La Società ticinese per l'arte e la natura auspica che il Cantone coordini a livello pianificatorio lo sviluppo di impianti fotovoltaici
L'idea di realizzare il primo parco solare alpino in Ticino al Pian Nara non convince nemmeno la Società ticinese per l'arte e la natura (Stan), che si allinea alle osservazioni espresse dalle associazioni ambientaliste: «C’è una proliferazione di progetti non coordinati senza una visione complessiva», afferma a ‘laRegione’ il presidente Tiziano Fontana. Servirebbe dunque «un piano di sviluppo coordinato dal Cantone con una valutazione seria di benefici e criticità relativi alle aree prese in esame, così come un'analisi dell'impatto ambientale». A ciò va poi aggiunto che la Stan auspica di essere coinvolta nella fase pianificatoria grazie a «un processo di consultazione pubblica, durante il quale associazioni come la nostra possano esprimere le loro opinioni». Così facendo «si potrebbero anche evitare eventuali ricorsi puntuali contro domande di costruzione non concepite nell’ambito di un piano generale. E questo sarebbe anche nell'interesse dei promotori». Non da ultimo Fontana condivide la strategia del Cantone illustrata dal direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali che, per il fotovoltaico, prevede innanzitutto di sfruttare le superfici messe a disposizione da edifici di grandi dimensioni come quelli industriali: «La natura è già sotto pressione, quindi sarebbe meglio concentrarsi su aree industriali o dismesse per puntare sul fotovoltaico». Una strategia condivisa, fra l'altro, anche da Wwf e Pro Natura.
Ricordiamo che il progetto di parco solare sul Nara è stato elaborato dalla Società elettrica sopracenerina (Ses): una domanda preliminare di costruzione è stata nel frattempo trasmessa dal Comune di Acquarossa all'Ufficio cantonale preposto da cui è atteso un preavviso. L'impianto dovrebbe inizialmente coprire 3'500 m2, producendo 400 megawattora. Tuttavia, per ricevere sussidi federali fino al 60% dell'investimento sarebbe necessario produrre, entro la fine del 2025, almeno 10 gigawattora per i quali servirebbe un'area di 12 ettari, ovvero 120'000 m2.
Sul progetto non intende per il momento ancora esprimersi la società Amici del Nara che gestisce gli impianti di risalita. Ieri, 29 marzo, si è tenuta l'assemblea ordinaria per la stagione 2021/2022 che si è chiusa con una «perdita contenuta di circa 20mila franchi», precisa il presidente Matteo Milani. Una stagione, quella scorsa, caratterizzata dalla scarsissima presenza di neve, come quella attuale. Oltre alle condizioni meteo a preoccupare per il futuro è anche la bolletta dell'elettricità. Le tariffe erano infatti state fissate sino alla fine di quest'anno e dovranno dunque essere rinegoziate: «Per il 2024 non sappiamo cosa aspettarci».