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‘Qui c’è posto per la Giustizia’, ma il Cantone punta su Lugano

A Castione l’impresa Somazzi ha proposto un complesso edilizio prossimo alla costruzione e il sindaco si è attivato, invano, col Dipartimento istituzioni

Previsti una sessantina di appartamenti, uffici, una sala riunioni molto capiente, una piazza interna, aree verdi e un’autorimessa
(Suisse Projets)
30 luglio 2024
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Poiché si tratta di una presenza istituzionale importante e duratura, in Ticino fa gola a molte località la dislocazione logistica dell’amministrazione cantonale, nel caso specifico il settore giudiziario. Due esempi su tutti: la candidatura di Bellinzona ad accogliere il Tribunale penale federale, il cui insediamento nel 2013 ha dato lustro alla capitale ticinese sul piano cantonale e nazionale; e il recente dibattito sullo stabile Efg di Lugano, ex Banca del Gottardo, il cui acquisto da parte del Cantone per 76 milioni di franchi nell’ottica di completare la cosiddetta Cittadella della giustizia (operazione che fra acquisto e adattamento degli spazi, più la ristrutturazione del vecchio palazzo all’angolo fra le vie Bossi e Pretorio, avrebbe comportato un investimento complessivo di 200 milioni) è stato bocciato il 9 giugno in votazione popolare. Dal giorno successivo al Dipartimento delle istituzioni, competente in materia di organizzazione giudiziaria, e alla Sezione della logistica, che al Dipartimento finanze ed economia gestisce gli immobili cantonali, sono cominciate a fioccare diverse offerte per altri edifici e superfici disponibili e adattabili.

Dopo il 9 giugno fioccate diverse offerte Ex caserma di Losone un ‘caso’ chiuso

«Specialmente da Lugano, ma anche da altre zone del cantone», spiega alla ‘Regione’ la direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti: «Ora stiamo facendo le nostre valutazioni, che richiederanno del tempo, partendo dal fatto che la Legge cantonale sull’organizzazione giudiziaria indica Lugano come ubicazione principale», a parte i settori chiamati a fornire servizi di prossimità, come le Preture civili e gli Uffici esecuzione e fallimenti dislocati nei vari distretti, cui si aggiunge la Pretura penale da sempre basata a Bellinzona e la Corte d’appello e revisione penale dal 2009 insediata provvisoriamente a Locarno grazie a una norma transitoria, ma che è destinata ad avere la sua sede definitiva a Lugano, non da ultimo per assicurare l’efficacia dell’attività visto che i suoi giudici lavorano anche nelle Camere civili del Tribunale d’appello.

Fra le soluzioni esterne si aggiungono il Tribunale dell’espropriazione, che quale autorità giudiziaria indipendente e autonoma lascerà Lugano alla volta di Locarno dove si trasferirà una volta risanato il Pretorio al momento inagibile per motivi di sicurezza, almeno la parte occupata dalla Carp costretta a celebrare i processi a Giubiasco e Mendrisio; come pure l’antenna bellinzonese del Ministero pubblico, un’eccezione alla regola ormai di lunga durata ma anch’essa destinata, prima o poi, a sparire a favore di una concentrazione logistica nella città sul Ceresio.

Una delle opzioni alternative subito emerse dopo il 9 giugno, ricordiamo, era giunta da Losone sotto forma di interpellanza con la quale il Plr sollecitava il Municipio a mettere sul piatto l’ex caserma dell’Esercito. Fluida la risposta del sindaco Ivan Catarin: «Non precludiamo nessuna possibilità – ha affermato in Consiglio comunale –. Ma la situazione resta bloccata a livello pianificatorio, dopo che anche il Tribunale federale ha ribadito che il comparto è fuori dall’area edificabile. Da parte nostra valutiamo tutte le alternative, soprattutto quelle già approvate: riqualificare gli edifici e inserire i contenuti stabiliti». In sostanza: utilizzo da parte dei militari e spazi per l’Accademia Dimitri. Bye bye Cittadella della giustizia dunque. «Una valutazione in tal senso era già stata fatta a suo tempo per insediarvi la Corte d’appello e revisione penale – ricorda Frida Andreotti – ma si era poi optato per il Pretorio di Locarno, dotato di un’aula ampia per lo svolgimento dei processi».

Chi va dove? Riavviate le riflessioni

Secondo le intenzioni governative nello stabile ex Efg di Lugano avrebbero dovuto insediarsi il Tribunale d’appello, la Pretura civile, la nuova Pretura di protezione (oggi Autorità di protezione), l’Ufficio del Giudice dei provvedimenti coercitivi e altre autorità amministrative (esecuzione, fallimenti, registro fondiario ecc.). Il vecchio palazzo di giustizia, che da svariati anni attende una ristrutturazione completa, era invece destinato al Ministero pubblico e alla Polizia cantonale, già oggi lì presenti. Sarà ancora così? «Come Divisione della giustizia abbiamo avviato nuove riflessioni, per capire quali altri settori potrebbero insediarsi e dove. Molto dipenderà, appunto, da quali altre soluzioni possono entrare in linea di conto dopo il no popolare allo stabile Efg».

‘Qui soluzione ideale. E la stazione’

Tra le proposte fioccate dopo il 9 giugno, una è partita da Castione dove l’impresa Somazzi, attiva nel settore dei materiali da costruzione, verso fine primavera ha depositato in Comune una domanda di costruzione per realizzare un nuovo grande complesso abitativo e amministrativo dal costo di 29 milioni e denominato ArCa. Progettato dall’architetto Marco Giussani, si affaccerà sul piazzale della stazione Ffs, ciò che lo renderà facilmente raggiungibile in treno e in bus, oltre che in auto vista la presenza dello svincolo autostradale. Il titolare Dario Somazzi ha sottoposto la propria suggestione al sindaco di Arbedo-Castione che l’ha subito girata al direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi: «Purtroppo, come già successo in passato quando avevamo dichiarato la nostra disponibilità ad accogliere nuovi interessanti insediamenti nella zona industriale, neppure questa volta la nostra proposta ha fatto breccia», spiega Luigi Decarli. Il diniego si basa appunto sul fatto che la Legge sull’organizzazione giudiziaria indica Lugano come fulcro logistico, sebbene poi taluni settori, come detto, operino altrove in via provvisoria o definitiva. «A ogni modo – conclude Dario Somazzi rimanendo fiducioso – la nostra proposta è sempre valida. Siamo in contatto con alcuni potenziali inquilini interessati a occupare una parte degli spazi e siamo pronti a entrare in materia qualora il settore logistico del Cantone la ritenesse una soluzione valida, praticabile e finanziariamente sostenibile».

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