Il Municipio sta approfondendo la questione col Cantone. Bellinzona taglia corto e non prevede aiuti. Insorgono i Verdi: ‘Fenomeno da considerare’
Non solo a Bellinzona, ma anche a Biasca, recentemente si sono visti migranti dormire nottetempo in stazione in attesa di salire sul prossimo treno diretto a nord. Un pendolare che la mattina presto si reca più volte la settimana in treno nella capitale ticinese per lavoro ci spiega di essersi imbattuto alcune volte in gruppi di più persone («una mattina d'inizio novembre erano sette») stese per terra nel sottopassaggio d'accesso ai binari. Quando piove dormono su superfici bagnate, con temperature peraltro sempre più rigide. Interpellata dalla redazione, la municipale Alice Lanzetti, capodicastero Opere sociali, ha subito preso a cuore la situazione rivolgendosi ai servizi cantonali preposti con l'intento di avere indicazioni sul da farsi. Fra le possibili misure immaginate, ma al momento non ancora decise, vi è la messa a disposizione di un locale con servizi igienici dover poter trascorrere la notte. Il tema, aggiorna il sindaco Loris Galbusera, sarà aggiornato settimana prossima durante la seduta municipale.
Da noi sollecitato in merito a Biasca, il portavoce delle Ffs Patrick Walser, che già si era espresso su Bellinzona, ribadisce che “in base alle informazioni raccolte dalla Polizia dei trasporti, si tratta di singole persone che a volte pernottano in stazione. Capita verso fine giornata, quando dopo i controlli eseguiti dalla Segreteria di Stato per la migrazione, dalle dogane o dalla polizia, non hanno una coincidenza verso nord (direzione verso la quale si dirigono) e attendono il giorno seguente per proseguire il proprio viaggio. Da parte nostra rileviamo dei casi sporadici. Quanto a un aiuto da parte nostra, rimando alle autorità comunali: le Ffs sono un’azienda di trasporto e di questo si occupano».
A proposito di Comune, mercoledì sera durante il Consiglio comunale di Bellinzona il municipale Mauro Minotti, capodicastero Sicurezza, ha risposto a un'interpellanza di Giulia Petralli che lo scorso ottobre aveva sollevato la questione in città. «La presenza di migranti in stazione è nota», ha premesso. «Dalle indicazioni della Polizia comunale, interpellata, che procede agli accertamenti del caso in collaborazione con la Polizia cantonale (ndr: e con quella ferroviaria), si tratta di migranti di passaggio che dall'Italia sono in transito attraverso la Svizzera verso altri Paesi e che non sono stati fermati a Chiasso. Alla situazione contribuisce inoltre la presenza di un treno che effettua la tratta Milano-Bellinzona senza fare tappa a Chiasso. In questo caso i migranti, non potendo proseguire oltre, si fermano a Bellinzona per poi continuare il loro viaggio con il primo treno del mattino, oppure vengono mandati al Centro federale per l'asilo di Chiasso». Se il Municipio intenda agire e intraprendere un dialogo con le associazioni del territorio attive nel campo della migrazione per trovare, urgentemente, una sistemazione notturna, la risposta non lascia dubbi aperti: «Non si ritengono necessari ulteriori interventi oltre a quanto già messo in atto dalla Polizia comunale», che appunto effettua delle ronde e interviene su segnalazione, per poi verificare le generalità delle persone e portarle in centrale a Camorino qualora emergano avvisi di ricerca. Minotti ha infine detto che il sostegno offerto dal servizio sociale comunale si indirizza, di principio, alle persone residenti sul territorio» e non ai migranti.
Immediata la reazione di Giulia Petralli. Affatto soddisfatta della risposta (“mancanza di serietà del Municipio”), ha seduta stante inoltrato una nuova interpellanza per conto dei Verdi. Ecco le domande: l'Esecutivo ha preso contatto con i Comuni adiacenti per capire come intervenire al fine di aiutare le persone migranti che, prive di un’altra dimora notturna e provvisoria, sono costrette a dormire nelle stazioni? Di quante persone parliamo fra donne, uomini e bambini? Quanti i minorenni non accompagnati? In un’intervista rilasciata alla ‘Regione’ il sindaco ha detto che «il fenomeno è molto limitato». In merito a ciò chiediamo qual è il numero limite oltre il quale il fenomeno inizierà a essere preso sul serio dal Municipio. Quante e quali segnalazioni ha ricevuto dalla popolazione e dalle Ffs? Ha aperto un dialogo con Casa Marta al fine di poter indirizzare i migranti nella struttura per senzatetto appena inaugurata?