I vicini chiedono alla Città di Bellinzona e al Cantone di evitare lo ‘sfregio’. Intanto le tre compagnie hanno impugnato la variante di Pr con un ricorso
Nella frazione gudese di Progero si sono trasformati in opposizione formale i timori sorti fra più abitanti la scorsa primavera quando al centro del piccolo camping La Serta, situato poco sotto la strada cantonale, era spuntata una modina indicante la volontà di posare un’antenna 5G per la telefonia mobile di ultima generazione. Venerdì scorso un’opposizione firmata da cinque residenti, di cui uno diretto confinante col terreno in questione, è infatti partita all’indirizzo del Municipio di Bellinzona contestando la domanda di costruzione depositata in autunno dalle compagnie Sunrise e Salt e pubblicata dalla Città durante le prime due settimane di gennaio. Essendo però il mappale non edificabile, la decisione compete al Consiglio di Stato e non al Comune. A sostegno dell’opposizione è attualmente in corso una raccolta firme cui hanno finora aderito alcune decine di abitanti; petizione che i promotori intendono consegnare prossimamente al Municipio esprimendogli tutta la loro preoccupazione per quella che rischia di diventare una presenza ingombrante e inaccettabile sotto più punti di vista (informazioni contattando Mario Sensi allo 076 387 74 88).
L’antenna sorgerebbe dentro il camping La Serta, che a Piano regolatore è terreno agricolo (laRegione)
Con i suoi 35 metri di altezza che corrispondono a un palazzo di dieci piani, l’antenna sorgerebbe nelle immediate vicinanze e in faccia ad alcune abitazioni mono e bifamiliari e ad alcune palazzine, queste ultime dotate di piccolo parco giochi, dove vivono decine di famiglie. La zona in questione, situata sul Piano di Magadino, «è mal servita dal segnale di telefonia mobile, ma questo non giustifica la scelta del luogo fatta dalle due compagnie», spiegano alla ‘Regione’ gli opponenti: temendo ripercussioni per la loro salute, l’imbruttimento del paesaggio e una conseguente svalutazione economica dei beni immobiliari, «caldeggiando la ricerca di un’alternativa meglio accettabile».
Nella loro opposizione, firmata dall’avvocato Marco Cereda, postulano "un esame completo e dettagliato" da parte del Cantone "sugli aspetti legati alla sicurezza e alla salute", ossia Ordinanza sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti e Legge sulla protezione dell’ambiente. Quanto invece alla Legge sulla pianificazione del territorio (Lpt) rilevano che l’opera "non è conforme alla destinazione di zona", col mappale in questione che a Catasto risulta agricolo (inserito nel Parco del Piano di Magadino) sebbene da svariati decenni vi si svolga un’attività di campeggio. Sempre in base alla Lpt – evidenziano gli opponenti – l’autorizzazione a costruire può essere rilasciata "solo se gli edifici, gli impianti e le attività esercitate sono conformi alla funzione prevista dal Piano regolatore per la zona di utilizzazione, integrandosi convenientemente e risultando al servizio" dell’uso assegnato dal Pr. Non basta dunque che non ostacolino o contraddicano l’utilizzo conforme: per essere autorizzate le nuove costruzioni "devono apparire collegate da un nesso adeguato alla funzione del comparto territoriale" in cui s’intende collocarle.
Perciò l’antenna è ritenuta "palesemente in contrasto" con le Norme di applicazione del Piano regolatore e con gli interessi della gestione agricola del territorio. Inoltre "non rientra fra le eccezioni ammesse dalla Lpt". L’altezza e l’ingombro, poi, "costituiscono un più che evidente sfregio del territorio non integrandosi nel contesto". A questo riguardo viene ricordato che la Legge sullo sviluppo territoriale prevede all’articolo 104 una clausola estetica positiva applicabile a tutto il territorio cantonale: "Tale norma non si limita a vietare una deturpazione del paesaggio o anche solo un’alterazione apprezzabile dei valori paesaggistici, ma esige che gli interventi s’inseriscano nel paesaggio in maniera ordinata e armoniosa, ponendosi in una relazione di qualità con le preesistenze e le caratteristiche dei luoghi". Ciò che "evidentemente non è dato nel nostro caso".
Non da ultimo, proseguono gli opponenti, l’antenna "neppure è conforme alla variante di Piano regolatore" votata lo scorso maggio dal Consiglio comunale e che introduce il cosiddetto ‘Modello a cascata’ secondo cui nuove antenne possono essere realizzate in aree vicine alle zone sensibili (in particolare quelle abitate e/o frequentate da bambini, anziani e ammalati) soltanto se le compagnie telefoniche provano che sia stato impossibile trovare un’alternativa in luoghi più indicati e lontani. Peraltro si apprende solo adesso che contro la variante di Pr, pubblicata dalla Città la scorsa estate, hanno interposto ricorso al Consiglio di Stato le compagnie Swisscom, Sunrise e Salt così come già fatto in altre località ticinesi e d’Oltralpe.