Bellinzonese

Caro bolletta elettrica, Mps chiede moratoria a Bellinzona

Amb ha deciso un aumento del 25% l’anno prossimo. ‘Ma è in ottima salute, la Città difenda quindi il potere d’acquisto delle famiglie’

(Ti-Press)
4 settembre 2023
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Con l'obiettivo di difendere il potere d’acquisto delle famiglie, il Movimento per il socialismo propone una risoluzione chiedendo che il Consiglio comunale di Bellinzona inviti il Municipio e la direzione dell'Azienda multiservizi (Amb) a introdurre una moratoria sulle tariffe elettriche per i prossimi tre anni, cominciando a rinunciare agli aumenti per il 2024 annunciati negli scorsi giorni. Un incremento del 25% che per un appartamento medio con un consumo annuo medio di 4'500 kWh si tramuta in un rincaro di circa 200 franchi nella bolletta. Ogni kilowattora passerà dagli attuali 21,9 centesimi a 27,4, corrispondente appunto a un +25%, in parte dettato da balzelli imposti sul piano nazionale.

Secondo l'Mps si tratta di un rincaro “che andrà a influenzare in modo pesante il potere d’acquisto delle famiglie che vivono a Bellinzona, in particolare poiché si tratta di aumenti tariffali che vengono ad aggiungersi a quelli subiti già in passato e preannunciati per il futuro anche in altri ambiti, a cominciare da quello dei premi di cassa malati”. Inoltre, sempre per Bellinzona, “non si può dimenticare il cospicuo recente aumento della tassa di base sui rifiuti”. E ancora: siccome le aziende distributrici godono di buona salute, compresa l'Amb, gli aumenti intimati “non possono che essere imputati a logiche ed esigenze finanziarie aziendali. Perciò riteniamo invece che tali aziende, proprio in linea con la loro funzione pubblica e mostrando sensibilità al difficile momento economico che vivono le famiglie, dovrebbero rinunciare ai nuovi aumenti”.

Discorso esteso sul piano cantonale

Citando poi i balzelli previsti dalle principali altre aziende elettriche di distribuzione attive nel resto del cantone (Mendrisio +17%, Chiasso +28%, Sopracenerina +20% e Lugano +12%), i granconsiglieri Mps tramite un'interpellanza chiedono al Consiglio di Stato se non ritenga necessario promuovere un incontro tra Azienda elettrica ticinese (Aet) e aziende distributrici per verificare la possibilità di interventi che permettano di evitare aumenti dei prezzi; se non ritenga necessario intervenire presso le autorità comunali e le aziende distributrici per invitarle a introdurre una moratoria per i prossimi tre anni; e se non ritenga necessario procedere, attraverso i servizi dell’Autorità centrale cantonale, a un’analisi delle situazioni contabili delle aziende distributrici per verificare che gli accantonamenti e le riserve corrispondano effettivamente alle necessità presenti e future e non siano invece solo un modo per aggirare eventuali imposizioni fiscali.

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