Approvato fra le critiche (Sinistra a parte) il preventivo 2024 con disavanzo di 9,4 milioni. Bocciato l’emendamento Mps per carovita ad agenti e docenti
Ancora una volta, l’ennesima, bersaglio di critiche da quasi tutti i fronti politici (tranne l’Unità di sinistra), ancora una volta votato a larga maggioranza dal Consiglio comunale (così vuole la tradizione in Ticino, a parte rarissime eccezioni). Promosso dunque questa sera – con 43 sì, 6 no e 2 astenuti – il preventivo 2024 della Città di Bellinzona con disavanzo di 9,4 milioni e moltiplicatore d’imposta invariato al 93%. Sui banchi a Palazzo civico c’erano un rapporto di maggioranza favorevole firmato da Plr, Centro, Lega/Udc (relatore il capogruppo Sacha Gobbi, assente giustificato) e con riserva dalla Sinistra, uno di minoranza del gruppo Mps/Verdi/Fa contrario. Nonché un emendamento Mps per la concessione del carovita anche a poliziotti e insegnanti che figurando sotto la Legge organica dei dipendenti dello Stato rischiano di non beneficiarne a causa della manovra di rientro impostata dal governo. Proposta bocciata dal Cc 35 a 13, ma nel frattempo è pendente una mozione della sinistra che chiede di modificare in tal senso il Regolamento comunale dei dipendenti.
«Bisogna accettare l’idea che di fronte a compiti fondamentali del Comune, i preventivi possono anche essere peggiorati», ha ribadito il relatore di minoranze Giuseppe Sergi (Mps/Verdi/Fa) motivando la contrarietà del gruppo ed evidenziando, fra le altre cose, che certi problemi sono rimasti immutati nonostante l’aggregazione: «Tant’è, ad esempio, che nelle strutture scolastiche è stato accumulato un ritardo infrastrutturale molto importante. Quello che dovrebbe essere uno dei principali obiettivi strategici, nel preventivo non viene approfondito. Ci sono in generale lacune preoccupanti».
Il capogruppo Plr Andrea Cereda si è soffermato sul mantra del contenimento della spesa per poter eventualmente ridurre, in futuro, il moltiplicatore d’imposta: «L'equilibrio delle finanze merita il massimo impegno del Municipio». Pure auspicata più precisione nell’elaborare i preventivi, che dal 2020 in avanti sono stati regolarmente sconfessati da consuntivi positivi, sebbene la differenza sia stata contenuta in un 2-3%. Quanto alle opere pubbliche, ha salutato l’entrata in vigore del nuovo direttore del Dicastero opere pubbliche: «Ci aspettiamo ora le esecuzioni così come indicate nel piano delle opere».
Elencato tutto quanto è già previsto, Michele Egloff (Unità di sinistra) ha sottolineato l’urgenza di migliorare taluni servizi offerti, come nel settore extrascolastico e del preasilo «per rispondere alle accresciute esigenze della popolazione». Importante poi «riconoscere il carovita ai dipendenti comunali, contro la politica di austerità del cantone e della destra che impedisce ai nostri insegnanti e agenti Polcom di beneficiarne. Da qui la nostra mozione per la modifica del Regolamento comunale». Saette poi verso il rapporto della Gestione («dice tutto e il contrario di tutto, anche giudizi che non condividiamo») secondo cui nulla si starebbe facendo per tenere sotto controllo la spesa: «Anzi, è certamente possibile assumere responsabilmente disavanzi qualora si disponga di un sufficiente capitale proprio (ndr: oggi di 64 milioni) da destinare ai bisogni presenti e futuri della popolazione, ovviamente col necessario monitoraggio».
Per Alessandro Minotti (Lega/Udc) «i conti della città si salvano grazie alle sopravvenienze d’imposta, mentre le misure di risparmio sono solo timide e insufficienti». Gabriele Pedroni (Centro) condivide la critica secondo cui manca una chiara strategia nel contenimento della spesa: «Questo mentre il moltiplicatore d’imposta è sempre il più alto delle città ticinesi, a scapito dell’attrattiva di Bellinzona. Confidiamo di ritrovarci qui fra un anno a ridurlo con un bilancio che consenta di farlo». Attenzione poi sul capitale proprio, «che secondo le previsioni, entro il 2027 rischia di risultare eroso passando da 64 a 9 milioni».
Motivando il voto di astensione Alessandro Lucchini (Pc nell’Unità di sinistra) ha parlato di «schizofrenia nel rapporto di maggioranza e di squilibrio in quello di minoranza. La maggioranza critica il Municipio per non aver ridotto la spesa ma anche per non aver fatto cose che la farebbero aumentare. Si fa allarmismo sulla salute dei conti ma che non rispecchia la realtà dei fatti, considerando il capitale proprio salito oltre i 60 milioni. Il Municipio avrebbe dunque potuto permettersi di spendere di più nei servizi alla popolazione, si pensi al sovraccarico dei servizi sociali, o nei progetti strategici».
Tiziano Zanetti (Plr) ha invitato il Municipio a connettersi meglio col Cantone per gestire la mobilità privata («già ora vediamo quali problemi pongono certi semafori, vedremo il semisvincolo…») e il trasporto pubblico che costa annualmente alla città 7,4 milioni: «Pure indispensabile dotare l'Istituto scolastico di un direttore generale, che sappia assumere un coordinamento oltre l’attuale collegio dei direttori d’area».
A proposito di mancato controllo della spesa e riduzione del moltiplicatore, Emilio Scossa Baggi (Centro) ha parlato dell’anomalia della cinquantina di funzionari pagati più del dovuto perché assunti dagli ex Comuni, prima dell’aggregazione, con salari più alti rispetto alla quota massima poi fissata dalla nuova Città: «Ad esempio due prendono 36mila franchi in più all’anno, uno 48mila in più e uno addirittura 63mila in più. Una grande disparità con gli altri colleghi di pari grado, e con le fasce meno abbienti, che genera un costo annuo accresciuto per le casse comunali di 360mila franchi in più. E questo da otto anni». Si tratta di «regali a certe famiglie», ha rincarato la dose Tuto Rossi (Udc).
Il sindaco Mario Branda ha cercato di rispondere punto per punto, partendo dalla schizofrenia del rapporto di maggioranza: «Elogia il cantone per i risparmi operati, critica il Municipio per il mancato controllo della spesa. Vedremo, tirando le somme, come andrà a finire l’operazione di rientro fatta dal governo tagliando contributi, stipendi e servizi. Lo fa chiamando i Comuni alla cassa... I nostri conti sono invece sotto controllo, lo dicono i consuntivi degli ultimi sei/sette anni, indicando bilanci in equilibrio. Se il preventivo appare così tanto in cifre negative, non è frutto di nostra manipolazione: è elaborato su dati che ci vengono peraltro forniti dal cantone, il tutto con un non trascurabile margine di incertezza». Quanto poi all’ipotesi di ridurre il moltiplicatore, «non è il momento: dobbiamo fare scelte oculate e assicurare sempre la qualità dei servizi alla popolazione». Sostenibile ridurre la spesa del 2-3%? «Corrisponderebbe a un taglio alla spesa di 5-6 milioni annui, pari a 70 unità lavorative. Come arrivarci? A parte l’indicazione del Centro sui salari elevati, non vedo qui oggi altri suggerimenti concreti».