Il sindaco Mario Branda sulla questione segnalata dalla politica: ‘Le persone viste dormire sono pochissime’. Remoto un intervento della Città
Il tema dei migranti che passano la notte alla stazione di Bellinzona è noto ed è sotto la lente del Municipio, pur se numeri e competenze non giustificano al momento un'azione da parte della Città. Dopo l’interpellanza inoltrata dai consiglieri comunali Giulia Petralli e Ronnie David che chiede quale possa essere l'impegno della Città, il sindaco Mario Branda dà una prima indicazione sul pensiero dell’esecutivo. «Bisogna innanzitutto capire in che misura si manifesta il fenomeno, che al momento attuale, dalle informazioni in nostro possesso, sembra piuttosto contenuto». La polizia, indica il sindaco, è al corrente e nell’ultimo periodo ha sorvegliato la situazione. «Da quanto ci viene riferito, le persone viste trascorrere la notte in stazione nelle ultime settimane sono state pochissime. Si parla di qualche unità». Il sindaco segnala la questione della competenza, che per quanto riguarda il flusso dei rifugiati non riguarda i Comuni. «Se la questione fosse consistente, e la risposta al momento mi sembra abbastanza negativa, dovrebbero semmai essere il Cantone o la Confederazione, responsabili del tema generale dell’arrivo e del transito di migranti in Svizzera, a gestire queste situazioni. Non credo tocchi alla Città».
Elencate le riserve, il Municipio farà comunque le sue valutazioni, e alla luce della recente interpellanza ha chiesto alla polizia di continuare a monitorare. «Detto delle competenze, ritengo comunque difficile immaginare una modalità di aiuto da parte del Comune. Ci sono gli operatori di prossimità, pensati per arginare il disagio giovanile, che sono però già molto occupati sul territorio. Bisogna poi chiedersi se queste persone, che non intendono fermarsi a Bellinzona, vogliano interfacciarsi con il nostro territorio, se cerchino davvero un certo tipo di assistenza, considerato che l'impressione è che aspettino solo il primo treno per proseguire verso nord, oltre i confini svizzeri. Eventualmente – conclude il sindaco –, siano Cantone e Confederazione a indicarci, nel caso in cui effettivamente la situazione lo richiedesse, in che modo la nostra Città potrebbe dare loro manforte per gestire il flusso migratorio».
Come riferito sull'edizione di ieri, anche agli occhi delle Ffs si tratta di un fenomeno saltuario che non riguarda solo la stazione di Bellinzona. Sarebbe invece una situazione vissuta da molti giovani migranti e per la quale urge trovare presto una soluzione secondo i due interpellanti, che chiedono al Municipio se intenda agire oppure intraprendere un dialogo con le associazioni del territorio attive nel campo della migrazione per offrire una sistemazione per la notte. Qualche settimane prima dell'atto parlamentare, la presenza di persone che dormono in stazione era stata segnalata nel contributo pubblicato su questo giornale dalla consigliera comunale del Centro Margot Ndiaye Broggini. Da parte sua la fondazione Casa Marta – che il prossimo 11 novembre aprirà una struttura di prima accoglienza rivolta a chi è senza alloggio e/o rete sociale –, tramite il suo presidente Renato Minoli, non ha chiuso la possibilità di accogliere i migranti di passaggio, sebbene la struttura sia pensata principalmente per senzatetto della regione. Alla fondazione, ha concluso Minoli, servirebbero però aiuti finanziari da parte di enti o istituzioni per ospitare persone prive di assicurazioni sociali.