Si prospetta una stagione ‘da incorniciare’ per la struttura gestita dall’Istituto agrario cantonale in cima alla Val Morobbia
Secca e complicata quella della scorsa estate, molto buona quella del 2023. La stagione alpestre in fondo alla Val Morobbia prosegue nel migliore dei modi. Così il fiore all’occhiello dell’Istituto agrario cantonale di Mezzana sta segnando un’annata decisamente importante. Giovedì abbiamo visitato l’infrastruttura insieme a Sandro Maretti, già vicepresidente del Patriziato di Sant’Antonio; sul posto a fare gli onori di casa c’era Mauro Caldelari: da 36 anni apprezzato collaboratore di Mezzana, da ben 35 anni – ogni estate – svolge la sua professione a Giumello. L’alpe ha avuto nel 2022 una stagione semi disastrosa dovuta alla grande siccità che ha decretato il rientro nella sede di Coldrerio ancor prima della fine di agosto. «Quest’anno invece – esordisce Caldelari – siamo veramente messi bene. Abbiamo caricato il 13 giugno con cinquanta mucche lattifere, una dozzina di maiali e sette galline ovaiole. Tutti i pascoli al top con ottima erba, tanti fiori, abbondanza di acqua anche nelle corti superiori di Giggio e Valletta. Abbiamo iniziato alla grande con una produzione eccellente: assieme al casaro Luciano Cereghetti abbiamo lavorato 17-18 forme al giorno. Nella sala mungitura meccanica l’attenzione ai vari particolari è assicurata dai giovani Flavio Roncoroni, Thomas Balmelli e da alcuni giorni è giunto sul posto anche Mario Ponzio che di Giumello è il pastore veterano». Andiamo quindi a dare un’occhiata al caseificio che troviamo semplicemente scintillante a dimostrazione che l’igiene e le direttive tecniche sono scrupolosamente osservate. Sentiamo ancora Caldelari: «Oggi nelle nostre capaci cantine abbiamo in maturazione quasi 800 forme di formaggio Giumello, un prodotto che è quasi essenzialmente richiesto da una clientela privata. Si presta grande cura con controlli e spazzolatura eseguita ogni due giorni». A stagione ancora in corso, viene quindi superata di un quarto o di un terzo la produzione 2022 fermatasi a quota 600.
Lo scarico è previsto nei primi giorni di settembre, prosegue il nostro interlocutore: «E pur calcolando che constatiamo un leggero calo della produzione di latte, abbiamo la certezza che raggiungeremo un quantitativo di formaggio superiore alle più rosee previsioni. In altre parole questa stagione è semplicemente tutta da incorniciare». Desideriamo poi sapere se ci sono stati problemi con la mandria. «Sotto questo profilo – spiega Mauro Caldelari – le mucche godono di buona salute proprio perché tutti i pascoli offrono ancora condizioni di foraggio ottimali e pure con l’ acqua non ci sono problemi. Lavoro per il nostro veterinario Carlo Keller o per i suoi collaboratori Cora e Alberto, non ce ne è stato».
E per terminare ci interessano altre informazioni. Nel corso della stagione arriva gente a trovarvi? «Riceviamo richieste telefoniche di nostri clienti che avrebbero piacere ad assistere a qualche fase della lavorazione di burro e formaggio. Così facciamo una piccola selezione, nel senso di accontentare chi ci fa questa richiesta. In questi periodi di vacanze collettive abbiamo avuto parecchie visite ed è con immenso entusiasmo che abbiamo raccolto lusinghieri commenti e apprezzamenti. Soprattutto nei giovani e anche nei bambini – così conclude il nostro cicerone – abbiamo visto il loro esplicito interesse». Per concludere possiamo confermare che sull’alpe di Giumello regna un grandissimo entusiasmo che fa onore all’Istituto di Mezzana.
I resti del piccolo Cessna precipitato 20 anni fa: era il 13 luglio 2003
L’esordio dell’alpeggio risale al 1917 quando l’Istituto agricolo di Mezzana e di riflesso il Cantone Ticino riscattano l’intera infrastruttura – ridotta a un semidiroccato – i cui proprietari erano alcuni contadini di Garzeno, Comune italiano vicino a Porlezza. Oggi Giumello è un alpe modello a 1’600 metri di quota con un caseificio di ultima generazione, apparecchi per la mungitura meccanica, stalloni, cantine di stoccaggio e alloggi per il personale dotati di moderni servizi. Si produce assieme al burro il formaggio Giumello Dop (Denominazione origine protetta). L’intera regione è luogo che vanta storie quasi incredibili fatte di contrabbando, soprattutto di sigarette con le famose bricolle che venivano confezionate a Carena, a Roveredo Grigioni e nei paraggi della vecchia capanna del Gesero. Il principale fornitore di sigari e sigarette era la ditta Licurgo Salvioni & Figli di Bellinzona. Ricorre peraltro quest’anno il ventennale dell’incidente aereo nel quale il 13 luglio 2003 morirono quattro giovani ticinesi: decollati da Magadino, erano diretti a Bolzano. Ma il piccolo Cessna risalì la Morobbia a una quota troppo bassa per infine schiantarsi al suolo. Un quadretto con le loro foto e i ritagli dei giornali dell’epoca sono visibili ancora oggi nel locale cucina.