Il Consiglio comunale boccia la risoluzione proposta dal gruppo Mps/Verdi che invitava l’Azienda multiservizi a rinunciare agli aumenti previsti nel 2024
Con 34 voti contrari, 16 favorevoli e due astensioni, il Consiglio comunale di Bellinzona ha respinto la proposta di risoluzione avanzata dal consigliere Giuseppe Sergi (gruppo Mps-Verdi-Fa) per una moratoria sulle tariffe elettriche in modo di difendere il potere d’acquisto delle famiglie. Tenendo conto anche dell’aumento dei premi di cassa malati, l’invito al Comune e alla sua Azienda multiservizi era quello di introdurre la moratoria per i prossimi tre anni, cominciando a rinunciare agli aumenti per il 2024 annunciati nelle scorse settimane che per la Turrita indicano un incremento del 25%. Ciò che per un appartamento medio con un consumo annuo medio di 4'500 kWh si tramuta in un rincaro di circa 200 franchi nella bolletta. «La nostra proposta nasce dal fastidio di sentire tanti rappresentanti politici lamentarsi per l’esplosione delle tariffe elettriche. Tutti ne parlano ma nessuno ha fatto una proposta come questa, che vuole dunque andare al di là del chiacchiericcio», ha affermato Giuseppe Sergi.
Oltre al gruppo Mps/Verdi/Fa, solo lo schieramento Lega/Udc ha votato a favore della proposta di risoluzione. «Bisogna dare un segnale, la gente fa fatica ad arrivare alla fine del mese. È questo il momento di uno sforzo verso la socialità», ha detto Tuto Russi. Contrari tutti gli altri gruppi. «Con questa risoluzione ci guadagnano i grossi consumatori. Dall’estrema sinistra mi aspettavo un atteggiamento piuttosto incentrato sulle persone che sono in gravi situazioni economiche, non solo per le bollette elettriche ma anche per altri motivi. Mi sembra una risoluzione populista», ha dal canto suo affermato Claudio Buletti, motivando il no dell’Unità di sinistra. Contrario il Plr, così come il Centro, secondo cui sarebbe stato un salto nel buio. «La nostra interrogazione è solo volta a capire le risorse dell'Amb, per voi eventualmente formulare delle controproposte», ha affermato Gabriele Pedroni, riferendosi all’interrogazione depositata da Camilla Guidotti (il Centro) – ancora pendente – che chiede al Municipio a quanto ammontano le riserve accumulate, per valutare la possibilità di utilizzarle per contenere il rincaro.
A nome del Municipio il sindaco Mario Branda ha invitato il plenum a respingere la proposta, rendendo attenti sulle conseguenze. «Per Amb avrebbe un impatto di 10 milioni in meno all’anno, quindi 30 milioni per tre anni». E ciò, ha proseguito il sindaco, sulla base di una decisione del Consiglio comunale – pur priva di carattere vincolante – senza un adeguata fase di approfondimento, come è il caso quando si tratta di votare un messaggio municipale. «Ricordo che le nostre tariffe – ha concluso Branda – rimangono tra le più concorrenziali in Ticino e Amb ha già fatto passi importanti per riuscire a contenere questi aumenti».
Sullo stesso tema, ricordiamo, Giuseppe Sergi e l’altro granconsigliere Mps Matteo Pronzini hanno presentato un'interpellanza al Consiglio di Stato, con cui chiedevano al governo se non ritenesse necessario promuovere un incontro tra Azienda elettrica ticinese (Aet) e aziende distributrici per verificare la possibilità di interventi mirati a evitare aumenti dei prezzi. Ma anche in questa occasione il Consiglio di Stato ha risposta picche.