Bellinzonese

Fra Ticino e Uri accordo trovato sulla gestione del Lucendro

Dopo anni di trattative e la mediazione del Datec, oggi ad Airolo la firma in presenza del consigliere federale Rösti. Evitato un contenzioso giudiziario

1 novembre 2024
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Che l'acqua sia ‘oro blu’ lo provano gli interessi milionari che si celano dietro il suo sfruttamento idroelettrico. Prova ne sia il lungo braccio di ferro andato in scena tra i Cantoni Uri e Ticino sulla futura gestione (dal 2025) degli impianti del Lucendro che includono questa diga e quella del lago Sella (entrambe sul passo del Gottardo) e la centrale di Airolo. Il tutto s'inserisce nel riscatto cantonale anticipato della gestione degli impianti fino al 2013 di competenza Alpiq. Il Cantone Ticino, attraverso la sua Azienda elettrica Aet, ha giocato d'anticipo, ma Uri ha sempre vantato la maggioranza dei diritti sulle acque, e di conseguenza la maggior parte degli incassi, visto che l'oro blu in assenza di sbarramenti defluirebbe verso nord e non verso sud.

Oggi i rispettivi governi cantonali hanno dunque raggiunto un accordo sullo sfruttamento delle acque dei fiumi Reuss e Ticino nella regione del Gottardo, nonché sulla riversione e il futuro esercizio degli impianti della Lucendro Sa. L’intesa, è stato specificato ad Airolo durante un incontro con i media, “conclude un periodo di lunghe e complesse trattative e segna un passo decisivo nella gestione condivisa delle acque intercantonali del Gottardo, in linea con le politiche energetiche dei due Cantoni e con gli obiettivi della Strategia energetica 2050 della Confederazione’.

Presente ad Airolo il consigliere federale Albert Rösti, capo del Dipartimento dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec). Per il Ticino il presidente del governo Christian Vitta e il vicepresidente Norman Gobbi, accompagnati dal direttore di Aet Roberto Pronini. Per il governo urano hanno preso parte all’incontro il landamano Christian Arnold e il direttore del Dipartimento delle costruzioni Hermann Epp.

Giunto a poche settimane dalla scadenza delle concessioni attualmente in vigore, l’accordo è il risultato di negoziati iniziati nel 2013, con la decisione dei due Cantoni di non rinnovare la concessione per l’utilizzo delle acque dell’impianto ad Alpiq Hydro Ticino Sa. La mediazione tra le parti condotta dal Datec a partire dal 2022 “ha permesso di evitare un contenzioso legale, che avrebbe inevitabilmente allungato i tempi per giungere a una soluzione giudiziaria”.

Vantaggi per tutti

L’intesa raggiunta prevede che i due Cantoni concedano lo sfruttamento per i prossimi 60 anni delle acque intercantonali della Reuss e del Ticino nella regione del Gottardo a una società partecipata in parti uguali (50-50) con sede ad Airolo, che assicurerà la continuazione dell’esercizio degli attuali impianti della Lucendro Sa. L’accordo permetterà di pianificare il rinnovo delle infrastrutture, ottimizzando e aumentando la produzione idroelettrica invernale.

L’accordo “offre vantaggi a entrambi i Cantoni”. Uri beneficerà di una quota maggioritaria sulla produzione della società, fissata in base alla proporzione in cui contribuisce alla creazione della forza idrica degli impianti, con ricadute positive in termini economici. Il Ticino si è assicurato la gestione operativa della produzione e la manutenzione degli impianti tramite Aet, che partecipa all’accordo in qualità di gestore degli impianti della Leventina a valle di Airolo. Aet potrà così valersi degli impianti del Lucendro per ottimizzare la produzione idroelettrica dell’intera catena della Leventina, salvaguardando anche la sicurezza lungo il fiume Ticino. L’accordo giova infine al Comune di Airolo, che in particolare mantiene la sede della società e il personale operativo sul suo territorio.

I dettagli tecnici e legali dell'accordo saranno ora perfezionati dai due Cantoni, prima di essere sottoposti ai rispettivi parlamenti. A partire dal 1° gennaio 2025 e fino all'entrata in vigore delle nuove concessioni, la gestione provvisoria dell'impianto sarà garantita dall’attuale Lucendro Sa sulla base di una decisione provvisionale rilasciata dal Datec.

VITTA

‘Investimenti e ricadute importanti’

Soddisfatto il direttore del Dfe, il quale ha colto l’occasione per gettare uno sguardo sui progetti idroelettrici che vedono coinvolti il Cantone e Aet all’occorrenza insieme ad altri partner. Cantieri importanti che generano ricadute positive sul territorio a favore dell'economia locale. Non è mancato un accenno alle procedure di riversione-concessione in corso e future. «Mentre per il Lucendro sono già in programma investimenti pari a 40 milioni – ha evidenziato Christian Vitta – a fine 2026 entrerà in funzione a Quinto la nuova centrale del Ritom con un investimento di 350 milioni promosso da Ffs e Cantone. Votato dal Gran Consiglio il principio della versione delle acque, nel 2035 terminerà la concessione all’Ofima per lo sfruttamento della Maggia. Negoziazioni nell’ottica del trapasso degli impianti al Cantone sono già state avviate; un punto focale sarà la definizione del valore degli impianti per fissare il prezzo di riversione a favore presumibilmente di Aet che ne assorbirà il personale tecnico. Inoltre sempre nell’alta valle è previsto l’innalzamento della diga del Sambuco con un investimento di 150 milioni di franchi, inserito fra i 15 progetti d’interesse nazionale». Tuttavia, ricordiamo, la scorsa primavera il Municipio di Lavizzara su questo punto ha ricorso al Gran Consiglio contro gli adattamenti della scheda V3 Energia del Piano direttore cantonale, avanzando critiche non tanto al progetto in sé ma su questioni correlate.

Concessioni per Airolo e Bellinzona, non per Ofible

Tornando alla Leventina, Vitta ha ricordato che altri 70 milioni serviranno al rinnovo degli impianti del Piottino, sempre di competenza Aet; per contro rinnovata al Comune di Airolo (la decisione parlamentare è fresca) la concessione per lo sfruttamento e gestione della Calcaccia. E nel futuro si prospetta un ulteriore rinnovo della concessione a favore della Città di Bellinzona per lo sfruttamento della Morobbia con tanto di diga, condotte e centrale. Più a lungo termine è infine prevista – analogamente a Ofima – la riversione a favore del Cantone degli impianti oggi di competenza di Ofible in Val di Blenio.

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