Il direttore dell’Ente sviluppo e quello del turismo replicano all’economista Ronny Bianchi secondo cui mancherebbe una visione d’assieme virtuosa
«Strategie e più collaborazione per assicurare un futuro virtuoso alla Valle di Blenio? Ma è proprio ciò che stiamo facendo con risultati tangibili e verificabili». È immediata la reazione di Manuel Cereda e Juri Clericetti, il primo direttore dell’Ente regionale per lo sviluppo Bellinzonese e Valli, il secondo direttore dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzona e Alto Ticino, all’intervista rilasciata il 2 settembre alla ‘Regione’ dall’economista Ronny Bianchi, secondo cui nella Valle del Sole si navigherebbe a vista in materia di progetti, ossia senza una chiara visione d’assieme, senza una prospettiva condivisa che faccia da spina dorsale per un comprensorio in cerca d’identità. A suo dire insomma il Masterplan Valle di Blenio, il primo a essere stato lanciato in Ticino nel ‘lontano’ 2013, non starebbe dando i frutti immaginati; e volendo fare un esempio concreto, il recente fallimento della società incaricata dell’accoglienza al nuovo Centro nordico di Campra costato 16 milioni, sarebbe il classico progetto bello quanto si vuole, ma del tutto fuori scala nel contesto vallerano, laddove proprio il Masterplan mira a sviluppare a medio-lungo termine il potenziale inespresso della zona periferica identificando le priorità progettuali in grado di contribuire al miglioramento dell’offerta turistica, alla valorizzazione del territorio e alla promozione del suo tessuto imprenditoriale regionale. Critiche rispedite oggi al mittente.
Ronny Bianchi parte da Campra per allargare il discorso a 360 gradi. Su cosa non siete d’accordo?
Cereda – Il Masterplan è uno strumento strategico operativo finanziato attraverso la politica economica cantonale e federale a favore delle regioni. Tramite esso si identificano obiettivi di sviluppo e azioni concrete per raggiungerli. Come? Federando i vari attori pubblici e privati attorno a una visione comune di sviluppo e facendo maturare progetti condivisi e coordinati sul territorio. Si tratta proprio dell’obiettivo auspicato da Ronny Bianchi.
Di Masterplan si sente però parlare ormai da quasi dieci anni, e cos’abbia portato di concreto è un po’ difficile da capire. Su cosa state lavorando?
Cereda – Non posso al momento svelare i dettagli. Il team di lavoro, composto da Ente regionale, Organizzazione turistica e consulenti esterni, sta infatti attualizzando il primo documento elaborato nel 2015 dopo aver raccolto dai molti attori presenti sul territorio - un gruppo di riflessione formato da una quarantina di persone - le loro visioni di sviluppo 2035. Le stiamo elaborando dal punto di vista scientifico e di coordinamento con le politiche settoriali cantonali e federali, che a loro volta possono sostenerle, per poi andare nuovamente a ricondividerle pubblicamente con gli attori del territorio. Fra alcune settimane esporremo i risultati al gruppo strategico che include i rappresentanti istituzionali che credono nella metodologia masterplan e che hanno affidato al nostro ente il compito di promuoverlo. E comunque il 2035 è… dopodomani. Proprio nell’ottica dell’operatività, entro la fine dell’anno corrente saranno creati dei gruppi di lavoro avviando così la fase operativa per il raggiungimento degli obiettivi a medio-lungo termine condivisi con il territorio; come detto prima, il Masterplan è uno strumento strategico operativo, non carta che finisce in un cassetto. Aggiungo poi che ci sta accompagnando in questo compito lo studio Flury & Giuliani, lo stesso che ha coordinato il progetto di agricoltura biologica in Valposchiavo citato dal Ronny Bianchi come esempio virtuoso da imitare. Insomma, si sta lavorando in maniera professionale e con grande partecipazione ed entusiasmo di tutti gli attori coinvolti.
In attesa dei dettagli, faccia almeno un esempio concreto.
Cereda – Fra i progetti faro c’è la destagionalizzazione degli impianti di risalita. Bisognerà evitare investimenti multimilionari avulsi da ciò che il territorio vuole e necessita. Perciò l’iter richiede un importante impegno di coordinamento. Ci vogliono tempo, pazienza e senso di appartenenza. In questo contesto s’inserisce il ruolo dell’investitore privato: rispetto al passato, oggi si rende maggiormente conto del fatto che se una regione ha una chiara visione di sviluppo, parimenti si facilita la riflessione su quanto e come investire. Questa visione d’assieme - fatta nella fase di studio e non in quella realizzativa, quando ormai potrebbe essere tardi - mira a ‘influenzare il sistema’ individuando i progetti-faro e quelli collaterali. In altre parole incentiva l’agire in rete e abbassa la quota di rischio.
Bianchi ha poi citato qualche idea che a suo avviso, se concretizzata, potrebbe generare ottime ricadute per la valle intera. Per esempio la via Francisca del Lucomagno.
Clericetti – Sfonda porte già aperte da diverso tempo! Se mi avesse interpellato prima di rilasciare l’intervista, avrebbe scoperto che proprio quel progetto, di cui stiamo sviluppando il tratto fra Coira e Ponte Tresa per conto della nostra Otr insieme all’omonima associazione promotrice e grazie al contributo dell’Ente regionale sviluppo, sta per giungere a maturazione. Andrà a valorizzare il tratto Coira-Ponte Tresa all’interno del tragitto storico-culturale che si snoda fra Costanza e Pavia e si è reso possibile grazie a un importante lavoro di coordinamento con la Surselva, diversi Comuni grigionesi e ticinesi e coinvolgendo anche l’Otr del Luganese. L’indotto prevedibile è importante perché il progetto tocca molti punti d’interesse e coinvolge le decine di strutture d’accoglienza e ristoro presenti lungo il tragitto la cui manutenzione è peraltro di nostra competenza inserendosi nella rete dei sentieri ufficiali. Un impegno particolare, corpo principale del progetto, sarà poi richiesto per l’elaborazione dei contenuti storici, culturali e architettonici in formato cartaceo ed elettronico.
Sempre Bianchi sollecita l’elaborazione di pacchetti turistici, in primis per il settore Mountainbike. E gli altri settori?
Clericetti – Ho assunto la direzione dell’Otr esattamente cinque anni fa e fra i primi obiettivi che mi sono posto vi era proprio quello dei pacchetti che accomunano eventi attrattori, pernottamenti e attività collaterali come visite storico-culturali, di carattere sportivo e quant’altro. E visto che si è citato Campra, vorrei far notare che proprio questa zona durante l’ultimo weekend di agosto ha ospitato un’importante gara di corsa d’orientamento i cui oltre 1’600 partecipanti hanno occupato per alcuni giorni le strutture ricettive della regione e oltre. Abbiamo elaborato per loro e promosso un apposito pacchetto turistico. Cui si sta aggiungendo l’elaborazione di nuove cartine, da parte di specialisti del settore, utili alla pratica della disciplina in Val di Blenio e in Leventina; guarda caso in località nelle quali il discorso della destagionalizzazione è di vitale importanza per il futuro. Pacchetti di tipo sportivo toccano anche il tennis, l’atletica, il nuoto, la pallavolo e presto arriveranno anche per gli sport invernali. Gare e tornei diventano così un punto di partenza per l’organizzazione di successivi campi d’allenamento, peraltro a beneficio del settore ricettivo e non solo. Pacchetti che vendiamo noi in occasione degli eventi o tramite invii mirati, ma che a dipendenza dei casi sono commercializzati anche sul portale della ferrovia Sob che dal dicembre 2020 collega Basilea, Lucerna, Zurigo e Bellinzona, ora anche Locarno, passando lungo la vecchia linea del Gottardo. Piattaforma Sob sulla quale è stata costruita anche la nostra, grazie a risorse investite direttamente dalla nostra Otr e tramite l’Ente regionale di sviluppo anche dal Cantone nel quadro della Nuova politica regionale. Strategia che tocca ovviamente anche il settore Mtb: qui parliamo di oltre quaranta strutture bike friendly messe in rete nella nostra regione, più quelle per l’assistenza tecnica, cui si aggiunge il coinvolgimento di guide esperte. In questo ambito non vi sono pacchetti specifici perché i percorsi sono aperti a chiunque senza alcun incasso e inoltre gli appassionati amano organizzarsi spesso in modo autonomo. Dal 2018 sono comunque presenti, grazie all’iniziativa dell’Ente regionale di sviluppo con il nostro supporto, 27 colonnine di ricarica per le Mtb elettriche, colonnine il cui numero sarà potenziato.
Pure auspicata una maggiore digitalizzazione, per esempio degli appartamenti e dei rustici a disposizione dei turisti.
Clericetti – Si può sempre fare meglio. Ma nel nostro portale il settore shop contempla qualcosa come 40 differenti prodotti già digitalizzati e 12 che lo saranno prossimamente. Un record assoluto in Ticino, e usciamo in netto vantaggio anche nel confronto con note mete turistiche d’Oltralpe. Per gli alloggi dedicati ai turisti ci stiamo lavorando, ma al momento ci basiamo su altre specifiche piattaforme internet nelle quali è facilmente consultabile il 90% della disponibilità complessiva e alle quali la digitalizzazione prevista tramite il nostro portale diventerà complementare.
L’Ente turistico del Moesano secondo Bianchi si muove con più dinamismo. Concorda?
Clericetti – No affatto. Nel nostro vasto territorio sosteniamo e collaboriamo fattivamente alle stesse tipologie di eventi che vengono organizzate a San Bernardino. Corse in salita e giri degli alpeggi compresi. E pensando proprio all’agricoltura di montagna, voglio ricordare il progetto Blenio Plus: voluto per valorizzare e promuovere il territorio, le materie prime di qualità e i prodotti finiti dell’agricoltura così come l’offerta agrituristica attraverso varie iniziative, è sostenuto da noi e dall’Ente per lo sviluppo.
Tanto, tantissimo. Forse troppo?
Clericetti – La strategia che si sta sviluppando attorno al Masterplan visione 2035 mira ad accomunare una valle intera attorno a filoni strategici forti. Ma questo non deve frenare la spinta verso altri progetti minori che giocano sicuramente un ruolo significativo in un contesto più ampio.