Roby Giudicetti, titolare del Sala, dopo il disastro del 21 giugno fa la conta dei danni e confida in un ritorno alla normalità
«Ormai la stagione è persa, a questo punto spero che i lavori di ripristino entrino nel vivo fra qualche giorno, appena finite le ferie dell’edilizia, per poter riaprire l’anno prossimo. O magari chissà… forse già questo settembre per un breve periodo. Sarebbe bello…». Roby Giudicetti a Lostallo guarda con un misto di fiducia e preoccupazione il suo grotto Sala che il 21 giugno è stato invaso dal riale San Giorgio in piena. Salvo e solo parzialmente danneggiato il sottostante grotto Centena, situato pochi metri più a valle. Quella sera nel giro di pochi minuti l’area parcheggio si è trasformata in un fiume la cui furia si è portata via le vetture posteggiate, ritrovate la mattina dopo mezzo chilometro più a sud in mezzo a distese di fango. Poco oltre, nella frazioncina di Sorte, si sono verificati i danni maggiori con abitazioni letteralmente cancellate e tre persone morte. Tornando in zona grotti, se l’è vista brutta il vicino abitato di Lostallo compreso fra la chiesa parrocchiale e la strada cantonale: fra le decine di case presenti, solo alcune hanno subìto danni a causa del torrente in piena che ha scavalcato il vallo di protezione alto quattro metri; senza di esso – realizzato anni addietro a protezione dell’abitato per una lunghezza di circa mezzo chilometro – la conta dei danni e delle vittime sarebbe stata assai più pesante e drammatica. Ad avere la peggio, sulla sponda destra del riale San Giorgio, è stata appunto l’area sottomontagna storicamente sede dei due grotti. «Il blocco dei servizi igienici – ci spiega Giudicetti – è da rifare completamente. Invasa dai detriti e in buona parte compromessa la parte principale dello stabile con la cucina, che nel frattempo abbiamo sgomberato dai detriti. Danneggiati alcuni tavoli in sasso esterni, uno addirittura non l’ho nemmeno più ritrovato. Chissà dov’è finito». Un altro punto che richiede una verifica approfondita «è la stabilità delle grosse piante che garantiscono l’ombreggiatura e il fresco durante l’estate. Quelle nel frattempo seccatesi sono decisamente irrecuperabili. Da valutare invece quelle che tutt’oggi presentano una bella chioma verde: poiché il terreno attorno si è modificato, c’è da chiedersi se siano sufficientemente stabili. Speriamo di sì».
Un duro colpo per le finanze private di Roby Giudicetti. Una situazione di crisi che lo accomuna a un’altra categoria professionale particolarmente colpita, quella dei contadini e agricoltori, che deve fare i conti col repentino stop delle attività e un ripristino dei terreni che in taluni casi richiederà diverso tempo: «Nel mio caso l’assicurazione perdita di guadagno mi dà una mano. Quella degli stabili dovrebbe dal canto suo coprire i danni maggiori, mentre valutazioni sono in corso per i tavoli di sasso esterni». Un elemento importante, in ottica futura, è quello della Carta dei pericoli: attualmente la zona dei grotti è indicata con il colore giallo striato (identico a quello vigente per Sorte fino al 21 giugno) che segnala un pericolo elevato con fenomeni però talmente rari da consentire costruzioni e attività. Ciò che permette dunque, al momento, il ripristino degli esercizi pubblici. Considerato però il disastro di due mesi fa, le autorità cantonali potrebbero aggiornare la Carta e ritenere opportuno fissare una zona rossa con più restrizioni: le verifiche entreranno nel vivo nei prossimi mesi. «Su questo punto sono fiducioso», prosegue Roby Giudicetti: «Il grotto Sala ha una storia secolare e con i suoi 194 anni sono certo che continuerà a essere un luogo di ristoro per la sua affezionata clientela».