Federpesca soddisfatta della prima stagione a livello di entusiasmo e partecipanti. ‘Ma occorre avere pazienza, d’inverno le trote sono meno attive’
Dopo la prima stagione, assai ridotta per la chiusura anticipata degli impianti sciistici che a causa della mancanza di neve avevano peraltro aperto solo dopo la metà di gennaio, la Federazione ticinese per l’acquicoltura e la pesca (Ftap) si ritiene comunque soddisfatta per l’entusiasmo e il numero di partecipanti: dal 21 gennaio al 22 febbraio, sul laghetto di Carì situato a quota 2’255 metri, hanno potuto provare la pesca sul ghiaccio 84 persone; altre 20 sono state costrette a rinunciare a causa della chiusura anticipata degli impianti. “Vi è quindi il potenziale, per l’intera stagione, di arrivare a quota 200”, scrive la Ftap nell’ultimo numero della rivista La Pesca.
Per quanto riguarda le catture, tutte trote iridee, “sono state 133, con una media per pescatore di 1,58, ciò che corrisponde a una cattura ogni 2,5 ore. Il 33% non ha catturato pesci, mentre solo 6 pescatori hanno raggiunto il numero massimo di 5 catture”. Dati che secondo la Ftap dimostrano che la pesca sul ghiaccio “non è così facile, considerato che d’inverno le trote sono meno attive e le catture si fanno attendere”. Occorre però “avere pazienza, praticare diversi fori, cambiare esca e, naturalmente, avere anche un po’ di fortuna”. Per la prossima stagione, “si cercherà di modificare alcuni aspetti nell’intento di migliorare il numero di catture, grazie all’esperienza acquisita in questo primo anno”.
La nuova proposta per gli amanti della lenza – già attiva in altre località svizzere ma una prima in Ticino – è stata introdotta per una fase sperimentale di tre stagioni a partire dallo scorso inverno grazie all’idea della Società di pesca La Locarnese, poi supportata dalla Ftap, dall’Ufficio caccia e pesca (Ucp) e ovviamente dalla Nuova Carì Sagl che gestisce gli impianti di risalita e ha avuto il compito di organizzare l'offerta, anche dal punto di vista della sicurezza. Con una superficie di 14'000 metri quadrati, solitamente il laghetto ghiaccia completamente a partire da novembre con uno spessore che varia tra i 60 e i 90 centimetri, creando così l’opportunità di pescare in sicurezza. Inizialmente, oltre a Carì, erano stati considerati come possibili destinazioni anche altri tre laghetti alpini, ossia Tremorgio, sempre in Leventina, e Robiei e Naret nell’Alta Valmaggia.
Dopo numerosi incontri e sperimentazioni pratiche, lo scorso 7 dicembre il Consiglio di Stato ha firmato l’autorizzazione per la pratica a Carì durante gli inverni 2022/23, 23/24 e 24/25. Per disciplinare l’attività – quest'anno aperta il mercoledì, il sabato e la domenica – è in vigore una convenzione tra l'Ucp e la Nuova Carì Sagl.