I Verdi interpellano il Consiglio di Stato sull'impatto degli sgravi proposti dal Consiglio federale e chiedono di valutare contromisure
La Confederazione deve risparmiare e sotto la scure dei tagli potrebbero finirci anche i Cantoni, chiamati a farsi carico di nuovi oneri nel caso di un disimpegno di Berna. Ripercussioni che potrebbero toccare anche il Ticino, già confrontato con manovre di risparmio e finanze fragili. Ma quali potrebbero essere gli effetti per il nostro Cantone? A chiederlo, attraverso un’interpellanza inoltrata al Consiglio di Stato, è il gruppo dei Verdi con la deputata Samantha Bourgoin come prima firmataria. Atto parlamentare nel quale si suggerisce anche l’ipotesi di considerare la possibilità di un referendum cantonale. “Il Consiglio federale ha confermato la consultazione, che chiuderà il 5 maggio, sulle misure di sgravio applicabili sul budget federale dal 2027, che di fatto prevede tagli fino a 3,8 miliardi all’anno”. Questo, annotano i Verdi motivando interesse pubblico e urgenza, ovvero i due criteri necessari affinché venga dato seguito a un’interpellanza, “malgrado il recente annuncio della chiusura dei conti 2024 quasi in equilibrio dopo aver paventato un disavanzo di finanziamento di 2,6 miliardi di franchi. Molte delle misure andranno a tagliare servizi destinati alla popolazione, altre andranno direttamente a ribaltare oneri sui Cantoni”.
I Verdi fanno notare come il pacchetto di tagli proposti sulla base del rapporto Gaillard “cadranno dal 2027 nei settori dell'ambiente, del paesaggio, del clima, dell'assistenza sociale, dell'istruzione e della ricerca con massicce misure di risparmio. Nel rapporto si cerca di giustificare molti dei tagli con l’idea di cessare compiti congiunti tra Confederazione e Cantoni”. Annotano gli interpellanti: “In realtà, però, il pacchetto di austerità si traduce in un ribaltamento dei costi dalla Confederazione ai Cantoni in molti settori o in un peggioramento dei servizi pubblici in molte regioni”. I Verdi segnalano come questo avrebbe un impatto negativo sui bilanci cantonali, ma anche sulla popolazione e sugli attori pubblici e privati impegnati per esempio nella salvaguardia del paesaggio e nella valorizzazione delle tanto apprezzate zone periferiche. Bourgoin e colleghi segnalano, in particolare, una serie di misure che andrebbero a colpire in particolare il Ticino: tagli al trasporto regionale, al contributo federale per l'integrazione, alla riduzione dei sussidi per cassa malati, all'assistenza dell'infanzia e alle università. Ma prevede anche importanti tagli all’innovazione. Insomma, se il pacchetto di risparmi fosse adottato così come proposto, per i Verdi ci sarebbero le condizioni per valutare il lancio di un referendum cantonale.
Sono dieci i quesiti posti al Consiglio di Stato. Il primo, basilare: quanto perderà il Ticino nel complesso? I Verdi chiedono però anche di sapere quale sarebbe l’impatto su singoli settori, ad esempio quello dei trasporti e quello della formazione universitaria. “A lungo termine – si domanda – i tagli al trasporto regionale comporteranno un aumento dei prezzi dei biglietti, degli abbonamenti o una riduzione dei servizi di trasporto pubblico, ad esempio la cancellazione di linee di autobus?”. Per quanto riguarda l’istruzione, invece, si vuole sapere se il Consiglio di Stato sia disposto a compensare il disimpegno finanziario della Confederazione – 14,5 milioni di franchi in totale ogni anno – nei confronti di Usi e Supsi. Viene poi chiesto quale impatto avrebbero i risparmi della Confederazione sul processo di decarbonizzazione cantonale.