Due anni con la condizionale a un 25enne di Camorino, sin da minorenne alle prese con guai giudiziari
Possesso e spaccio di cocaina, detenzione illegale di armi e munizioni, violazione delle norme della circolazione stradale. È questa la colpa principale del 25enne di Camorino comparso stamane davanti alle Assise criminali di Bellinzona riunite a Lugano. Il giovane, attualmente in formazione, è stato condannato dalla Corte presieduta dal giudice Amos Pagnamenta a 24 mesi di reclusione, sospesi condizionalmente per un periodo di prova di cinque anni, un periodo più lungo del solito considerate le vicissitudini penali dell’imputato. L’accusato è altresì costretto a pagare una multa di 800 franchi, la quale se non pagata verrà tramutata in ulteriori otto giorni di carcere.
Il processo è stato celebrato con la formula del rito abbreviato perché la pubblica accusa, rappresentata dal procuratore Pablo Fäh, e la difesa, avvocato Yasar Ravi, si sono accordate proponendo una pena adeguata per entrambe le parti in virtù dell’ammissione di colpa dell’imputato. «Il mio studio musicale prima, e successivamente l’autonoleggio, non funzionavano nel modo sperato, perciò mi sono fatto abbindolare dalla proposta di quelli che allora consideravo amici, anche se non avrei dovuto – si è legittimato l’uomo –. Ero caduto in un momento difficile della mia vita e, purtroppo, ci sono ricascato». L’accusato non è infatti nuovo a reati: la lista di precedenti, simili a quelli odierni, inizia già da minorenne. «I tre mesi trascorsi in carcere sono stati uno schiaffo morale».
Il presidente della Corte ha rimarcato come l’imputato se ne sia infischiato del periodo di prova fissato in occasione di una precedente condanna inflitta per fatti simili. Anzi, dalla vendita di marijuana è passato a quella di cocaina (in tutto 170 grammi). «Mi scuso per quello che ho fatto e prometto che non accadrà mai più. Ho tagliato i contatti con la vecchia compagnia, ho cambiato anche numero di cellulare... Non ne voglio più sapere – ha concluso il bellinzonese –. L’obiettivo principale ora è di finire l’apprendistato, sistemarmi e cercare un po’ di tranquillità». Pentimento considerato nella decisione della Corte, che ha comunque ritenuto grave la colpa dal profilo soggettivo e oggettivo a causa della reiterata propensione a delinquere. Le accuse e la proposta di pena formulata dal procuratore pubblico sono state confermate dalla Corte, evidenziando tuttavia il rischio di una possibile recidiva: «Temiamo di dover un giorno ritrovare l’imputato ancora qui in aula a rispondere di altri reati; ciò che comporterebbe la revoca delle precedenti sospensioni di condanne. Questa è l’ultima occasione, perciò rifletta sempre a fondo prima di oltrepassare il limite. A lei dimostrare di essersi meritato la condizionale».