Grigioni

Servono 1,55 milioni per sistemare il fiume Calancasca

I cittadini di Grono si esprimeranno alle urne il 29 novembre sul progetto. In caso di piena centenaria gli argini attuali non sono sufficienti

Il fiume Calancasca lo scorso 29 agosto
9 novembre 2020
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Quando piove tanto e in poco tempo la furia della Calancasca può far paura. Ma grazie al nuovo progetto di sistemazione idraulica verrà garantita maggior sicurezza per l’abitato e la zona industriale e artigianale di Grono, nonché per una parte del territorio di Roveredo. Visto l’onere finanziario importante, dopo essere stato presentato ai consiglieri comunali che hanno dato il loro preavviso favorevole, il credito verrà posto in votazione popolare domenica 29 novembre, in contemporanea con le votazioni federali e con l’elezione dei membri del legislativo (mentre il Municipio è eletto tacitamente). Il previsto investimento di 1,55 milioni non sarà però tutto a carico del Comune di Grono: il 55% del costo sarà infatti sostenuto da sussidi elargiti da Cantone e Confederazione. I costi residui verranno suddivisi tra i diversi beneficiari degli interventi sulla base di una chiave di riparto che tiene conto della rispettiva riduzione del rischio.

«Questo importante investimento sul fiume Calancasca rientra in un piano d’intervento che ha lo scopo di ridurre al minimo le possibile esondazioni dei principali corsi d’acqua che bagnano il nostro Comune - spiega il sindaco Samuele Censi -. Già quest’anno siamo intervenuti innalzando l’argine del fiume Moesa tra la frazione di Leggia e la zona Pascolet a Grono, ora tocca alla Calancasca e nei prossimi anni dovremo intervenire sul Rià di Mort che da Castaneda scende lungo la parte alta e centrale della frazione di Grono”.

L’avvio del progetto ha preso spunto da una raccolta firme sottoscritta da diversi cittadini di Grono preoccupati per la crescita della vegetazione lungo gli argini del fiume Calancasca, i quali temevano problemi strutturali e una limitazione della capacità idraulica del corso d’acqua. Un invito a voler affrontare il tema era giunto anche dal Patriziato di Grono. «Da una prima analisi sullo stato dei manufatti per analizzare l’influsso della vegetazione è stato evidenziato un deficit a livello di sicurezza idraulica, in realtà già conosciuto, che nell’ambito del nostro studio abbiamo definito e quantificato nel dettaglio», spiega contattato dalla ‘Regione’ l’ingegnere Stefano Tognacca dello studio Beffa & Tognacca che si è occupato del progetto.

Simulata la piena centenaria

Tra le principali conclusioni emerse vi è il fatto che gli argini della Calancasca a valle della strada cantonale non siano sufficientemente alti per contenere una piena centenaria, che si verifica cioè statisticamente una volta ogni secolo. «Abbiamo effettuato delle simulazioni numeriche grazie ad appositi software dalle quali è emerso che in caso di piena centenaria si verificherebbero importanti tracimazioni del fiume con allagamento della zona industriale/artigianale e nell’abitato di Grono, ma anche di una parte dell’abitato a nord di Roveredo e della nuova strada cantonale», aggiunge Tognacca. Queste simulazioni hanno permesso anche di ottenere i dati richiesti dal Cantone per valutare se il costo sia giustificato rispetto ai possibili danni in caso di esondazione. «Per attingere ai finanziamenti cantonali dev’esserci la dimostrazione che l’investimento sia efficiente in termini finanziari, ogni franco investito deve infatti evitare almeno l’equivalente in danni», continua l’ingegnere. Catalogando gli oggetti toccati dalla piena centenaria (tra cui importanti industrie) sono pertanto stati quantificati in maniera precisa i possibili danni (poco più di 3 milioni in caso di evento centenario) ed effettivamente l’investimento risulta giustificato. «Questi interventi sono molto importanti, soprattutto nell’ottica dei cambiamenti climatici in atto e le relative intense precipitazioni in un lasso di tempo molto ristretto», fa notare il sindaco Censi.

Gli interventi

In quanto ai lavori che verranno realizzati, l’ingegner Tognacca ci aiuta a capire di cosa si tratta. Da una parte è previsto l’innalzamento di un metro e 30 degli argini a valle della strada cantonale, per evitare appunto possibili fuoriuscite dell’acqua in caso di piene importanti. Lo scorso 29 agosto abbondanti piogge hanno già fatto ingrossare di molto il fiume, ma una piena centenaria causerebbe un afflusso d’acqua due volte e mezzo maggiore, aggiunge. Vi sono poi degli interventi in alveo, tra cui importanti lavori di manutenzione e risanamento della quindicina di briglie costruite a metà degli anni 50 (dopo la grande alluvione del 1951). Altra parte significativa del progetto è la sistemazione del fiume a monte del paese, dove attualmente si trova un manufatto costruito a inizio 1900 e che adesso è a rischio di crollo. «Anziché demolirlo e ricostruirlo prevediamo di smantellarlo, compensando la sua assenza con un abbassamento dell’alveo in roccia, garantendo così una sicurezza equivalente», precisa Tognacca.

Durante la presentazione ai consiglieri comunali, il nostro interlocutore spiega di aver ricevuto una domanda sulla possibilità di rendere risalibile il fiume ai pesci. «L'aspetto della percorribilità ittica è centrale in una concezione moderna di interventi sui corsi d'acqua. Gli oneri molto importanti necessari per la rimozione delle briglie e per la strutturazione ecologica dell'alveo rendono in questo caso l'operazione non sostenibile (parere peraltro condiviso dagli uffici cantonali competenti) considerato pure l'influsso certo non trascurabile dell’esercizio idroelettrico sui deflussi della Calancasca». Per quanto riguarda infine la vegetazione, Tognacca spiega che in progetti di questo genere oltre agli aspetti idraulici vengono presi in considerazione anche quelli paesaggistici, ambientali e funzionali. «In questo caso la vegetazione assicura un importante collegamento tra la golena e il versante, e grazie alle opere in progetto è possibile conciliare le esigenze ecologiche con la sicurezza idraulica», sottolinea l'ingegnere.