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Una stagione da incorniciare per l’alpe Giumello

Un inverno con ottimi innevamenti e le seguenti piogge hanno favorito la crescita di erba sana in tutti i pascoli, di cui hanno potuto godere le mucche

Il casaro Luciano Cereghetti al lavoro
20 agosto 2024
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Dopo quella molto complicata del 2022, quella buona del 2023, l'attuale stagione per l'alpe Giumello è da incorniciare. E questo in particolare grazie a un buon inverno con ottimi innevamenti, l’ultimo di questi ancora a inizio aprile, quando in cima alla Valle Morobbia si è misurato oltre un metro di neve. Poi sono arrivate anche le piogge e tutto questo ha ulteriormente nutrito le sorgenti e ha favorito la crescita di erba sana in tutti i pascoli, ossia quelli di Giumello e delle corti superiori di Giggio e Lagone fino a inoltrarsi ai piedi del Passo del San Jorio dove c’è il confine di Stato.

Recentemente abbiamo visitato l’alpe di proprietà dell’Istituto agrario cantonale di Mezzana e sul posto abbiamo incontrato Mauro Caldelari che da parecchio tempo ogni estate svolge la sua professione a Giumello. Gli abbiamo quindi chiesto quando è stato caricato l’alpe, a che punto è la produzione, chi sono i suoi collaboratori e l’organico degli animali presenti: «Questa è la mia 37esima stagione, durante la quale sono chiamato a svolgere parecchie attività. Sono il cuciniere del team, accolgo gli ospiti, aiuto nel caseificio e nelle cantine e tante altre cose. Attualmente la squadra è composta da altri tre collaboratori: Luciano Cereghetti, casaro diplomato cantonale e federale, uno specialista che l’arte casearia la conosce dalla ‘a’ alla ‘z’, e da due giovani pieni di entusiasmo che sono i pastori Thomas Balmelli e Flavio Roncoroni. A loro tocca seguire le mandrie nei pascoli, preparare la sala della mungitura meccanica e dirigere sul posto questa complessa operazione. E quando le mucche raggiungeranno nuovamente i pascoli, altre pulizie e disinfezioni, senza dimenticare il lavaggio quotidiano dello stallone. Per quanto concerne gli animali presenti, ci sono 52 mucche lattifere della nostra azienda di Mezzana, 10 maiali e 6 galline ovaiole con il loro marito (il gallo)».

‘Dovremmo riuscire a produrre circa 900 forme di formaggio Dop’

L'alpe è stato caricato il 18 giugno «e immediatamente – prosegue Caldelari – il caseificio ha operato a pieno regime con una produzione giornaliera di 18-20 forme. Oggi nelle spaziose cantine si contano circa 800 forme di Giumello Dop. Ora la produzione di latte è leggermente diminuita, ma comunque vengono ancora lavorate ogni giorno una decina di forme. Lo scarico dell’alpe dovrebbe avvenire attorno alla prima settimana di settembre per cui crediamo di poter arrivare alla produzione di almeno 900 forme o magari qualcuna in più. A tutt’oggi tutto funziona alla perfezione, gli animali stanno bene e il nostro veterinario Carlo Keller è inoperoso. Se penso alla travagliata stagione del 2022 con la siccità che ci ha creato tante difficoltà, oggi sono felice nel constatare che sarà una annata alpestre da incorniciare. Posso assicurare la numerosa filiera dei clienti – così conclude Caldelari – che fra qualche mese potranno gustare un formaggio Giumello Dop di altissima qualità anche perché nei nostri pascoli le mucche hanno potuto godere di erba buonissima, tantissimi fiori e acqua di sorgente purissima». Prima di prendere congedo dal quartetto buttiamo lì la parola ‘lupo’. «È vero», ci dice un ospite giunto sull’alpe con il rampichino. «Dicono che su dalle parti del San Jorio più o meno in cima alla comasca Val Cavargna ce ne sono due in circolazione. C’è da sperare che rimangano là».

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