Consigliere socialista sollecita il Municipio cittadino ritenendo la nuova modalità sonora ‘fastidiosa e una forzatura’. No comment dalla Parrocchia
Suscitano interrogativi anche politici le suonatine di carillon che da alcuni mesi a questa parte scandiscono a Giubiasco i tre momenti salienti della giornata dei fedeli in quello che dovrebbe essere il loro saluto alla Madonna. Con un’interpellanza al Municipio il consigliere comunale dell’Unità di sinistra Claudio Buletti chiede lumi sul cambiamento intervenuto rispetto a prima, quando dal campanile della chiesa parrocchiale la mattina alle 7, a mezzogiorno e alle 19 partiva un breve scampanio, poi sostituito come detto da melodie mariane "ripetute a breve distanza risultando una lunga lagna". Buletti non sembra digerire la novella campanaria ricordando peraltro che "il modo carillon è riservato, tradizionalmente, alla chiamata dei fedeli in occasione della Novena di Natale, delle funzioni del mese mariano e dei battesimi". A suo dire "utilizzarlo per altre occasioni è una non necessaria forzatura fonte di confusione".
Il rappresentante socialista amplia poi il discorso evidenziando che "negli ultimi anni l’uso e il suono delle campane è stato messo più volte in discussione, vuoi per il disturbo notturno (ndr: arrecato dal rintocco delle ore), vuoi per le diverse sensibilità religiose sviluppatesi". Ebbene, sottolinea Buletti, "le campane hanno accompagnato in parte questa tendenza diventando meno ‘religiose’ e assumendo un carattere più laico, quale segno di appartenenza non solo a una parrocchia ma a una più vasta comunità sociale, umana e politica". Perciò sostituire il semplice scampanio con delle preghiere musicali "può risultare fastidioso e una forzatura".
L’interpellante aggiunge poi che recentemente si sarebbe udito il ritornello natalizio di ‘Jingle Bells’ e che in taluni giorni feriali le campane suonerebbero richiamando i fedeli alla messa senza che nessuna celebrazione sia in realtà prevista. "Qualcuno si diverte con le campane?", chiede dunque Buletti prima di sollecitare il Municipio a esprimersi sulla proprietà del campanile (Parrocchia o Comune?), se per la modalità carillon sia stata chiesta un’autorizzazione, se non ritenga opportuno invitare la Parrocchia a tornare a quella precedente e, in definitiva, a chi sia da attribuire la decisione. Sentito dalla redazione il parroco don Pablo spiega che la questione è di competenza del Consiglio parrocchiale il cui presidente, sollecitato dal Municipio, starebbe redigendo una spiegazione da inviare a Palazzo Civico. Il presidente Carlo Zanolari, raggiunto al telefono in un momento inopportuno trovandosi in montagna, taglia corto limitandosi a esprimere un sonoro menavia all’incauto cronista.