratico e determinato, lavorava con le mani, toccando sassi, acqua e terra, il suo spirito imprenditoriale lo aveva applicato molto bene al nucleo di Sorte, contribuendo a ristrutturare le case presenti. E sono state proprio quelle pietre e quell’acqua a portarselo via quando la natura si è manifestata con tutta la sua furia.
Una natura che ancora inquieta, gli sguardi dei presenti vanno spesso al cielo e alla montagna, scrutano il riale San Giorgio, uno di quelli esondato una settimana fa, solitamente quasi impercettibile ma ora ben visibile con la sua cascata che bagna le rocce che riflettono i raggi di sole. Una parentesi soleggiata che sembra non durare, un’allerta meteo di grado 4 è infatti stata diramata per questa sera anche in Mesolcina e si prospettano temporali molto violenti estesi. «È impressionante», sono poche le parole di chi osserva la montagna con apprensione. «Per stasera è prevista ancora pioggia», non aggiungono altro, ma lo sguardo lascia intendere che la preoccupazione è ancora tanta e la voglia di parlare poca.
Anche se Aldo Bianchi era cattolico era vicino alla chiesa evangelica che frequentava la compagna, che però questa mattina non era presente al funerale. «Non se l’è sentita, è ancora sotto choc, avrà bisogno di tempo per elaborare l’accaduto e la perdita improvvisa della persona da lei amata», ha spiegato Susanne Ortman, pastora della chiesa evangelica riformata di Mesolcina e Calanca, invitata dalla famiglia per ricordare il defunto nelle due lingue e anche con la liturgia protestante. La compagna 77enne, inizialmente dispersa, era stata trovata viva sabato mattina di una settimana fa. L’anziana era riuscita ad attivare l’applicazione della Rega sul suo telefono cellulare mentre si trovava sotto le macerie, riuscendo così a essere trovata in fondo alla strada cantonale e salvata.
La pastora ha paragonato la vita a un viaggio in treno: si sale e si scende, si vivono gioie e dolori, si incontrano persone che faranno parte del viaggio, ma nessuno saprà quale sarà l’ultima fermata. «Era un gran lavoratore, ha iniziato come muratore e poi ha creato una grande azienda, con impegno, intelligenza e ambizione. Il lavoro era la sua vita e il suo motto era: ‘tieni duro, continua a lavorare a ciò che hai creato, non arrenderti’. Proprio per questo sosteneva anche finanziariamente le persone che volevano progredire nello sport ma che a volte incontravano difficoltà», ha raccontato la pastora. «In questi giorni una donna mi ha raccontato che spesso le torna alla mente un’immagine di Aldo, in piedi sul ponte di Sorte intento a scrutare l’acqua. Cosa stava pensando? Aveva sospettato qualcosa? Non lo sapremo mai». La pastora ha poi letto una lettera in tedesco che le è stata consegnata dalla compagna. Riguardo ai contenuti i famigliari hanno espressamente indicato la volontà di mantenere quelle parole nell’intimità della chiesa. Dal canto suo, anche il parroco di Lostallo Martino Ozga, ha manifestato la vicinanza ai famigliari delle vittime che hanno perso un famigliare a causa del nubifragio che ha colpito la Mesolcina. All’appello manca ancora una persona, giovedì scorso è infatti stata trovata nel fiume Moesa a Grono la salma di uno dei due coniugi dispersi, con ogni probabilità si tratta della 53enne Laura Butz, che col marito Paolo, tuttora disperso, abitava nella frazione di Sorte, in una della case colpite dalla frana del riale Molera. La salma è stata ritrovata sei chilometri a sud dal luogo della tragedia. La coppia aveva due figli, un 17enne e una 26enne e in loro aiuto è stata lanciata una raccolta fondi per offrire un aiuto concreto per ripartire dopo il dramma che li ha duramente colpiti.