Nel quartiere raccolte quasi 600 firme in due giorni. E Bellinzona attende la decisione del Tram sul ‘sistema a cascata’ contrastato dalle compagnie
È stata sommersa di firme (quasi 600 raccolte in soli due giorni) la domanda di costruzione depositata dalla compagnia telefonica Salt Mobile per la posa di un’antenna 5G di ultima generazione nella parte bassa di Claro. Alta 35 metri, l'asta sorgerebbe in via alla Necropoli, in zona artigianale, nella fascia compresa tra la linea ferroviaria e la strada cantonale, a una sessantina di metri dalle prime abitazioni. Le quasi 600 firme sostengono l’opposizione collettiva – nel frattempo già consegnata al Municipio di Bellinzona – partita dall’iniziativa di una abitante preoccupata per gli influssi sulla salute delle persone e per il deprezzamento che le proprietà più vicine rischiano di subire. “Uno studio – scrive la prima firmataria sui social – stima un deprezzamento delle proprietà immobiliari circostanti nel raggio di un chilometro fino al 40% del loro valore. Capite che per tutti noi sarebbe un danno enorme!”. Dal canto loro i confinanti “hanno ora incaricato uno studio specializzato di elaborare una verifica dei calcoli di emissione e impatto presentati dalla compagnia, in quanto sembra ci siano degli evidenti errori”.
La parola passa ora al Municipio cittadino. Il quale però a sua volta attende di conoscere l’esito del proprio ricorso inoltrato nell’ottobre 2023 al Tribunale amministrativo cantonale in difesa della propria variante di Piano regolatore votata dal Consiglio comunale nel maggio 2021 per introdurre sull’intero territorio aggregato, compreso quindi il quartiere di Claro, il cosiddetto ‘modello a cascata’. Che prevede restrizioni, in base a priorità di protezione, a favore delle zone più sensibili a cominciare dalle scuole e dalle case anziani. La variante di Pr era stata impugnata dalle tre compagnie Swisscom, Salt e Sunrise ritenendola troppo severa nell’ottica di uno sviluppo adeguato della rete di telefonia mobile. Il governo cantonale aveva dato loro ragione. Secondo le tre compagnie la proposta pianificatoria cittadina non terrebbe sufficientemente conto della diversa organizzazione territoriale dei 13 quartieri, la cui differente tipologia di utilizzo del territorio mal si adatterebbe a essere regolamentata dall’applicazione di un unico modello. Un’eccessiva indeterminatezza rischierebbe dunque di generare valutazioni arbitrarie nell’ambito delle procedure edilizie. Ora si attende il Tram.