Il gruppo lucernese spiega che i due ex dirigenti della filiale di Lumino, arrestati, ‘hanno ingannato il datore di lavoro’
La ditta lucernese Belfor Suisse Ag in un comunicato stampa firmato dal Ceo, Nicola Rüegg, si dice “presumibilmente vittima di manovre illecite presso la filiale di Lumino” responsabile delle sue attività in Ticino legate al ripristino di edifici danneggiati; e in tal senso “supporta la Procura pubblica come parte civile”. La dichiarazione rientra nell'ambito dell'inchiesta per una truffa che vede coinvolte, tra Belfor e compagnie assicurative, una dozzina di persone nel Bellinzonese. Fra gli arrestati figurano due ex dirigenti della ditta, tre assicuratori e un funzionario del Cantone.
“Si sospetta che ex dipendenti della filiale di Lumino abbiano deliberatamente ingannato il proprio datore di lavoro e sfruttato la loro posizione in azienda a proprio vantaggio”, scrive la casa madre specificando che le persone coinvolte “non lavorano” più per il gruppo. In particolare, “è emerso che due dirigenti locali, oltre a essere impiegati presso Belfor a Lumino, sono anche proprietari della Sublimity Management Services Llc di Bellinzona, azienda prestatrice di servizi di manodopera”, ditta che i due responsabili “hanno impiegato come subfornitore attraverso Belfor”.
A inizio maggio, a causa di questa “grave violazione del codice di condotta”, il rapporto di lavoro con le due persone coinvolte, così come tutti i rapporti commerciali con la Sublimity Management Services Llc, “sono stati interrotti con effetto immediato”. Ed è stato aperto un procedimento penale “che ha inoltre fatto sorgere il sospetto che Belfor sia stata truffata dai due ex dipendenti e da Sublimity attraverso ripetute fatturazioni di prestazioni non fornite”. Truffa questa che sarebbe stata possibile “grazie anche al coinvolgimento di altri ex collaboratori di Belfor che avrebbero eluso sistematicamente i nostri meccanismi di controllo interni”.
La Procura pubblica, prosegue il comunicato stampa del gruppo lucernese, “sta continuando a indagare, attualmente anche per verificare se le principali persone coinvolte si siano arricchite attraverso la corruzione”. A proposito di corruzione, ricordiamo, l'inchiesta vede coinvolto anche un funzionario della Sezione cantonale della logistica il quale è responsabile, in seno al Dfe, di gestire e sviluppare gli stabili pubblici, compresi quelli danneggiati da eventi particolari. Il 44enne, il cui arresto come pubblicato ieri è stato confermato sino a fine mese, è accusato di corruzione passiva e accettazione di beni. E prima di approdare alla Logistica, dettaglio importante, ha lavorato alcuni anni per Belfor. Nel frattempo, ammettendo parzialmente le sue colpe, ha spiegato agli inquirenti di aver accettato il denaro (una cifra fra i 20 e i 25mila franchi) per far fronte a difficoltà finanziarie legate al divorzio e al mantenimento dei figli ancora piccoli.
«Siamo profondamente turbati dalle accuse e ci consideriamo vittime di una frode organizzata. Alcuni individui hanno deliberatamente e sistematicamente abusato e sfruttato a proprio vantaggio la fiducia che la nostra azienda aveva in loro riposto», dichiara Nicola Rüegg specificando che “tutte le persone sospettate dalla Procura non lavorano più per Belfor”. La quale “non è oggetto dell'indagine e sostiene” gli inquirenti come parte civile.
«Abbiamo preso provvedimenti immediati in materia e abbiamo adottato misure aggiuntive alle nostre rigorose regole di condotta per proteggere l'azienda e i suoi clienti da tali pratiche illecite. Abbiamo un chiaro interesse affinché i presunti reati vengano indagati a fondo e che i fatti vengano portati alla luce», conclude Rüegg. I clienti nella Svizzera italiana “sono assistiti sul posto, da subito e fino a nuovo ordine, da competenti referenti di altre filiali dell’azienda. Grazie al suo assetto organizzativo su scala nazionale, Belfor rimane quindi operativa al 100% per i suoi clienti in Ticino”.