Bellinzonese

Nasce Le Mapou, un aiuto alle persone di Haiti

Domenica 15 ottobre a Bellinzona aperitivo inaugurale e mostra fotografica. L'associazione promuove progetti a favore della salute mentale

14 ottobre 2023
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Il Mapou è un albero sacro, secondo la tradizione vudù è la casa degli spiriti e il luogo prediletto per i rituali dei mistici. È ispirandosi a questa pianta che prende il nome la nuova associazione Le Mapou, fondata dalla psicoterapeuta bellinzonese Elena Conelli e alcune sue colleghe. Un sodalizio nato per aiutare le persone in difficoltà di Haiti, in particolare nel campo della salute mentale. «Mi sono recata ad Haiti per la prima volta nel 2019, a Cap Haitien. Un viaggio fatto senza aspettative particolari, se non con la volontà di mettere a disposizione e trasmettere le mie competenze a favore della popolazione locale», spiega Conelli.

Grazie all’incontro fortuito con una decana della Facoltà di psicologia e il rettore dell’Università di Cap Haitien, ha iniziato a tenere corsi sull’approccio sistemico familiare e a trasmettere le sue competenze di psicologia clinica durante gli stage degli studenti all’ospedale de la Convention Baptiste e nelle scuole primarie. «Ho avuto così la fortuna di incontrare persone che credono nel futuro del loro Paese. È cresciuto in me un legame profondo per questa terra, per la sua natura e spiritualità. L’amicizia con le persone che ho incontrato ha motivato il mio ritorno nel 2022 e nel 2023. Gli studenti di psicologia della piccola università hanno bisogno di supporto per creare nuove isole di speranza», afferma la fondatrice dell’associazione. L’obiettivo è avviare progetti nelle scuole, dove molto spesso l’educazione messa in pratica non rispetta i principi base del diritto del bambino.

«L’idea è di creare una sorta di sostegno pedagogico e psicologico, sensibilizzando le scuole affinché possano offrire un servizio di questo tipo, come anche gli ospedali, dove spesso il paziente non ha supporto psicologico, per esempio in caso di parti traumatici, interventi importanti o la perdita di un parente». Conelli ha riscontrato grande impegno negli studenti locali: «Studiare qualcosa che gli permetta di far star meglio la loro gente è una speranza che li entusiasma molto e questo è fonte di grande motivazione anche per me».

Una terra martoriata

Haiti è una terra martoriata dalla natura, ma forse ancora di più dagli uomini. «La sua storia è stata segnata da secoli di colonialismo e schiavitù. Il terremoto del 2010 che ha colpito Port-au-Prince, la capitale, ha inferto un ennesimo colpo al popolo haitiano: le vittime sono state circa 250’000 con un’epidemia di colera che ne ha causate altre 10’000», spiega la nostra interlocutrice. La ricostruzione dopo il sisma è stata solo parziale a causa dei problemi strutturali del Paese. A quasi quattordici anni dalla catastrofe, Haiti rimane tra i Paesi più poveri al mondo: la gente vive in condizioni di degrado, muore di fame e di morte violenta.

«Quella di Haiti è una realtà così distante dalla nostra che qualche volta ci si dimentica della sua esistenza», osserva Conelli. In questo Paese dei Caraibi ci sono forti tensioni politiche, sociali ed economiche. La situazione della sicurezza è molto precaria e non può essere garantita con le strutture statali esistenti. Gruppi criminali controllano gran parte di Port-au-Prince e dell’area circostante, e allargano sempre più la loro sfera d’influenza anche ad altre regioni di Haiti. Il numero di sequestri a scopo criminale e di altri crimini violenti è molto alto in tutto il Paese e non si può contare sul supporto della polizia. Si verificano regolarmente scontri armati tra bande criminali e tra bande e forze di sicurezza e si registrano spesso vittime e feriti.

L’isola nell’isola

Ma c’è ancora un’isola nell’isola: la città di Cap Haitien al Nord di Haiti. «Gli abitanti della città si arrabattano per sopravvivere, perché manca tutto: cibo, elettricità, istruzione, cultura, cure adeguate. Piccole note di speranza emergono però da iniziative locali, come la pulizia delle strade da parte di cittadini volontari e momenti aggregativi culturali», racconta Conelli. Sulla costa caraibica, non molto lontano dalla città, esiste una zona militarizzata, di proprietà americana che accoglie settimanalmente navi da crociera da tutto il mondo. «Le vedi passare all’orizzonte, mastodontiche, con a bordo migliaia di persone che fanno scalo settimanalmente a Labadee. Forse ignare della povertà che le circonda».

Esposizione fotografica e testimonianze

Nei suoi viaggi Elena Conelli ha scattato foto amatoriali che esporrà, insieme ad alcune testimonianze raccolte sul posto, in occasione dell’aperitivo inaugurale dell’associazione Le Mapou che si terrà domenica 15 ottobre dalle 16.30 alle 20.30 nella canonica della Madonna della neve a Bellinzona. Chi fosse interessato a partecipare è pregato di annunciarsi scrivendo all’indirizzo e-mail: associazionemapou@gmail.com o telefonando allo 077 520 77 03.

«L’intenzione è di avvicinare una realtà lontana, di cui poco purtroppo si sente parlare, rendendola così più viva nella nostra mente e nel nostro cuore, in un mondo globalizzato che dimentica facilmente il valore e il calore della parola umanità».

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