Bellinzonese

Il caso Riviera: ex sindaco socialista si candida col Centro

Forse una primizia in Ticino. Sfida a due fra Mele e il liberale-radicale Rossetti per guidare il Comune? I presidenti sezionali non si sbilanciano

I sette candidati del Centro al Municipio di Riviera
19 gennaio 2024
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Nel Comune di Riviera si preannunciano frizzanti le elezioni del 14 aprile. Forse fra le più interessanti del Bellinzonese e Alto Ticino dopo la capitale e insieme a Lumino dove – come a Riviera – lasciano sia il sindaco del Centro sia il vicesindaco liberale-radicale. Con la differenza che a Riviera il Centro ha fatto un acquisto di peso fuori casa. La rinuncia del sindaco uscente Alberto Pellanda (Plr) a ricandidarsi ha infatti motivato l’ex sezione popolare-democratica, che a sua volta registra l’uscita di scena di due municipali su tre, a comporre un'agguerrita lista per l’esecutivo. A tal punto da schierare l’ex sindaco socialista di Iragna Bernardo Mele.

Passaggio dall’area di sinistra a quella del Centro che rappresenta probabilmente un unicum in Ticino, dove negli ultimi trent’anni più rappresentanti di svariati partiti (specialmente Plr e Ppd ma anche della sinistra estrema) hanno cambiato casacca diventando leghisti, democentristi, indipendenti o membri di liste civiche; ma probabilmente mai nessun socialista è diventato popolare-democratico. A Riviera, dunque, l’ex ‘compagno’ Bernardo Dino Mele, di professione consulente assicurativo e a suo tempo fautore dell’aggregazione, potrebbe essere l’alfiere giusto del Centro per mettere in scacco il Plr che dal 2019 ha il sindacato confermato alle elezioni del 2021? In questi giorni sono in molti a chiederselo, convinti che sia una scelta azzeccata essere riusciti a convincerlo a tornare sulla scena politica locale cambiando colore che è poi quello – non è un segreto – della sua famiglia con baricentro a Lodrino.

La lista del Centro per l’esecutivo comprende anche il municipale uscente Cristiano Triulzi (ingegnere forestale), il responsabile della contabilità Milo Djokic e il compliance officer bancario Gregorio Genini (consiglieri comunali uscenti), la direttrice di scuola media Concetta Melena (già presidente del Consiglio comunale di Osogna), l’imprenditore Remzi Durmishi (già candidato al Gran Consiglio) e l’ispettore Suva Diego Martini. Per il Cc viene inoltre presentata una lista completa di 31 candidati, di cui sette sono donne.

Quanto ai risultati di lista, rispetto al 2017 nel 2021 il divario si era assottigliato: l’ex Ppd era rimasto stabile passando dal 34,3 al 34,2% confermando tre municipali su sette, il Plr era salito dal 31,7 al 33,1% ottenendone due e confermando poi il sindacato nel voto di ballottaggio vinto da Pellanda sulla vicesindaca Ulda Decristophoris (entrambi, appunto, ora lasciano e nel Centro rinuncia anche Fulvio Chinotti). Pellanda che invece era stato sconfitto nel 2017 da Raffaele De Rosa, il quale nel voto di ballottaggio aveva portato l’iniziale divario di 33 voti a 276, per poi venire eletto nel 2019 in governo come nuovo consigliere di Stato lasciando così lo scettro della Riviera all’allora vicesindaco Pellanda, avendo il Ppd deciso di non chiamare gli elettori alle urne. Oggi l’obiettivo del Centro è la conferma dei tre seggi in Municipio e degli undici in Consiglio comunale, nonché confermarsi la forza politica di maggioranza.

‘Il Centro non è più il Ppd’

A ogni modo il passaggio di Mele dal Ps al Centro è una di quelle notizie destinate a far discutere. Nel 2017, con l’avvento del Comune aggregato, il suo compagno di lista Igor Cima lo aveva superato di soli otto voti personali. Oggi, visto che Cima si ripresenta, i due potrebbero ritrovarsi allo stesso tavolo dell’esecutivo ma su fronti opposti. «Opposti?», replica il presidente sezionale del Centro Massimo Ferrari: «Il Centro non è all’opposto di nessuno. Caduti i vecchi steccati in parte legati alla questione religiosa e al fatto di essere stati un tempo i cosiddetti conservatori, oggi siamo una formazione politica dinamica pronta a conquistare quei ‘territori’ che sono prossimi alla nostra area, sia a destra che a sinistra. Ben venga dunque il coinvolgimento di un ex sindaco socialista di famiglia popolare-democratica. Insieme agli altri sei candidati, tutti validi, saprà sicuramente far bene». Chi fra di loro, chiediamo, sarà il predestinato ad ambire alla poltrona di sindaco? «Non lo so. La partita è aperta e decidano gli elettori. Certo, ci farebbe piacere riacciuffare il sindacato che nei primi due anni è stato di Raffaele De Rosa. Il quale se non fosse entrato in governo, oggi sarebbe ancora sindaco. Funzione poi ricoperta da Alberto Pellanda, persona benvoluta che ha lavorato con qualità e al di sopra degli steccati di partito. Certo, ora si tratta per noi di mettere sul tavolo le nostre carte migliori. Se sarà un successo bene, se no pazienza».

Il predestinato? ‘Prudenza’

Dal canto suo il Plr (di cui abbiamo pubblicato ieri le liste complete) potrebbe riuscire a difendere il seggio di sindaco puntando sul giovane Enea Rossetti, consigliere comunale di appena 26 anni, reduce da una brillante quasi elezione in Gran Consiglio dove l’anno scorso non ha scalzato l’uscente del distretto Omar Terraneo per soli 198 voti personali. Voci bene informate lo indicano oggi come il candidato su cui puntare. Ma il presidente sezionale Giorgio Rosselli non si sbilancia e invita alla prudenza: «La partita è aperta e tutti i candidati sono validi. Di sicuro li spingeremo nel modo più opportuno. Ritengo a ogni modo importanti due questioni imprescindibili per assumere la funzione di sindaco, se così diranno le urne: la persona eletta dovrà avere il tempo necessario da dedicare alla carica ed essere in grado sia di assumersi fino in fondo l’onere e i molti temi strategici che attualmente sono di Alberto Pellanda; sia di assicurare, con responsabilità, una continuità per qualche legislatura».