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Il modello a cascata finisce al Tram e il 5G di Gudo in governo

Bellinzona: il Municipio impugna il no del CdS alle norme pianificatorie restrittive per l’intera città e nega la licenza chiesta da Swisscom, che ricorre

Necessarie ma contestate
(Ti-Press)
24 giugno 2024
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Bene le antenne 5G di ultima generazione per la telefonia mobile, ma non a tutti i costi. Swisscom sta infatti sudando le proverbiali sette camicie per ottenere l’autorizzazione a posare un impianto alto quattro metri sul tetto di una palazzina attorniata da altre abitazioni nel quartiere bellinzonese di Gudo. Parallelamente, altre sette camicie vengono sudate dal Municipio cittadino che lo scorso settembre – ma lo si apprende solo ora – ha ricevuto un primo ‘no’ alla variante di Piano regolatore votata dal Consiglio comunale nel maggio 2021 per introdurre sull’intero territorio aggregato il cosiddetto ‘modello a cascata’ che prevede restrizioni, in base a priorità di protezione, a favore delle zone più sensibili. A spuntarla al primo round davanti al governo sono state le tre compagnie Swisscom, Sunrise e Salt ricorrenti. In ottobre il Municipio ha poi ricorso al Tribunale amministrativo cantonale, che deve ancora esprimersi.

Fra petizioni e ricorsi, la spuntano i confinanti

Ma andiamo con ordine. A Progero, frazione residenziale del quartiere di Gudo, nel febbraio 2022 una petizione corredata da 169 firme e cinque opposizioni cercano di sensibilizzare il Municipio di Bellinzona sull'insensatezza di un'antenna di ultima generazione alta 35 metri che Sunrise e Salt intendono piazzare al centro del camping La Serta. Tre mesi dopo, in maggio, l'iter della clamorosa domanda di costruzione va a sbattere dapprima contro il preavviso negativo del Cantone, che è vincolante, e subito dopo contro l'esecutivo cittadino che nega la licenza edilizia essendo l'impianto previsto in zona agricola non edificabile, sebbene adibita allora e tutt'oggi a camping. La decisione municipale cresce in giudicato e questo iter si ferma dunque sul nascere. Nello stesso mese di maggio, quando ancora l'esecutivo comunale deve esprimersi, Swisscom gioca d'anticipo e a soli 60 metri a est dal camping propone la posa di una propria antenna sul tetto di una palazzina. Quatto mesi dopo, in settembre, due opposizioni e una seconda petizione corredata da oltre 150 firme risollecitano il Municipio sulle conseguenze immaginabili per la salute delle persone, il paesaggio circostante e le proprietà immobiliari confinanti qualora fosse stata approvata l'antenna, sebbene mascherata e quindi resa invisibile da uno speciale sarcofago. Ma questa volta il Municipio tira dritto e in autunno rilascia la licenza a Swisscom intenzionata a migliorare il segnale sia lungo la strada cantonale, sia nella retrostante area residenziale tutt'oggi mal servita dalle altre antenne presenti nel Piano di Magadino ma distanti chilometri. Swisscom che pur avendolo impugnato con un ricorso collettivo al governo insieme a Sunrire e Salt, assicura di applicare già in questo caso il ‘modello a cascata’.

Il principio dell'inserimento ordinato e armonioso

Nel dicembre 2022 la decisione municipale viene quindi impugnata davanti al Consiglio di Stato con due ricorsi sottoscritti da una decina di confinanti. Visionati ricorsi e documentazione, il governo cantonale nel 2023 rispedisce l’incarto al Municipio sollecitando una nuova decisione che valuti e consideri meglio il principio dell'inserimento ordinato e armonioso sancito dalla Legge cantonale sullo sviluppo territoriale, questo tenendo presente la giurisprudenza in materia di antenne di telefonia mobile. Passano diversi mesi di silenzio e a fine aprile 2024 Swisscom, diffida l’esecutivo cittadino sollecitando una nuova decisione sulla base delle indicazioni fornitegli dal governo e dei fotomontaggi messi a disposizione dalla compagnia telefonica. Risultato: a metà maggio la licenza edilizia viene questa volta negata. Vittoria quindi per petenti e confinanti ricorrenti. Ma pochi giorni fa Swisscom ha a sua volta impugnato il diniego con un ricorso inoltrato al Consiglio di Stato ritenendo non del tutto comprensibile il motivo per il quale il Municipio ha cambiato idea rispetto a un anno fa, peraltro indicando ora che l’antenna andrebbe semmai posata nella fascia di territorio che costeggia la strada cantonale e iscritta a Piano regolatore come commerciale-artigianale; così facendo – ha scritto il Municipio nella decisione di diniego – l’impianto s’integrerebbe meglio dal punto di vista paesaggistico. Ciò che ha indotto la compagnia telefonica non a ricercare un nuovo luogo lungo la via di comunicazione, ma a ricorrere al governo.

Fra interessi locali e macroprotezione

Questa microstoria è utile a comprendere come interessi generali ad assicurare un servizio pubblico di qualità non per forza hanno la strada spianata laddove interessi locali, sorretti da leggi precise, possono o devono prevalere. Una contrapposizione, come si diceva all’inizio, che come già successo in altri Comuni ticinesi vede autorità comunali e compagnie telefoniche muoversi su piani diversi. Nel caso specifico il governo, sconfessato più volte in passato dall’autorità giudicante superiore, ha ora applicato la giurisprudenza maturata negli ultimi anni dal Tram. Cui spetta ora esperimersi. E Swisscom che ne pensa? “Il rapporto di pianificazione non spiega i motivi che hanno portato ad adottare il modello a cascata”, ci spiega la portavoce Ivana Sambo evidenziando che “manca dunque un esame dettagliato delle peculiarità del proprio territorio. Da un punto di vista pratico, la proposta non tiene sufficientemente conto della diversa organizzazione territoriale dei 13 quartieri che compongono il Comune, la cui differente tipologia di utilizzo del territorio mal si adatta a essere regolamentata dall’applicazione di un unico modello. A nostro avviso, la scelta del Comune di procedere con una formulazione descrittiva delle zone, piuttosto che di elencare sistematicamente quali siano queste zone conformemente agli atti Pr, è fonte di un’eccessiva indeterminatezza ed è pertanto suscettibile di generare valutazioni arbitrarie nell’ambito delle procedure edilizie. In termini più generali, l’aver ripreso i principi della ‘norma tipo’ illustrata nelle Linee guida non esenta il Comune dallo specificare quali siano esattamente le zone appartenenti ai diversi livelli di priorità”.

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