La Spab di Bellinzona realizzerà un centro di competenza (ampliando il rifugio di Gorduno) dove raggruppare veterinari, formazione e vari servizi
La Società protezione animali di Bellinzona (Spab) sta crescendo e sogna un futuro in grande. Un importante traguardo raggiunto, da tempo ambito, è l’assunzione del primo dipendente ufficiale. «È una figura nuova di cui c’era davvero bisogno», riconosce con entusiasmo il presidente Emanuele Besomi. L’impiegato è stato assunto lo scorso ottobre e viene stipendiato interamente dalla Spab; lavora cinque giorni a settimana nel rinnovato rifugio di Gorduno dove sostiene i volontari nell’accudimento degli animali e nella manutenzione della struttura. In caso di bisogno è anche pronto a partecipare agli interventi di recupero animali, coadiuvando i volontari nel picchetto. E, non da ultimo, essendo un esperto scalatore, garantisce un importante apporto nelle operazioni di recupero alpine più tecniche e difficili. «Questo è un primo dipendente ma ce ne vorranno altri», fa presente Besomi. A mettere nero su bianco le esigenze e i compiti che le protezioni animali del territorio dovranno assumere sarà un apposito gruppo di lavoro.
Da tempo richiesto dalla Spab, il gruppo di lavoro è stato costituito dal Consiglio di Stato l’anno scorso con l’obiettivo di meglio coordinare gli interventi di soccorso degli animali sul territorio. Il primo passo consiste nell’analizzare le attività svolte dalle società protezione animali riconosciute. «Questa prima fase prevede un lavoro di raccolta dati per capire come è organizzato il soccorso animali in Ticino», spiega da noi contattata Monica Rivola, aggiunta al direttore della Divisione della salute pubblica al Dss. «Considerate le specificità di altre regioni, abbiamo voluto estendere questa analisi anche ad altri cantoni, per prendere conoscenza dei diversi modelli organizzativi: ci sono cantoni che si affidano a una protezione animali cantonale, c’è chi invece fa capo a privati e chi, come il Canton Ticino, a delle associazioni». Ognuno ha il suo sistema. A fine marzo questa prima fotografia sarà oggetto di un rapporto intermedio, sulla base del quale sarà possibile definire meglio le responsabilità e i compiti che le protezioni animali devono svolgere, ed evidenziare eventuali criticità. Sulla scorta di queste valutazioni, il gruppo di lavoro potrà proporre delle ‘piste’ per ottimizzare ulteriormente la collaborazione fra tutti gli attori coinvolti nella gestione degli animali, individuando nel caso anche le relative modifiche normative. Alcuni primi risultati della radiografia finora eseguita evidenziano che in Ticino ci sono sei strutture ufficiali, alcune di queste hanno picchetti organizzati 24 ore su 24, altri con picchetti parziali e strutture che non fanno interventi esterni. Ogni struttura si autogestisce e ognuna ha la sua capacità economica. Nel gruppo di lavoro sono coinvolte le protezioni animali riconosciute, i Comuni tramite due rappresentanti (Associazione dei Comuni e Unione dei segretari comunali), la Polizia cantonale, l’Ufficio caccia e pesca e l’Ufficio del veterinario cantonale.
Guardando al futuro, la Spab intende realizzare un centro cantonale di competenza per gli animali. L’edificio previsto si svilupperà su due piani, ognuno di 800 metri quadrati, e sarà composto da alcuni moduli adattabili a seconda delle necessità. Si tratterebbe in pratica di costruire una struttura autoportante sopra il rifugio attuale. «Il concetto è studiato a moduli, così da realizzare solo gli spazi necessari e in futuro poter aggiungere ciò che servirà», spiega Besomi.
Il costo stimato è di circa 2 milioni di franchi e la realizzazione dovrebbe poter avvenire nel 2026/28, finanze permettendo. Besomi immagina il futuro centro come un luogo dove raggruppare sotto lo stesso tetto vari servizi per gli animali, come una clinica veterinaria, un centro di fisioterapia e una toelettatura. Ma anche uno spazio aperto ad associazioni o privati per corsi e formazione rivolti a dipendenti attivi nel mondo degli animali. Di principio sarebbe una struttura gestita dalla Spab, ma comunque aperta ad altre associazioni qualora necessitassero di spazi da usare in affitto. Il nuovo e ampliato edificio si rende necessario anche in ottica futura, quando la Spab dovrà traslocare la propria sede sociale, il parco veicoli, il magazzino e la sala istruzioni attualmente ubicati in via Vallone 22 a Bellinzona, una vecchia costruzione che verrà demolita tra qualche anno. Se il parco veicoli non dovesse però trovare spazio nel rifugio di Gorduno, il garage potrebbe essere inserito nell’ex magazzino di munizioni a Gnosca (300 metri a nord del rifugio) che la Spab ha acquistato dall’esercito qualche anno fa e che potrebbe eventualmente essere ampliato.