Presentato ieri sera il progetto promosso dall’associazione Skywalk 1000 ed elaborato dall’architetto Filippo Broggini insieme al Poli di Losanna
“Per effettuare questo balzo di mille metri ci si deve spingere oltre, sia nell’approccio formale e progettuale, sia nei materiali e nelle tecnologie, sia nella conoscenza e nel modello di finanziamento”. È destinato a fare scuola a livello mondiale il progetto di passerella alpina a campata unica, lunga un chilometro, progettata per unire i due versanti della Valle di Lumino percorsa dal Riale Grande. Un’opera voluta anche per meglio collegare l’ampia rete sentieristica esistente, che andrà completata solo in minima parte, con i territori montani ticinesi e grigionesi presenti all’ombra del Pizzo di Claro e del Piz de Molinera fra le valli Riviera, bassa Mesolcina e Calanca. Per coniugare queste regioni e le loro realtà, la passerella propone una soluzione orizzontale, un attraversamento che non sarebbe possibile se non nel fondo valle o in alta quota. Un’impresa straordinaria per sforzo ingegneristico e costruttivo: basti pensare che il ponte tibetano di Sementina è lungo un quarto (240 metri) e ha un salto della metà rispetto ai 289 metri qui previsti, e che quello pure in fase di progettazione al Ritom sarà lungo 413 metri con un salto di 160.
Blue Office Architecture di Bellinzona
Un chilometro, mille passi nel vuoto
L’opera è stata presentata ieri sera nell’auditorium di BancaStato a Bellinzona in presenza di progettisti, partner, autorità, possibili finanziatori e sostenitori. Una “passerella corografica”, è stata descritta, poiché in grado di “riscrivere il luogo nei suoi aspetti geografici, fisici, geologici e antropici”. Promotrice è l’associazione Skywalk 1000 con sede a Lumino e alla quale fa capo un ampio team multidisciplinare. Alla sua testa troviamo l’ingegnere Patrizio Ghidossi (presidente e all’origine dello spunto poi divenuto idea e quindi progetto) affiancato da alcune personalità ticinesi e moesane. Mente sviluppatrice è l’architetto Filippo Broggini di Bellinzona, titolare del Blue Office Architecture che vanta una stretta collaborazione col Politecnico federale di Losanna, in particolare col professor Thomas Keller, specialista in materiali compositi. Oltre a Keller sono intervenuti alla presentazione il filosofo parigino David Zerbib, l’ingegnere Renato Guidicelli di Claro, l’architetto Félix Stämpfli di Ginevra e il membro di comitato Floriano Righetti.
L’architetto Filippo Broggini, ricordiamo, nel 2014 aveva progettato il ‘Lumino Bridge’ di 16 metri posato in paese sul medesimo Riale Grande, passerella insignita del premio nazionale Flâneur d’Or destinato alle opere pedonali e consegnato al Comune quale committente, di cui Ghidossi era allora vicesindaco. Dieci anni dopo si progetta un’opera 60 volte più lunga, mille metri di quota più in alto (a un’altitudine di 1’243 m/sm), sospesa tra i Monti di Vatiscio e l’arrivo della funivia che collega Lumino ai Monti di Saurù. Compito del team, che vede in BancaStato il supporting partner, sarà anche quello di coordinare la raccolta fondi.
laRegione
L’architetto Filippo Broggini
La scelta privilegiata è quella di una passerella sospesa composta da unità statiche in successione. Ci vorranno in tutto 47 elementi, lunghi ciascuno 19 metri e inframmezzati da brevi piattaforme un po’ più larghe del camminamento principale consentendo così l’incrocio fra escursionisti. Semplificando all’osso, il principio delle strutture a flessione attiva è del tutto simile a quello che in atletica regge la pratica del salto con l’asta: il saltatore al termine della corsa imprime la curva all’asta che è così pronta a raddrizzarsi rilasciando la forza accumulata. Applicando alla passerella questo principio, si ottiene un dispositivo rigido autocompresso.
Per leggerezza, qualità meccaniche e resistenza al trascorrere del tempo e alla degradazione ambientale, il materiale scelto per gli archi, l’ossatura dell’impalcato e le tavole di camminamento è la fibra di carbonio. Altre parti saranno in fibra di vetro. I 47 moduli ad arco, ad alta efficienza statica, indipendenti uno dall’altro e caratterizzati da un design accattivante, saranno appesi a funi metalliche principali superiori e stabilizzati orizzontalmente da cavi orizzontali inferiori. Funi che saranno ancorate ai due rispettivi fianchi della montagna. La composizione modulare favorirà una costruzione efficiente ed economica in grado di sopportare il peso della struttura stessa, degli utenti e della neve (quest’ultima, da sola, rappresenta oltre la metà del carico teorico cui la struttura dovrà resistere in base al corretto dimensionamento statico), come pure le sollecitazioni multidirezionali del vento. Inoltre il peso contenuto rispetto all’acciaio favorirà il trasporto in quota del materiale e le varie fasi di posizionamento – dapprima il cavo di montaggio, poi le funi, la rete di parapetto e quindi i moduli con gli archi piegati preassemblati in pianura – tramite voli in elicottero. La retta di mille metri sarà peraltro ben visibile anche di notte, dal Bellinzonese e dalla bassa Mesolcina, grazie a un’accurata illuminazione.
Come successo col ponte tibetano di Sementina inaugurato nel 2015 e subito dimostratosi un importante attrattore di escursionisti e turisti, e com’è nelle mire dell’analogo ponte sospeso previsto al Ritom, opere come questa sono destinate a imprimere al territorio interessato uno sviluppo esponenziale dell’attrattiva che supera di gran lunga i confini cantonali e nazionali. “Il richiamo turistico sarà significativo – ci spiega l’associazione Skywalk 1000 – e permetterà di estendere e arricchire ulteriormente la notorietà del nostro territorio. I settori dell’accoglienza e della ristorazione, intravedendone le opportunità, estenderanno le loro offerte e beneficeranno della nuova richiesta, permettendo ai viandanti una fantastica esperienza”. Vi è dunque la certezza che gli enti locali “raccoglieranno ben più di semplici frutti d’immagine. Saranno custodi di un’eredità in continua crescita”. In ottica futura “potranno a loro volta promuovere progetti di valorizzazione del territorio enfatizzando quelli già esistenti”. L’impatto economico generato dal flusso turistico “produrrà una ricaduta positiva sul territorio in termini di risorse finanziarie e umane”. In tal senso si immagina “lo sviluppo di opere collaterali che andranno ad aggiungere ulteriori offerte”. Toccati direttamente sono il parco regionale Val Calanca, la capanna Brogoldone, la funivia Pizzo di Claro, i monti di Claro, Lumino, Buseno e San Vittore con i loro alpeggi. In definitiva, la passerella è destinata a “rappresentare molto più di una semplice infrastruttura: è un’opportunità per la nostra comunità che vuole distinguersi per la sua creatività, nel desiderio di attirare l’attenzione a livello internazionale e di offrire un’esperienza indelebile”.
Blue Office Architecture di Bellinzona
Sarà visibile anche di notte
A questo stadio l’associazione intende misurare l’interesse di Comuni, Patriziati e attori impegnati nello sviluppo del territorio nell’ottica di affinare la progettazione, depositare la domanda di costruzione e promuovere la campagna di raccolta fondi. Il calcolo dell’investimento, che sarà in linea con quello delle altre opere citate, scaturirà dalla prossima fase di progettazione che dovrà definire nel dettaglio gli aspetti tecnici, costruttivi, di montaggio e gestione.
Uno dei metodi di finanziamento immaginati dal team – ci viene spiegato – è quello della raccolta fondi attraverso la cosiddetta ‘finanza decentralizzata’, dove chiunque potrà partecipare e poi beneficiare dei ristorni che l’opera si prefigge di raggiungere. L’associazione Skywalk 1000, in collaborazione con la società di gestione patrimoniale XdRiP Digital Management Llc, ha sviluppato e testato un approccio che ritiene rivoluzionario, in aggiunta ai sistemi di finanziamento tradizionali che saranno localmente implementati: “A differenza dei modelli convenzionali in cui i contributi sono spesso unidirezionali senza ritorno, qui si vuole garantire che i contributori investano in un modello finanziariamente sostenibile. Una piattaforma digitale li trasformerà in ‘fondatori originali’ del progetto e, come tali, in proprietari di diritti digitali che assicureranno la distribuzione dei dividendi generati dai ricavi operativi incassati dalla Skywalk 1000 allorché operativa. Il tutto creando un beneficio finanziario dinamico e continuo”. Uno dei principali vantaggi di questo modello – sottolinea l’associazione – è la sua portata globale: “Ciò significa che persone provenienti da ogni angolo del mondo potranno facilmente contribuire al progetto e condividerne il successo, promuovendo un senso di comunità e collaborazione internazionale. Scopo non secondario di questo metodo “è di sfruttare le tecnologie emergenti affinché progetti importanti possano essere architettonicamente e finanziariamente sostenibili, aprendo la strada a future iniziative che mirano a fondere imprese ingegneristiche straordinarie con modelli finanziari innovativi”.