Bellinzonese

Arbedo-Castione: s’indaga per frode elettorale e incetta di voti

Il procuratore generale sostituto Andrea Balerna ha aperto un’inchiesta contro ignoti per far luce sul broglio emerso domenica con le ‘tipexate’

Il procuratore generale sostituto Andrea Balerna
(Ti-Press)
17 aprile 2024
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Le ‘tipexate’ scoperte durante lo spoglio domenicale su 49 schede per il Municipio e alcune per il Consiglio comunale di Arbedo-Castione (cancellature a sfavore della lista Lega/Udc e crocette aggiunte alla lista Plr di Arbedo) sono adesso a tutti gli effetti oggetto di inchiesta penale. Come appreso dalla ‘Regione’ l’incarto è stato attribuito al procuratore generale sostituto Andrea Balerna, che ha promosso contro ignoti le ipotesi di reato di frode elettorale e incetta di voti, articoli 282 e 282 bis del Codice penale. Il primo indica che è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria “chiunque contraffà, altera, fa sparire o distrugge un catalogo elettorale; chiunque, senza diritto, partecipa a un’elezione o votazione, firma una domanda di referendum o d’iniziativa; chiunque altera il risultato di un’elezione, di una votazione, di una raccolta di firme per l’esercizio del referendum o dell’iniziativa, in modo particolare aggiungendo, cambiando, omettendo o cancellando schede elettorali o firme mediante inesatta numerazione od inveritiera registrazione del risultato nel processo verbale”. Inoltre “se il colpevole ha agito in qualità ufficiale, la pena è una pena detentiva da un mese a tre anni o una pena pecuniaria non inferiore a 30 aliquote giornaliere”. Il 282 bis prevede una multa per “chiunque raccoglie, riempie o modifica sistematicamente schede per un’elezione o votazione o distribuisce schede siffatte”.

Il Comune si costituirà accusatore privato?

Il materiale di voto, ricordiamo, è stato posto sotto sequestro e gli inquirenti procederanno con le analisi su di esso e gli interrogatori. A giorni sono inoltre attese le motivazioni della decisione di annullamento delle elezioni presa dall’Ufficio cantonale di accertamento. Motivazioni che verranno intimate dapprima al Comune e poi pubblicate sul ‘Foglio ufficiale’. Trenta giorni per eventualmente impugnare la decisione dell’Ufficio di accertamento davanti la Tribunale federale. Ora, considerato l’avvio dell’inchiesta penale, il Comune rappresentato dal Municipio si costituirà accusatore privato? La domanda sorge spontanea visto che a causa di quanto accaduto ha subìto dei danni economici non irrilevanti, dovendo indire nuove elezioni previste il prossimo autunno.

Il Tram sul caso Paradiso: ‘Solo ordinaria amministrazione’

Resta da capire se Municipio e Consiglio comunale sono costretti nel frattempo a occuparsi solo della gestione corrente, o se possono anche deliberare investimenti. Torna allora utile la lettura di una sentenza emessa nel novembre 2016 dal Tribunale cantonale amministrativo, con cui i giudici Matteo Cassina (vicepresidente del Tram), Giovan Maria Tattarletti e Sarah Socchi avevano accolto un ricorso con conseguente annullamento delle elezioni del Consiglio comunale e del Municipio di Paradiso per irregolarità procedurali. “Sarà quindi compito della Cancelleria dello Stato indire al più presto una nuova consultazione elettorale”, poi tenutasi l’anno successivo, nel 2017. Nel frattempo – aggiungeva il Tram – esecutivo e legislativo “dovranno limitarsi agli atti di ordinaria amministrazione del Comune, ritenuto che la Sezione degli enti locali del Dipartimento delle istituzioni vigilerà su tale aspetto nell’ambito delle competenze che le sono assegnate dagli articoli 194 e seguenti della Legge organica comunale”. Il Comune sottocenerino doveva dunque limitarsi agli atti di ordinaria amministrazione.

Nel caso di Arbedo-Castione le verifiche penali si concentreranno, giocoforza, sull’operato dei tre uffici elettorali di cui il Comune si è dotato. I cui membri, come da regolamento, sono indicati dai partiti. Il primo ufficio, attivo nella sala del Consiglio comunale, era presieduto dal sindaco (Plr di Arbedo), da un municipale socialista e da un consigliere comunale, pure del Plr di Arbedo; il secondo, insediato nell’ex Ufficio tecnico comunale di Castione, era presieduto dal vicesindaco (Plr di Castione) affiancato da un municipale del Centro e da uno del Plr di Arbedo. Infine il terzo ufficio, responsabile del voto per corrispondenza, situato nella sala meeting al Centro civico di Arbedo: presidente un municipale di Lega/Udc, più due membri senza cariche istituzionali. Tutti e tre gli uffici erano dotati di una segretaria e domenica mattina, per le operazioni di spoglio, è stato coinvolto del personale amministrativo, in tutto sei persone. Il segretario comunale, da noi intervistato lunedì, assicura che le operazioni si sono svolte a norma di legge; idem la gestione delle schede di voto dalla loro entrata nei rispettivi uffici elettorali fino alla consegna agli agenti di polizia che domenica dopo mezzogiorno le hanno trasportate al Palasport di Bellinzona dov’era in corso lo spoglio centralizzato per tutti i Comuni.

Negli uffici elettorali i delegati ‘sono garanti del rispetto della legge’

La citata sentenza pronunciata dal Tram nel novembre 2016 dedica ampio spazio alla figura e al ruolo in generale dei delegati dei partiti negli uffici elettorali. I delegati, “in quanto rappresentanti di tutti i gruppi politici in corsa, ivi compresi di quelli che non siedono (ancora) nei consessi comunali, fungono da garanti, nei confronti dei cittadini, dello scrupoloso rispetto della legge e della regolarità del procedimento elettorale, soprattutto per quanto attiene a tutte quelle attività che concorrono alla definizione del risultato della consultazione, nei confronti delle quali non deve sussistere alcun sospetto di errore o di manipolazione del materiale di voto”, sottolineano i giudici d’Appello.

Il ruolo dei delegati di partito, rileva il Tribunale amministrativo, “ha dunque una valenza democratica importantissima, in quanto costituisce un fondamentale elemento di tutela predisposto dall’ordinamento per assicurare nell’interesse generale il corretto svolgimento delle operazioni di voto e di preparazione dello spoglio delle schede nel contesto di un sistema che, a differenza di quanto avviene in altri cantoni svizzeri (si veda per esempio Ginevra), permette senza limitazioni di sorta che gli uffici elettorali comunali siano composti da persone che nello stesso tempo sono anche candidate. Esso ha poi assunto ancora più importanza – evidenzia sempre il Tram – dopo la recente introduzione generalizzata del voto per corrispondenza anche a livello comunale. Inoltre, a ben vedere, l’intervento nel procedimento elettorale dei delegati consente indirettamente anche ai soggetti candidati di partecipare al medesimo tramite dei rappresentanti del loro rispettivo gruppo politico”.

E ancora: “Seppure passivo, il coinvolgimento dei delegati in tutte le attività svolte dall’ufficio elettorale costituisce pure una peculiare manifestazione del principio del contraddittorio, con la precisa finalità di far emergere (ed eventualmente anche risolvere) immediatamente eventuali contrasti in ordine alle formalità che precedono lo spoglio centralizzato delle schede, in linea con le particolari esigenze di certezza e rapidità che contrassegnano lo svolgimento e la definizione delle operazioni elettorali”. Parole chiare quelle del Tribunale cantonale amministrativo.