La scelta di non costruire un nuovo impianto e rinunciare al servizio sarà discussa in Consiglio comunale. Provvisoria l'attuale gestione affidata a terzi
Gestione del forno crematorio comunale di Bellinzona assegnata alla neocostituita Crematorio SA Bellinzona e Valli: se da un lato, Consiglio comunale permettendo, sembra escluso che il Municipio tornerà sui suoi passi decidendo di investire per costruire un nuovo forno, mantenendo così il servizio di cremazione di competenza dell’ente pubblico, l’attività affidata alla SA a partire dallo scorso 1° gennaio non rappresenta una scelta definitiva, bensì provvisoria, in attesa del licenziamento di un messaggio municipale per la modifica dell’apposito regolamento e l’avvio di un concorso pubblico finalizzato ad assegnare a privati la futura gestione del forno crematorio. Si parla unicamente della specifica funzione del forno (il cui utilizzo sarebbe tassato dal Comune), mentre il resto del centro funerario (camere ardenti, sale per cerimonie e altri spazi) rimarrebbe di competenza cittadina. Il sindaco Mario Branda – interpellato dalla redazione per una prima reazione alla lunga interrogazione inoltrata lunedì dal Partito comunista – specifica così quanto già scritto dal Municipio a pagina 90 del Preventivo 2024 approvato dal legislativo durante la seduta del 18 dicembre 2023. Ovvero che di fronte alla necessità di costruire un nuovo forno, l’esecutivo ha deciso di rinunciare al servizio tenuto conto degli elevati costi fissi dell’impianto e della riduzione del numero di cremazioni (flessione data dell’apertura di un forno privato a Carasso nell’autunno del 2022). E tali presupposti non sono ritenuti compatibili con una gestione comunale finanziariamente equilibrata.
Preferendo non svelare ulteriori dettagli in attesa della risposta che l’esecutivo darà all’atto parlamentare firmato da Alessandro Lucchini e Massimiliano Ay, Branda si limita ad aggiungere che i servizi comunali stanno elaborando un messaggio, che dovrebbe essere sottoposto al legislativo entro giugno. Un messaggio che oltre a modificare il regolamento comunale dei cimiteri e del crematorio e dare avvio al bando di concorso, conterrà anche la richiesta di un credito per l’ammodernamento strutturale del centro funerario comunale, esclusi i costi per la sostituzione del forno che saranno invece a carico della ditta che si aggiudicherà l’appalto: questo è il vincolo dato dall’esecutivo affinché sia garantita la cremazione in loco post cerimonia.
Come si legge sul suo sito web, la Crematorio SA Bellinzona e Valli è stata costituita a inizio gennaio da sei imprese di pompe funebri (Agenzia di onoranze funebri Giancarlo Rossi, Bullo Luca, Eros Bruschi SA, Onoranze funebri di Luzzi Disma, Stefano Rozner Onoranze Funebri e Ti Centro Funerario SA). Come detto, alla SA è stata affidata la gestione per un periodo di transizione fino al licenziamento del messaggio, ma non è detto che sarà lei ad aggiudicarsi il futuro appalto. Visitando il sito web, ciò che ha fatto drizzare le antenne ai consiglieri comunali comunisti è stata l’indicazione della società (presente sul sito fino almeno al 22 marzo e successivamente scomparsa) di aver ripreso la gestione del crematorio comunale di Bellinzona senza indicare che si tratta di una decisione provvisoria. Forse un errore di comunicazione, che non è sfuggito ad Ay e Lucchini.
Al momento della presentazione del messaggio si vedrà quale sarà il tenore della discussione all’interno del Consiglio comunale, anche alla luce delle risposte che l’esecutivo darà in precedenza all’interrogazione dei rappresentanti del Partito comunista. Un’interrogazione che tra le altre cose chiede per quale ragione la decisione del Municipio di cedere a terzi la gestione del crematorio comunale (seppur per il momento ad interim) non sia stato oggetto di dibattito pubblico, come mai non è stata sottoposta ai consiglieri con un apposito messaggio municipale, se l’attuale regolamento dei cimiteri e del crematorio comunale è stato rispettato e se il prezzo agevolato per i cittadini di Bellinzona resterà in vigore anche in futuro.
Dall’apertura del forno privato a Carasso, il numero annuale delle cremazioni all’impianto comunale si è quasi dimezzato, passando da 650 a 350. Una diminuzione significativa che rappresenta il motivo principale per cui il Municipio ha deciso di rinunciare alla costruzione di un nuovo forno (quello attuale è ormai giunto al termine del suo servizio), ciò che richiede un investimento di circa due milioni di franchi. Al momento, l’unico impiegato comunale che era addetto all’attività di cremazione è stato reintegrato nella squadra dei servizi cittadini.