Franco Gianoni, legale del gruppo Mancini & Marti, soddisfatto per l’intesa con le Ffs. Critica tuttavia CdS e Città: ‘Governato con la testa in un sacco’
Dopo la notizia dell’avvio dei lavori preliminari per le nuove Officine Ffs a Castione e la relativa approvazione parziale dei piani da parte dell’Ufficio federale dei trasporti (ciò che significa che in linea di massima sono stati trovati degli accordi tra le Ffs e gli opponenti), l’avvocato Franco Gianoni ribadisce in una nota stampa che, "ragionevolmente", le società del gruppo edile Mancini & Marti da lui rappresentate non hanno più nessun motivo per continuare a opporsi. "Tutte vengono equamente risarcite. Non solo, ma l’accettazione delle 23 modifiche dei piani, elaborate dal direttore della Mancini & Marti, miglioreranno l’ambiente dell’intero comparto industriale a vantaggio di tutti, Ffs comprese". Contattato dalla redazione, il legale specifica che i 32mila metri quadrati di terreno destinati al nuovo stabilimento e oggi occupati dall’attività della Otto & Scerri – ditta di proprietà della Mancini & Marti che ha sede nel medesimo luogo – saranno quasi completamenti compensati, in parte sullo stesso sedime di Castione e in parte grazie a terreni in Leventina vicini alla linea ferroviaria necessari per l’attività di deposito dell’azienda attiva nella produzione di inerti e nel riciclaggio di materiali da demolizione. Nell’ambito dell’accordo con le Ffs, Gianoni parla anche di «un conguaglio a nostro favore, più altre compensazioni. Oggettivamente – dice preferendo non fornire ulteriori dettagli –, con questa soluzione, che riteniamo onesta, siamo stati compensati equamente». Ricordiamo che la Otto Scerri – che con l’accordo trovato potrà continuare la sua attività a Castione – si è peraltro aggiudicata recentemente l’appalto da 18,5 milioni di franchi per i lavori preliminari.
L’opposizione del gruppo al progetto si ferma dunque qui. "Infatti – scrive l’avvocato – l’ubicazione dell’officina a Bodio Giornico anziché ad Arbedo-Castione (ciò che rappresentava la richiesta principale contenuta nell’opposizione all’Uft, ndr) è un problema politico, per cui, essendo il solo motivo rimasto, sfugge alla competenza del gruppo. Anzi, l’insistenza assumerebbe le caratteristiche della speculazione, ossia il tentativo di ottenere la maggiorazione dell’equo risarcimento, approfittando della necessità delle Ffs di trovare, al più presto possibile, un accordo con i proprietari terrieri, date le ingenti spese già sostenute, nonché l’accumulo degli interessi passivi e dei costi di costruzione". Rimane sicuramente un po’ di amaro in bocca per non aver visto nascere nelle Tre Valli quello annunciato come il più moderno stabilimento industriale ferroviario d’Europa. "Quale cittadino, evidentemente, l’amarezza è grande, perché si è persa l’occasione d’oro di recuperare, nell’interesse della regione Tre Valli, una zona industriale in disuso da decenni (quella dell’ex Monteforno, ndr)". In questo senso Gianoni non risparmia critiche all’indirizzo di governo cantonale ed esecutivo di Bellinzona. "La colpa, grave, di questo infelice epilogo, incombe esclusivamente sul Consiglio di Stato e sul Municipio di Bellinzona", scrive Gianoni, aggiungendo che "il Comune fa parte dell’Ente regionale di sviluppo Bellinzonese e Valli e che il recupero a zona abitativa del comparto attuale delle Officine sarebbe avvenuto anche con la soluzione Bodio Giornico". Insomma, conclude il legale, "sottoscrivendo la fatale lettera d’intenti dell’11 dicembre 2017, si è governato con la testa in un sacco, il cui ricordo, in Valle, sarà tramandato di padre in figlio".
Le altre opposizioni all’Uft sono state inoltrate, facendo leva su questioni ambientali e naturalistiche, dall’Unione contadini ticinesi (Uct) che chiedeva migliori soluzioni riguardo al sacrificio a Castione di 8,4 ettari di pregiati terreni agricoli Sac, e dalle associazioni ambientaliste Wwf, Ficedula e Pro Natura che pure insistevano su una migliore compensazione ecologica a Castione, peraltro terreno di caccia del gufo ‘Bubo Bubo’. In questo senso gli accordi con le Ffs (vedasi l’articolo pubblicato ieri), sembrano soddisfare, in attesa però di ulteriori conferme.