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A Bellinzona mancano spazi per la ricerca? ‘Da me ce ne sono’

Gianfranco Ghidossi replica al direttore di Humabs spiegando che l’ex sede dell’Irb bis è sin da subito disponibile per nuovi inquilini o acquirenti

L’immobile di via Murate 5 a Bellinzona
12 aprile 2024
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«Qui in via Murate 5 c’è posto per società che volessero insediarsi con laboratori. Infatti per ben 15 anni, dal 2007 al 2022, il mio immobile ha accolto una parte dell’Istituto di ricerca in biomedicina, il cosiddetto Irb bis, permettendogli di crescere e consolidarsi fino a quando si è trasferito nella nuova grande sede all’ex campo militare. Per un certo periodo vi ha anche operato Humabs, che ha poi traslocato al Business Center e che ora segnala la carenza a Bellinzona di spazi per attività di questo tipo. Ma qui c’è posto, lo ribadisco, e il mio edificio, da affittare o comprare, è anche ampliabile in base alle vigenti norme di Piano regolatore».

Senza giri di parole l’ingegner Gianfranco Ghidossi afferma di aver letto con un po’ di sorpresa le dichiarazioni rilasciateci il 9 aprile da Filippo Riva, direttore di Humabs BioMed Sa, filiale svizzera della società californiana Vir Biotechnology, secondo cui il polo biomedico di Bellinzona è penalizzato da una carenza di superfici che potrebbero venire occupate da altre società del ramo, incrementando così l’importanza della capitale ticinese sul piano internazionale in questo ambito strategico. Secondo Riva l’ente pubblico, ossia Cantone e Città, in attesa di concretizzare forse fra una decina d’anni l’atteso nuovo Quartiere Officine destinato ad accogliere anche formazione e ricerca d’altissimo livello, dovrebbe incentivare e sostenere i privati (in particolare i proprietari immobiliari) a mettere a disposizione spazi per realizzare nuovi laboratori. Pena la perdita di attrattiva e velocità della capitale ticinese in un settore in crescita costante. Perdita dovuta a un’insana scarsa concorrenza fra società private, limitandone il numero alle sole Humabs e Peptone, quest’ultima accasatasi recentemente nello stabile Fabrizia in via Vela, già sede dell’Irb e acquistato l’anno scorso dalla Città proprio per questo scopo.

Un potenziale di 3'600 metri quadrati

In via Murate l’area un tempo occupata dall’ex Coop misura complessivamente tremila metri quadrati: attualmente dispone di trenta stalli per automobili, è cintata e attrezzata di un impianto per la videosorveglianza. L’edificio dispone di un piano inferiore (dov’erano presenti il laboratorio speciale P3 e il deposito), del pianoterra e di due altri piani superiori per un totale di 1’200 metri quadrati di superficie utilizzabili come laboratori. Il tutto completato da allacciamenti tecnici, informatici, telefonici, sicurezza ecc. Inoltre ogni singolo laboratorio è predisposto per l’allacciamento di aria compressa, azoto e climatizzazione. Nel 2006 il proprietario vi aveva investito 500mila franchi, la Fondazione dell’Irb 3,7 milioni beneficiando di un contributo di un milione elargito dalla Fondazione Horten e di 700mila franchi provenienti dall’Istituto oncologico della Svizzera italiana che per un certo periodo ha poi occupato degli spazi.

In base al Piano regolatore la zona R5 consente di aggiungere altri due livelli in altezza, beneficiando peraltro di un bonus del 20%. Ciò che permetterebbe di ottenere, sfruttando integralmente il potenziale edificatorio, una superficie di 3’600 metri quadrati. «L’immobile e l’area che lo circonda si prestano dunque perfettamente alla ricerca biomedica», ribadisce Ghidossi dicendosi disponibile a incontrare eventuali gruppi interessati. Evidentemente l’arredo interno manca del tutto, essendo partito insieme ai precedenti inquilini.

‘La vertenza sull'affitto è scollegata’

Con l’Irb è pendente in Pretura una vertenza civile per il pagamento dell’affitto residuo: il proprietario rivendica l’incasso di 220mila franchi annui per cinque anni. Totale 1,1 milioni dal 2022 al 2027. Un lustro che lui sostiene dovrebbe venire conteggiato non avendo l’istituto inoltrato la disdetta per tempo (ossia con un preavviso di due anni, indicato nel contratto di locazione, rispetto alla scadenza quinquennale fissata a fine marzo 2022) in vista del rinnovo tacito che combaciava col periodo di trasloco nella nuova sede all’ex campo militare. Generoso peraltro il sostegno comunale assicurato all’Irb, che si protrae sin dal 1997 quando si gettarono le basi del biopolo. Un’assunzione di taluni oneri decisa dal Municipio per assicurare aiuto concreto della Città all’istituto durante i primi anni di attività e in quelli a seguire. «In ogni caso – assicura Gianfranco Ghidossi – la vertenza non è collegata alla disponibilità del mio edificio qualora una società di ricerca lo volesse acquistare o prendere in affitto».

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