Il rapporto di minoranza invita il Consiglio comunale a considerare il sondaggio dal quale emergeva l'esigenza di una cinquantina di famiglie
Sono determinati a vendere cara la pelle, dentro e fuori dall'aula del Consiglio comunale, tanto da ventilare un referendum per chiamare alle urne la popolazione in caso di bocciatura durante la seduta del 20 novembre. Sono i consiglieri comunali sostenitori di un pre-doposcuola per allievi di Asilo ed Elementari sul territorio di Blenio, un servizio sollecitato da una mozione presentata il 20 dicembre 2022 dall'Area di sinistra. Se, dopo aver svolto e valutato gli approfondimenti del caso, Municipio e maggioranza dell'apposita commissione speciale incaricata di analizzare l'atto parlamentare raccomandano al legislativo di respingere la mozione, è invece decisamente opposta la visione del rapporto di minoranza della commissione speciale firmato dalla consigliera Alice Ambrosetti (Area di sinistra). Secondo cui, la principale motivazione che dovrebbe dettare la ricerca di una soluzione da parte del Comune – magari appoggiandosi a qualcuno di esterno che possa gestire il servizio – è da ricercare nel sondaggio, effettuato a fine 2022, aperto a famiglie con figli da zero anni alla quinta elementare. Il sondaggio aveva visto una buona partecipazione di 65 famiglie sulle 112 interpellate. Analizzando le risposte dei partecipanti, era emerso un 71% di favorevoli (48 famiglie) a un servizio di pre-scuola e un 78% (53 famiglie) favorevole a un servizio di dopo-scuola. A coloro che si erano detti favorevoli, era stato chiesto se fossero disposti ad avere tale servizio a pagamento, e nel 74% dei casi gli interessati hanno risposto favorevolmente. Di queste famiglie, il 71% è in una situazione nella quale entrambi i genitori sono attivi professionalmente, mentre il 28% ha solo un genitore attivo (l'1% non ha risposto). “Le cifre parlano da sole”, scrive Amborosetti nel rapporto di minoranza, esortando ad ascoltare le famiglie dando seguito “all'evidente necessità di un tale servizio sul nostro territorio”. Ambrosetti si immagina “un’aula, la palestra, la mensa, e in generale qualsiasi locale idoneo nella sede della SI o della SE di Olivone; per la sede di Aquila si propone al Municipio di valutare un possibile trasporto o una collaborazione con l'Associazione Süril”.
La proposta, si legge ancora nel rapporto di minoranza, non “vuole assolutamente che il Comune si sostituisca ai genitori e al loro ruolo in quanto punto di riferimento per le proprie figlie e i propri figli, e nemmeno ad altre soluzioni di rete di cui le famiglie possono fortunatamente avvalersi (nonni, vicini, parenti ecc.). Va tuttavia riconosciuto che non sempre è possibile per una famiglia conciliare il tutto con la propria rete familiare e di vicinato; vi sono di fatto famiglie che non hanno questa rete, o la rete non è sufficiente a rispondere ai bisogni di conciliazione. È dunque il Comune che dovrebbe assumersi il ruolo di ovviare a queste mancanze, aiutando così le famiglie a conciliare l’attività professionale con il ruolo di genitore”.
Un altro argomento discusso è l'attuale presenza sul territorio di due persone private che svolgono il compito di mamme diurne a Olivone e Aquila. Se per la maggioranza della commissione il nuovo servizio “toglierebbe il mercato a queste intraprendenti mamme che hanno fatto di questa attività una loro importante fonte di reddito”, Ambrosetti ritiene che “se è vero che vi sono già due mamme diurne sul territorio che forniscono un servizio preziosissimo alle famiglie che già ne fanno capo, esse non possono molto probabilmente rispondere a tutta la richiesta (se si considera che, da quanto è emerso dal sondaggio, sono ben 53 le famiglie interessate). Si è convinti che questo servizio non ruberà loro lavoro. Inoltre, rispetto al servizio del Comune le mamme diurne hanno, giustamente, un costo più elevato che non tutte le famiglie possono permettersi: l’obiettivo di questo servizio comunale è proprio quello di non avere una barriera all’accesso del servizio al fine che ogni famiglia possa decidere il più liberamente possibile se e a che percentuale lavorare”.