Due le sfide da affrontare, in particolare fra Lostallo e Mesocco: dai materiali rocciosi presenti nella Moesa all'alimentazione elettrica
Si lavora alacremente sulla A13 dopo l'alluvione che venerdì ha colpito la Mesolcina. I lavori di ricostruzione, iniziati lunedì, hanno quale obiettivo quello di poter disporre a luglio di almeno una corsia per senso di marcia. La presenza di grandi masse rocciose e un cavo elettrico per l'alimentazione regionale rappresentano, infatti, una vera e propria sfida, come annotato, in una nota stampa, dall’Ufficio federale delle strade (Ustra) che sta inoltre attuando diverse misure per mantenere il traffico il più scorrevole possibile sui percorsi alternativi.
Due le sfide da affrontare, in particolare fra Lostallo e Mesocco: “In primo luogo, alcuni dei materiali rocciosi presenti nel fiume sono così grandi che devono essere prima frantumati – si legge nella nota ai mass media –. I relativi e necessari lavori con l’ausilio dell’esplosivo sono attualmente in fase di organizzazione. Inoltre, bisogna prestare particolare attenzione all’alimentazione elettrica della valle: nell’area della strada nazionale distrutta è presente un cavo elettrico che fornisce elettricità a tutta la valle. Attualmente si sta realizzando un nuovo tracciato cavi, in modo da garantire l'alimentazione e consentire i lavori di ricostruzione”.
Una mattinata, quella di martedì, che ha visto anche un sopralluogo sul tratto danneggiato dei rappresentanti dell’esercito attivi in caso di catastrofe nel quale è emerso chiaramente che la costruzione di un ponte provvisorio non è appropriata alle circostanze.
Dalla mattina di sabato, 22 giugno, il traffico in transito viene deviato sull’A2. Le informazioni sono fornite attraverso i bollettini del traffico e i display a messaggio variabile sulle strade. Il percorso del Sempione e il Passo del Gran San Bernardo sono disponibili come percorsi alternativi.
Le piogge degli ultimi giorni, peraltro, hanno avuto un impatto anche sulla situazione del Sempione: “La galleria Engi, che è stata costruita per proteggere dalle valanghe e dalle cadute di massi leggeri, è stata esposta a un rischio crescente di colate detritiche per diverse settimane – evidenzia l’Ustra –. Stiamo monitorando da vicino la situazione sul posto e stiamo creando un sistema di sorveglianza che reagisce ai principali movimenti del terreno. L’obiettivo è quello di garantire la disponibilità della strada”.
Oltre alle soluzioni già adottate, l’Ustra sta esaminando ulteriori misure per mantenere il traffico il più scorrevole possibile sui percorsi alternativi. In particolare, si sta studiando l’impatto dell’A13 chiusa sui percorsi alternativi. Su questa base verranno poi definiti ulteriori provvedimenti.
Soluzioni sono pure allo studio per garantire che il traffico pesante sull’asse del San Gottardo possa essere gestito nel modo più affidabile possibile: “Si sta valutando una revoca localizzata e temporanea del divieto di guida notturna in conformità con l'Ordinanza per gli autisti. Si sta anche chiarendo se il traffico S (traffico merci nazionale) sul San Gottardo possa essere prioritario durante la chiusura dell’A13”.